Va in scena sabato 12 e domenica 13 ottobre (rispettivamente ore 20 e ore 18) nel piccolo gioiello architettonico del Teatro di Villa Torlonia a Roma, La cambiale di matrimonio di Gioachino Rossini nuova produzione, anteprima di stagione n. 199 dell’Accademia Filarmonica Romana e primo allestimento di RossiniLab, progetto quinquennale avviato quest’anno dall’istituzione romana e destinato a giovani cantanti, strumentisti e maestri collaboratori.
RossiniLab è finalizzato alla realizzazione delle cinque farse veneziane di Gioachino Rossini, ed è curato da Giovanni Battista Rigon per la direzione musicale e dal regista Cesare Scarton.
Se c’è un’opera adatta ad accompagnare i primi passi sul palcoscenico lirico di un gruppo di giovani talentuosi cantanti questa è certamente La cambiale di matrimonio: nel 1810 Rossini aveva solo diciotto anni quando l’impresario del Teatro San Moisè di Venezia decise di investire sul suo talento, offrendogli l’opportunità del debutto assoluto sulla scena lirica. La cambiale è soltanto la prima delle cinque farse che Rossini scrive per il piccolo teatro veneziano, nel giro degli stessi anni che vedono i suoi primi successi nel genere serio (Tancredi, per La Fenice) e comico (L’italiana in Algeri, per il San Benedetto).
Per La cambiale di matrimonio – e così sarà il prossimo anno per L’inganno felice, e a seguire La scala di seta, L’occasione fa il ladro, Il signor Bruschino – la Filarmonica ha attivato una collaborazione con altre due prestigiose istituzioni musicali quali l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Fondazione Rossini di Pesaro. Proprio dai giovani musicisti dei corsi superiori di Santa Cecilia proverranno gli strumentisti che eseguiranno una versione “cameristica” della farsa, per quintetto d’archi e quintetto di fiati, curata dallo stesso Rigon, che siederà anche al fortepiano per i recitativi secchi. Il cast delle due recite sarà formato dai giovani cantanti che hanno seguito il laboratorio rossiniano durante l’anno: Matteo Nardinocchi (Tobia Mill, negoziante), Claudia Nicol Calabrese e Sachi Nogami (Fanny), Edoardo Ferrari (Edoardo), Giulio Iermini (Slook), Ivan Caminiti (Norton), Caterina Dellaere (Clarina). L’allestimento in forma semiscenica a cura di Cesare Scarton punterà soprattutto su una recitazione divertente ed effervescente, ma allo stesso tempo raffinata ed elegante, esattamente come esige la musica e la drammaturgia del compositore pesarese.
Luogo dello spettacolo: Teatro di Villa Torlonia, via Lazzaro SPallanzani 1a
Info: 06 3201752, promozione@filarmonicaromana.org
Biglietti: posto unico 10 euro.
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Teatro Torlonia
Sabato 12 ottobre ore 20
Domenica 13 ottobre ore 18
LA CAMBIALE DI MATRIMONIO
farsa comica in un atto
libretto di Gaetano Rossi (1774-1855)
musica di Gioachino Rossini (1792-1868)
prima rappresentazione Venezia, Teatro San Moisè, 3 novembre 1810
Personaggi e interpreti
Tobia Mill, negoziante Matteo Nardinocchi
Fanny, figlia di Tobia Claudia Nicol Calabrese (12/10), Sachi Nogami (13/10), Chiara Marani (11/10)*
Edoardo Edoardo Ferrari
Slook, negoziante americano Giulio Iermini
Norton, cassiere di Mill Ivan Caminiti
Clarina, cameriera di Fanny Caterina Dellaere (12, 13/10), Agnese Gallenzi (11/10)*
direttore e maestro al fortepiano Giovanni Battista Rigon
realizzazione in forma semiscenica a cura di Cesare Scarton
Ensemble strumentale dei Corsi di Perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Federico Martino flauto
Marta Binetti oboe
Fabio Sepe clarinetto
Leonardo Percival Paoli fagotto
Cristian Santucci corno
Damiano Nesci violino I
Angela Turchetta violino II
Clara Belladone viola
Silvia Maria Gira violoncello
Daniele De Angelis contrabbasso
Maria Laura Berardo, Annie Corrado pianisti accompagnatori
* prova generale
RossiniLab prosegue con
L’inganno felice (2020)
La scala di seta (2021)
L’occasione fa il ladro (2022)
Il signor Bruschino (2023)
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L’argomento. Siamo in cosa di Tobia Mill, un vecchio negoziante «sussurrone», così lo definiscono nel duetto iniziale Norton e Clarina, rispettivamente cassiere-segretario e cameriera. Tobia è in grande agitazione e per mezzo d’un mappamondo e d’una bussola, studia la rotta dall’America all’Europa. Perché egli ha combinato uno degli affari più singolari della sua carriera di mercante: il suo corrispondente coloniale, Slook, gli ha commissionato una moglie con minuziosa descrizione della merce, pregandolo di spedirgliela in Canada o di presentargliela nell’eventualità ch’egli venga in Europa. Essendo Slook assai ricco, Tobia pensa di combinare l’affare matrimoniale di Slook con la propria figlia Fanny e da lei stessa far presentare la cambiale a Slook. Il fatto è, però, che Fanny è innamorata corrisposta di un giovane, Edoardo Milfort.
