Si è aperta a settembre la stagione 2019 del Teatro Biblioteca Quarticciolo che continuerà fino a Dicembre 2019. Il Teatro Biblioteca Quarticciolo, con la direzione artistica di Veronica Cruciani, rilancia la propria vocazione a spazio comunitario e di ricerca artistica attraverso un cartellone che coniuga diversi linguaggi della scena contemporanea in grado di coinvolgere il quartiere e la città.
“Anche in questa parte dell’anno – dichiara Veronica Cruciani – ho voluto rilanciare la stessa domanda che avevo precedentemente rivolto a noi stessi, agli spettatori, agli artisti e ai critici: COSA PUO’ UN TEATRO? Perché penso che sia importante ripartire dalle domande, scatenare riflessioni e produrre pensiero”.
Abbiamo intervistato la direttrice artistica del teatro impegnata da anni a coinvolgere il quartiere in uno spazio comunitario.
– Veronica Cruciani da anni alla guida del Teatro Biblioteca Quarticciolo. Cosa ha significato dal punto di vista artistico questa esperienza per lei?
Sono arrivata al Quarticciolo nel 2007 per fare dei laboratori con la cittadinanza, chiamata dal Teatro di Roma. Ricordo che all’inizio c’era una grande diffidenza da parte delle persone del quartiere verso il teatro, lo vedevano come un’astronave aliena. Nel 2013 sono diventata direttrice artistica e ricordo che non era facile convincere gli artisti a venire al Teatro Biblioteca Quarticciolo: c’erano poche economie, era un teatro in un contesto non facile, e poi era stato chiuso e aperto a periodi alterni. Diciamo che da allora fino a oggi io e il Teatro Biblioteca Quarticciolo siamo cresciuti insieme. Ci vuole tempo, cura e attenzione verso uno spazio e verso il contesto che lo circonda per capire come riuscire a farlo sviluppare. Bisogna agire nel reale ponendosi delle domande e cercare di rispondersi in maniera non ovvia e banale, tenendo presente la complessità delle cose e cercare di regalare qualcosa di inaspettato e inatteso al pubblico e agli artisti che partecipano. Diciamo che tutto questo lavoro mi ha insegnato a usare la creatività per risolvere problemi concreti che nella vita rischiavano di schiacciarmi o di schiacciare chi amo.
– E dal punto di vista umano?
Mi arricchisce molto stare in rapporto con altri percorsi umani e artistici, altrimenti come regista è inevitabile che si rischi di rimanere in contatto solo con il proprio io. L’atto creativo ha la necessità di un momento di solitudine, ma credo che tutto debba procedere in relazione agli altri. Siamo in un momento dove bisogna abbandonare totalmente la logica della contrapposizione per cercare di condividere i percorsi e gli spazi.
– Quanto è cambiato l’assetto sociale del Quarticciolo in questi anni, grazie all’apporto del teatro?
Le persone sono meno sole, vivono le loro passioni insieme ad altri, c’è un senso della comunità che a poco a poco si sta costruendo, ci si conosce sempre meglio e ci si fida sempre di più l’uno dell’altro, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. Credo che il movimento debba essere doppio: portare le persone al Quarticciolo ma anche portare le persone del Quarticciolo a dialogare con altri centri culturali di Roma.
– Da settembre a dicembre ancora una sua programmazione entusiasmante. Come descriverebbe questi ultimi mesi di programmazione?
In questa parte di stagione come in passato ci sono artisti che portano lavori che non abbiamo ancora avuto modo di vedere a Roma, questo mi permette di avere non solo il pubblico del quartiere ma anche un pubblico che viene da diverse parti della città: Bartolini/Baronio con “16,9 Km. Home concert Esercizi sull’abitare” una co-produzione di Romaeuropa Festival e Teatro Quarticciolo; Mario Perrotta, che è stato in stagione al Piccolo di Milano, porta una riflessione sulla figura del padre fatta insieme a Recalcati; Werner Wass e Lea Barletti, due artisti che lavorano tra Berlino e Roma, presenteranno un dittico, “Tristezza e Malinconia” e “I Ringhi della via Lattea” di Bonn Park; il Teatro delle Ariette, una compagnia che invito ogni anno con grande gioia, ci presenterà “Tutto quello che so del grano”; e poi ci sarà “Polvere”, spettacolo di una compagnia di giovanissimi attori che racconta gli effetti dell’acciaieria tarantina Ilva, insieme a tanti altri.
Info e dettagli sulla nuova stagione su www.teatriincomune.roma.it/teatro-biblioteca-quarticciolo/