“Ho vissuto sia in Inghilterra sia nell’Africa meridionale e non ha mai smesso di stupirmi vedere gli stessi uccelli in entrambi i luoghi. I loro viaggi da un continente all’altro, due volte all’anno, sono sbalorditivi. Sembrano anche offrire una lezione a noi umani: che ci sono cose più grandi dei confini e delle barriere”. Così Mike Unwin, scrittore inglese specializzato in storia naturale e zoologia, presenta il suo meraviglioso “Migrazioni. Gli incredibili viaggi degli animali”, un picture book dedicato alla fauna in movimento. A pubblicare questo libro di rara bellezza e profondità è la Editoriale Scienza, casa editrice specializzata in divulgazione scientifica per ragazzi, nata nel 1993 a Trieste (da una derivazione di Editoriale Libraria, storica tipografia cittadina della metà dell’Ottocento) e da dieci anni parte importante del gruppo Giunti Editore.
La publishing house triestina si distingue per l’approccio attivo e pratico al sapere scientifico, pubblicando volumi a carattere divulgativo basati sul metodo “hands-on”, quello dell’imparare facendo: non solo dunque un invito a leggere, ma soprattutto un invito a fare (ampia, ad esempio, è la proposta dei “libri-gioco”, che al contempo stuzzicano la fantasia e l’ingegno). “I nostri progetti nascono nella profonda convinzione che la scienza sia parte irrinunciabile e fondamentale della cultura”, spiega in una recente intervista l’editore Sabina Stavro: “Raccontare il mondo reale, la natura e la tecnica divengono, allo sguardo dei più piccoli, occasione di curiosità, di meraviglia, di crescita culturale e arricchimento del sé, che nelle nostre proposte si realizzano ponendo una particolare attenzione alla comunicazione, alla scrittura e al corredo iconico”.
La Editoriale Scienza pubblica circa 90 titoli l’anno: poco meno della metà sono novità, il resto sono ristampe e nuove edizioni aggiornate. Il catalogo è ricchissimo e articolato in ben 32 collane, che spaziano dalla matematica alle meraviglie del mondo naturale, dall’astronomia alla tecnologia, dall’alimentazione alla fisica. Argomenti spesso difficili e complessi, ma sempre trattati “senza dimenticarci – conclude Stavro – di divertire e stupire, in quanto l’aspetto ludico, e dunque il gioco come strumento di conoscenza, è da ritenersi essenziale nel veicolare i saperi e imprimerli poi nella memoria. Se è da bambini che si prendono le buone abitudini, il valore esperienziale resta marcato profondamente nel modo di vedere il mondo in età adulta”.
“Migrazioni. Gli incredibili viaggi degli animali”, il primo libro della Editoriale Scienza che presentiamo, ci dice che queste creature migrano perché il loro ambiente cambia con le stagioni, lo fanno per trovare cibo e riprodursi in sicurezza. Insomma, migrano per sopravvivere. E non lo fanno solo gli uccelli, come la sterna artica (che va addirittura dal Polo Nord al Polo Sud, percorrendo oltre 77 mila chilometri all’anno), il falco pescatore, la gru americana o la più comune rondine. L’albo illustrato ci mostra, infatti, che le migrazioni avvengono in tutto il mondo e in tutti i paesaggi: deserti, calotte polari, savane, oceani. Mike Unwin presenta così venti specie (e venti brevi racconti): la megattera e il pinguino imperatore, il caribù e la farfalla monarca, l’elefante africano e il pipistrello della frutta, fino all’ormai famosissimo granchio rosso di Christmas Island, isola a nord-ovest dell’Australia, dove a fine novembre (ogni anno l’evento richiama turisti da tutto il mondo) oltre 60 milioni di questi crostacei scendono dalla foresta al mare per deporre le uova.
Ma il libro intende anche sensibilizzare i bambini sui molti danni che gli esseri umani stanno arrecando alle migrazioni. “Questi animali devono muoversi per sopravvivere”, conclude Unwin: “E se rendiamo loro difficile il passaggio, mettendo barriere sul loro cammino o rovinando i paesaggi attraverso i quali devono viaggiare, allora la loro sopravvivenza è minacciata. Occorre dunque fornire agli animali migratori corridoi transfrontalieri protetti, in modo che possano completare i loro viaggi in sicurezza”. L’ultima annotazione del volume è per i disegni della pluripremiata illustratrice londinese Jenni Desmond: le sue tavole a colori – a ogni animale è dedicata una doppia pagina – sono straordinariamente eleganti, realizzate mediante l’uso sapiente e sicuro di acquerello, acrilico e pastelli a matita: immagini talmente incantevoli che quasi si vorrebbero ritagliare per farne dei quadri.
Ma non sono soltanto gli animali a spostarsi, anche le piante fanno il giro del mondo. La banana, ad esempio: originaria della Nuova Guinea e del Sud-Est asiatico, dove fu coltivata già 7 mila anni fa, venne poi portata dagli arabi in Africa e nel Cinquecento dai portoghesi nelle Americhe. Questa è solo una dei mille racconti e curiosità contenuti nel preziosissimo “Piante in viaggio”, volume (realizzato in collaborazione con l’Orto botanico di Padova) dedicato alla storia dell’agricoltura e alla straordinaria ricchezza del mondo vegetale. I testi, semplici e accattivanti (ed è davvero apprezzabile essere riusciti a rendere interessanti e perfettamente comprensibili processi come la selezione artificiale e la domesticazione delle piante, la fusione tra ceppi diversi o l’azotofissazione), particolarmente adatti a un pubblico di giovanissimi lettori, sono del filosofo e storico della biologia Telmo Pievani e del giornalista scientifico e curatore di mostre interattive Andrea Vico, mentre le colorate ed efficaci illustrazioni sono di Nicolò Mingolini.
Per la festa della scuola di fine anno Giulia sta pensando di organizzare una “cena planetaria”, con i piatti tipici di ogni Paese: per l’occasione, dunque, i nonni la portano a fare la spesa al grande mercato ortofrutticolo. Qui incontrano i diversi venditori (dalla siriana Nura al francese Auguste, dal messicano Nacho al boliviano Ysidro, dall’algerino Khalid all’indiana Prabhati) e ognuno di loro narra storie e bizzarrie dei propri prodotti. Scorrendo le 140 pagine veniamo a scoprire la straordinaria biodiversità dei cereali e l’invenzione nell’Ottocento della pizza napoletana, la sorprendente varietà delle patate e il cianuro contenuto nelle mandorle, il farro “giramondo” e la soia “tuttofare”. E che il fico d’India viene dal Messico, il caffè dall’Etiopia, il pistacchio dalla Siria, il peperoncino dall’Ecuador e il melograno dalle sponde del Mediterraneo. Un libro intelligente e divertente, concluso con otto ricette da tutto il mondo, che possiamo anche provare per mettere a tavola la nostra “cena planetaria”.