È stata felice, felicissima la ripresa del Don Chisciotte al Teatro dell’Opera di Roma che ha chiuso la stagione di balletto 2018/2019 con la versione del teatro capitolino che aveva debuttato nel 2017 e che portava la firma di Laurent Hilaire (al debutto come coreografo) ispirandosi alla versione originale del 1978 creata dal leggendario Mikhail Baryshnikov (da Petipa e Gorsky) per l’American Ballet Theatre e poi in repertorio in tutti i maggiori teatri del mondo.
Un titolo di grande richiamo per gli appassionati del balletto che si ispira alle avventure di Don Chisciotte di Cervantes, il malinconico cavaliere alla ricerca della sua Dulcinea, personaggio che resta sul fondo.
Al centro della vicenda, la contrastata storia d’amore fra i due giovanissimi Kitri e Basilio ostacolata dal padre di lei che vorrebbe farle sposare Gamache ma destinata a finire con le più sfavillanti delle nozze nel celeberrimo pas de deux del terzo atto, non a caso, immancabile in ogni galà di danza.
Una ripresa che a distanza di un paio di anni conserva intatta la prima impressione: è un allestimento fiabesco e delizioso, meraviglioso per i bambini, grazie alle scene fumettistiche pensate da Vladimir Radunsky, autore e illustratore che pensa a una scenografia colorata con gli edifici un po’ sghembi e dal tratto infantile per la piazza della città, a una romantica luna con luci suggestive nel secondo atto e al colore pieno che invade il palco nel terzo atto. Esageratamente voluminosi, colorati e a tratti quasi grotteschi i costumi in scena che a tratti sembrano dimenticare volutamente l’impronta spagnola dello spettacolo concentrandosi sul brio frizzante di un sogno quasi atemporale.
Si nota nella ripresa qualche piccola modifica nella coreografia e nei costumi rispetto al debutto di due anni fa, ma di fatto questo Don Chisciotte si porta dietro l’inconfondibile la firma e la creatività di Baryshnikov attraverso il suo fidatissimo e collaudato gruppo di lavoro con le luci suggestive del light designer A.J. Weissbar.
I tre atti ripensati da Laurent Hilaire, già stella dell’Opéra di Parigi, sono sempre vivaci e restituiscono un senso di freschezza narrativa quasi spensierata e allegra perfettamente perfettamente colta dal Corpo di Ballo capitolino guidato dalla Direttrice artistica, l’étoile Eleonora Abbagnato, “responsabile” non solo delle nuove produzioni del teatro, ma anche di tante scelte coraggiose per l’ampliamento del repertorio offrendo la possibilità ai ballerini di misurarsi con i grandi nomi coreografia internazionale e con tante nuove proposte in circolazione.
È evidente che il Corpo di Ballo capitolino continua a crescere, acquisisce maggiore consapevolezza dei ruoli (complice anche la presenza di Baryshnikov per la preparazione) e regala maggiore carattere a un balletto ormai di repertorio del teatro romano. Vivacissima la direzione del maestro David Garforth alle prese con la partitura di Minkus, rivista e alleggerita, ri-orchestrata per l’occasione e con qualche inserimento extra, inclusi il Fandango e La danza delle Gitane voluti da Hilaire.
Un Don Chisciotte andato in scena per otto repliche (dal 15 al 20 ottobre 2019) con il cavaliere Don Chisciotte interpretato da Damiano Mongelli e Giuseppe Schiavone, Sancho Panza da Mike Derrua e Giordano Cagnin e un triplo cast per Kitri-Basilio.
Oltre alla collaudata coppia di primi ballerini del teatro romano, la deliziosa Susanna Salvi, ammiccante e sicura Kitri, e Alessio Rezza, di temperamento e abilissimo Basilio, si sono alternati nei ruoli i guest Evgenia Obraztsova (principal dancer del Teatro Bol’šoj) e Davide Dato, (principal dancer alla Wiener Staatsoper), l’étoile del Costanzi Rebecca Bianchi in coppia con il giovanissimo, Simone Agrò, talento – rivelazione dalla scuola di Danza dell’Opera, il francese François Alu, premier danseur all’Opéra national de Paris. Convincono l’Espada di Giacomo Castellana (si alterna con Claudio Cocino) e il Gamache di Andrea Forza (si alterna con Manuel Parruccini e Manuel Zappacosta).
Prossimo appuntamento con il balletto nella nuova stagione con la ripresa, dal 31 dicembre del classico Il lago dei cigni nella versione di Benjamin Pech.