A mettere sull’avviso i due innamorati e a giustificare agli occhi di Tobia la presenza in casa sua del giovane Edoardo provvede il buon Norton, facendo credere a Tobia che Edoardo non è altri che l’atteso nuovo computista.
Intanto arriva Slook per sincerarsi di persona della bontà della «merce», ch’egli trova in verità di suo massimo gradimento. Fanny gli consegna la cambiale datale dal padre ma tiene a bada lo spasimante mentre Edoardo approfittando dell’ingenuità dell’americano, dopo avergli detto con il massimo garbo che Fanny è «ipotecata», gli promette, qualora volesse insistere senza decidersi a tornare a casa sua, di «cavargli gli occhi». Slook è spaventatissimo, e quando scopre che Fanny ed Edoardo si amano si dichiara vinto e «gira» la cambiale a quest’ultimo.
Tobia, ignaro dell’amore dei due giovani, non vuol saperne del rifiuto di Slook e lo sfida a duello. L’americano chiede allora la scelta dell’arma, e sceglie una lunghissima pipa per fumare in onore dell’amicizia. Tobia invece, irremovibile, vuole battersi a tutti i costi. A questo punto Edoardo si fa premura di avvertirlo che prima di affrontare la morte in campo deve sistemare i suoi interessi e avallare la girata di Slook. Questo fulmine a ciel sereno manda il vecchio su tutte le furie, ma alla fine perdona e acconsente alle nozze tra Fanny ed Edoardo.
Cesare Scarton. Ha curato, fra le altre, la regia di Così fan tutte di Mozart, La piccola volpe astuta di Janáček, L’heure espagnole di Ravel, Gianni Schicchi di Puccini, L’impresario in angustie di Cimarosa (Accademia Nazionale di Santa Cecilia), Brundibár di Krása e Il piccolo spazzacamino (Teatro dell’Opera di Roma), il dittico Donna, serva della mia casa con Fadwa di Scarlato e La stanza di Lena di Carnini e Un’infinita primavera attendo di Cappelletto e Carnini (Accademia Filarmonica Romana). Con Fabio Biondi ed Europa Galante ha messo in scena Anna Bolena di Donizetti e Il barbiere di Siviglia di Paisiello (Reate Festival), ripreso poi a Siena per l’Accademia Musicale Chigiana; ha inoltre curato la regia di Hanjo e de Il giudizio di Paride di Panni (Associazione Nuova Consonanza); di Anna e Zef, su musica di Monique Krüs (Accademia Nazionale di Santa Cecilia, in coproduzione con la Nederlands Philharmonic). Presso il Teatro Olimpico di Vicenza ha curato la regia di Polidoro di Antonio Lotti (prima ripresa in epoca moderna) e presso il Teatro di Villa Torlonia di Roma Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi (prima rappresentazione a Roma). Recente la pubblicazione in DVD presso Dynamic della sua produzione del dittico I due timidi e La notte di un nevrastenico di Nino Rota.
Giovanni Battista Rigon. Ha debuttato come direttore nel 2001, dopo anni di attività come pianista camerista, in particolare con il Trio Italiano. Ha diretto più volte alla Fenice di Venezia (Il barbiere di Siviglia, 2011 e 2014; La cambiale di matrimonio, 2013; Il regno della luna di Piccinni, 2018; Pimpinone di Albinoni, 2019) al San Carlo di Napoli (La serva padrona, 2011), al Filarmonico di Verona (La gazza ladra, 2012), al Maggio Musicale Fiorentino (La scuola de’ gelosi di Salieri, 2017), al Seul Arts Center (Semiramide di Rossini, 2010). Per due volte ha inaugurato il Festival di Martina Franca, con I Giuochi d Agrigento di Paisiello (2006) e Il Re pastore di Piccinni (2008). Ha diretto al Festival Rossini di Wildbad (Adelina di Pietro Generali, 2010) e al Festival Donizetti di Bergamo (Betly, 2014). Nel 1992 ha fondato le Settimane musicali al Teatro Olimpico di Vicenza, di cui è stato direttore artistico fino al 2018, e per le quali gli è stato assegnato il Premio Abbiati nel 2012. Vi ha diretto importanti riprese in tempi moderni, tra cui Il flauto magico (vers. De Gamerra 1794) e L’italiana in Algeri (vers. Vicenza 1813). La sua discografia come direttore comprende i DVD di Le nozze di Figaro, Il turco in Italia, Don Pasquale, e i CD di Il flauto magico, I giuochi d’Agrigento, Il ratto dal serraglio, Adelina di Generali, Petite messe solennelle di Rossini.