Torna per la quinta stagione “DOLCE ATTESA per chi?”, la commedia teatrale brillante, che attingendo da dinamiche sociali e quotidiane racconta con ironia e sarcasmo, la condizione di tante giovani donne che oggi vorrebbero intraprendere il percorso della maternità. Un percorso spesso tortuoso, fatto di difficoltà che si incontrano non solo dopo il parto, ma fin dall’inizio, quando si comincia anche solo ad ipotizzare la così detta “dolce attesa”.
La pièce, diretta da Marco Maltauro ed interpretata da Giada Prandi e Veronica Milaneschi, porta in scena proprio questa fase cruciale e delicata di cui non si parla abbastanza.
Oggi gran parte delle coppie italiane tra i 30 e i 40 anni si interrogano sul dilemma fondamentale della loro vita: FARE UN FIGLIO SI O NO?
La risposta a questa cruciale domanda, ovviamente, avrà un forte impatto sulla vita delle future madri e dei loro compagni: momenti di paura, sconcerto, solitudine e pericolosissimo nervosismo. La paura di non essere all’altezza, l’insicurezza data dalla precarietà del lavoro e dall’inesistenza di una rete sociale adeguata, provoca soprattutto nella donna un senso di malessere che normalmente viene mascherato e non metabolizzato, ma affiora, serpeggia, influisce su scelte e stati d’animo.
Il progetto nasce sulla scia del grande riscontro dello spettacolo “Post Partum” dove la stessa autrice Betta Cianchini trattava il tema della depressione post gravidanza conosciuta anche come maternity blues.
“La mole di messaggi e testimonianze di donne (e non solo) che hanno raccontato le loro tragicomiche avventure mi hanno dato lo spunto per studiare e nel mio caso anche ricordare, cosa avviene prima del grande giorno!” – spiega l’autrice che per il progetto DOLCE ATTESA per chi? ha indagato qual è stato nel 2012 il rapporto che la donna ha con il proprio desiderio di maternità. Un desiderio troppo spesso represso, ignorato o accantonato per cause di forza maggiore.
———
Lo Spettacolo
Bianca è una trentenne precaria nel lavoro e nell’amore.
Ha un contratto “a progetto” ma progetta di avere un contratto; sogna il marito ideale, ma è innamorata di un “cervello prossimo alla fuga” … E allora, cosa accade se inizia a desiderare un figlio ed una famiglia? Nasce in Bianca una vera e propria diatriba fra la testa e la pancia, un confronto spietato e surreale fra la sua parte più razionale e positiva e quella più istintiva e cinica.
Lo spettacolo si snoda tra una serie di interrogativi quotidiani da cui scaturiscono risate amare e considerazioni sulla vita di una donna alle prese con le sue paure e le incertezze.
Ironia certo, ma con una buona dose di spunti di riflessione su una realtà tutta italiana. Non manca poi la follia delle “mission impossible” per accedere ad analisi mediche durante la gravidanza… perché non parlarne? Nello spettacolo sarà infatti inserita la registrazione di una reale telefonata all’ospedale per tentare di fissare un appuntamento e riuscire a fare un’amniocentesi.
“DOLCE ATTESA per chi?” è uno spaccato crudo, reale e poco conciliante che, grazie a un’ironia molto femminile, farà riflettere su tematiche alle quali non potranno sottrarsi neppure i futuri padri.
“Bello fare figli. Ma preparatemi una società che sostenga una mamma che non ha garanzie di un futuro neanche per sé. Le donne, specie avvicinandosi ai quaranta, almeno le donne di questo copione, mi sembrano dei soldati che si preparano ad una lotta dura e ingiusta. La guerra è l’invenzione dell’uomo per distruggere l’uomo. Qui, nella mia regia, rappresenta la fatica delle donne per far nascere umanità. Prima assistiamo alla guerra fredda col maschio, e il cattivo esito di tutti i tentativi diplomatici, poi l’attacco, cioè l’atto sessuale, a cui segue non un trattato di pace ma una gravidanza come guerriglia… Non è una rappresentazione rassicurante, ma rassicurare non è tra i compiti del teatro. Sulla scena, alla fine, si scopre del tutto il gioco del teatro e le due attrici, che potrebbero essere future madri, s’interrogano: figlio sì, figlio no. Soltanto ammettere la domanda è un lieto fine. Ed è indicativo, secondo me, che delle due donne sia quella ricca la positiva, la pacifista. È facile esserlo quando si sta al sicuro. Ecco perché questa mia apocalittica regia. Del resto si dibatte del futuro. O della fine del futuro.”
cit. Marco Maltauro
———-
Interazione e coinvolgimento del pubblico
All’inizio dello spettacolo verrà dato agli spettatori un questionario (anonimo e facoltativo) intitolato “Figlio sì/ figlio no” per raccogliere le testimonianze delle donne e degli uomini presenti in sala. Tutto questo al fine di rivelare un interessante spaccato sulle ansie e le paure che assalgono i potenziali genitori. L’obiettivo è creare un nuovo format teatrale che preveda l’interazione diretta con il pubblico per quanto riguarda alcune tematiche a sfondo sociale. Le informazioni e il materiale raccolto potrebbero diventare la base per un futuro copione.
Il progetto è sostenuto dallo studio Genetica: la banca etica del cordone ombelicale specializzata in nutrigenica, test DNA, Genetica prenatale non invasiva, cellule staminali. www.genetica.techwww.bancadeldna.it
Con “Dolce Attesa per chi” appuntamento al Teatro Trastevere, via Jacopa de’ Settesoli 3, dal 5 al 10 novembre 2019, dal martedì al sabato ore 21, domenica ore 17:30.