Franco Branciaroli e Massimo De Francovich, diretti da Antonio Calenda, danno vita a una nuova, inedita coppia teatrale, che, tra dramma e commedia, evoca le avventure di Falstaff e le burle di cui è vittima.
Falstaff, personaggio tra i più popolari del canone shakespeariano, uomo di disperata vitalità, ossessivamente ottimista, è teso a sconvolgere il conflitto tra volontà e destino. Il Servo, suo compagno di avventure, è convinto invece di poter addomesticare la realtà, piegandola al suo volere.
Creazione originale ispirata ai drammi shakespeariani, lo spettacolo di Nicola Fano e Antonio Calenda (anche regista), racconta Falstaff non solo quale protagonista de Le allegre comari di Windsor, ma anche per il suo ruolo nelle parti I e II di Enrico IV e nell’Enrico V.
Sono evocate tutte le avventure di quest’uomo che confonde i piaceri con la natura, la furbizia con il caso, mettendolo a confronto con un altro personaggio, un Servo che – come Iago – crede di poter addomesticare la realtà; o, come Puck, pensa di poter «mettere una cintura al mondo».
Il conflitto fra i due (che è poi in senso lato quello tra comicità e drammaticità) richiama anche tante altre coppie celebri del teatro shakespeariano (Lear e il suo Matto, Iago e Roderigo, Antonio e Shylock) e della letteratura teatrale in genere (da Don Giovanni e Sganarello a Vladimiro ed Estragone). Ne viene fuori un catalogo delle beffe (tutto il mondo è burla, dirà il Falstaff di Verdi/Boito) subite dal personaggio fino all’epilogo drammatico: la rottura con l’amico/allievo di sempre, re Enrico, e l’abbandono in solitudine, lontano dalla guerra di Agincourt dove tutti gli altri – non lui – conquisteranno gloria eterna.
Insomma, è uno spettacolo comico e drammatico insieme: una cavalcata nelle atmosfere shakespeariane, rielaborate per un pubblico di oggi, in grado di cogliere l’eternità del duello tra Caso e Ragione.
«Un personaggio unico, dunque. E attualissimo: come non pensare, seguendo le sue smanie, alla frenesia dell’uomo iperconnesso che vive contemporaneamente mille vite (vere o virtuali) pur di dimostrare a se stesso che esiste? Ecco, così noi abbiamo immaginato Falstaff: come l’antieroe di tutti i più grandi personaggi di Shakespeare. Se la modernità di Shakespeare è nella rappresentazione del dubbio, dell’imperfezione consapevole dell’individuo (quella di cui Amleto e Iago forniscono due filosofie gemelle ancorché opposte), la sua postmodernità è nel grassone che twitta per essere».
Nicola Fano e Antonio Calenda
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Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi,1 – M2 Lanza), dal 19 novembre al 6 dicembre 2019
Falstaff e il suo servo
di Nicola Fano e Antonio Calenda
da William Shakespeare
regia Antonio Calenda
con Franco Branciaroli, Massimo De Francovich
Valentina Violo, Valentina D’Andrea, Alessio Esposito, Matteo Baronchelli
produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro de Gli Incamminati, Teatro Stabile d’Abruzzo
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Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16.
Durata: 1 ora e trenta minuti senza intervallo
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 0242411889 – www.piccoloteatro.org
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