Non tutte le bambine amano ricoprirsi di tulle e atteggiarsi a fatine o regine delle nevi. Alcune non ci pensano proprio, hanno in testa esperienze ben più avventurose. Una di queste è Giada, la piccola protagonista di “Il vestito dei miei sogni”, originale albo illustrato della casa editrice torinese Il Leone Verde. Una publishing house davvero interessante, fondata da Anita Molino e Fabio Tizian (coppia nel lavoro e nella vita) nel 1997, inizialmente con l’obiettivo di proporre testi inediti delle tradizioni sapienziali. “Con il tempo – ha spiegato Molino in una recente intervista – le linee editoriali si sono ampliate: oggi ci rivolgiamo soprattutto a genitori ed educatori con l’intento di affrontare temi legati al mondo dei più piccoli in una prospettiva diversa, lontana dagli interessi industriali e commerciali tipici del mondo moderno, preferendo un’ottica di accudimento ad alto contatto, per favorire una genitorialità consapevole basata sull’amore e sul rispetto”.
Il Leone Verde ha affiancato alle storiche collane di testi sapienziali e mistici altre collane accessibili al grande pubblico, dedicate ai percorsi gastronomici tra cucina e letteratura, ai saggi di attualità e brevi studi contemporanei, alla narrativa femminile dell’area mediorientale. Nel 2005 è nata la collana “Il bambino naturale”: sono “libri – riprende Anita Molino – che mettono al centro innanzitutto il bambino piccolo, il legame con i genitori, il sano sviluppo della relazione familiare, il contatto con la natura”. Sono arrivate, infine, le collane di libri per bambini (Il Leone Verde Piccoli e Il Giardino dei Cedri) e la “Appunti Montessori”, che raccoglie saggi e studi sul metodo della grande pedagogista per insegnanti e operatori del settore dell’infanzia.
Alla piccola Giada, si diceva all’inizio, non piace la gonnellina rosa con le balze che amorevolmente le ha cucito la nonna. E non piace neanche il vestito cosparso di fiordalisi che sempre la nonna ha tagliato su misura per lei: all’abitino preferisce addirittura la carta velina in cui è avvolto, con cui la ragazzina fa un grembiulino da dottore per curare l’orsetto Milù e la giraffa Tota. L’autrice Anna Vivarelli, giornalista e storica del teatro torinese, da anni ormai dedita esclusivamente alla letteratura per ragazzi (con successo crescente, considerati i numerosi riconoscimenti, come ad esempio il Premio Andersen come miglior scrittore nel 2010), delinea così una figura di ragazzina intraprendente, che non ne vuole sapere di indossare per Carnevale “un vestito da principessa con la gonna lunga fino a terra e lo strascico”, lontana dunque dagli stereotipi di genere che vogliono le femmine immerse in un mondo tutto rosa e strass.
Il compleanno di Giada cade proprio nei giorni di Carnevale, ma la piccola non intende travestirsi da sirena o da odalisca: lei vuole giacca e cappello con visiera da capotreno, oppure un costume nero e rosso da prestigiatore, o ancora una divisa da pompiere. La nonna, allora, asseconderà l’autenticità alternativa della sua nipotina, cucendo per lei un fantastico costume (che non sveliamo) che la farà sognare, e “la sua festa sarà bellissima”. Una favola audace e non convenzionale, divertente e intelligente nello stesso tempo, splendidamente illustrata dalla fiorentina Desideria Guicciardini, tra le più note disegnatrici italiane per l’infanzia (nonché vincitrice nel 2014 del Premio Andersen come migliore illustratrice), che ci offre sia tavole a sfondo bianco con scampoli di stoffa e toni pastello quando a parlare è la nonna, sia tavole con esplosione di colori, dettagli allegri, forme estrose e creative per quelle in cui la protagonista è Giada.
Da una giovane protagonista a un’altra: Agata. Una ragazzina dolcissima e dall’animo poetico, che s’innamora di un albero “snello e forte, avvolto in una fitta nuvola di piccoli fiori rosa”. È una storia delicata e sensibile quella raccontata in “Ti voglio bene, Prunello”, bellissimo picture book scritto dalla novarese Anna Lavatelli (Premio Andersen nel 2005 come miglior autrice italiana) e illustrato dal cuneese Marco Somà. “Scrivo senza dimenticare che mi rivolgo a degli apprendisti lettori, che il mio compito principale è contribuire a formare la loro passione per la lettura libera e autonoma”, ha spiegato l’autrice in un’intervista, sottolineando di tenere ben presente che “la mia scrittura debba essere psicologicamente vicina al vissuto dei ragazzi, ma che debba anche osare qualcosa di più, nello stile, nella costruzione della trama, nella rappresentazione dei personaggi, affinché il lettore si affini e cresca nella sua capacità di godimento della lettura”.
Un godimento che di sicuro affiora pienamente da questa favola moderna e dalla storia della piccola Agata, animo romantico e volitivo, che sceglie per amico il pruno che sta sul viale davanti la sua casa: se ne prende cura, lo abbraccia, lo adorna di nastri verdi e rossi provenienti dai regali di Natale, e l’albero la ringrazia lasciando cadere un fiorellino rosa tra i suoi capelli. Passano i mesi, in luglio il pruno si copre di ciliegie piccole e scure, ora ospita anche nidi di passerotti. Ma per la strada si sente un rumore terribile: è un grosso macchinario, con una scala e un’enorme sega, mandato dal sindaco della città a tagliare tutti gli alberi per allargare la strada. La piccola Agata si ribella, e la sua determinazione coinvolgerà anche gli altri abitanti della strada, che daranno vita a una singolare e coraggiosa protesta che sarà premiata con un inaspettato happy end.