fiaba di Carlo II Colla
musica di Carlo Durando
direzione musicale Danilo Lorenzini
scene di Francesco Bosso e Franco Citterio
costumi di Carlo II Colla
realizzati dalla sartoria della Compagnia
direzione tecnica di Tiziano Marcolegio
luci di Franco Citterio
regia di Eugenio Monti Colla
ripresa da Franco Citterio e Giovanni Schiavolin
i marionettisti
Franco Citterio, Maria Grazia Citterio,
Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Cecilia Di Marco, Tiziano Marcolegio, Pietro Monti,
Giovanni Schiavolin, Paolo Sette
voci recitanti (edizione registrata nel 1972)
Agostino De Berti, Raffaele Carbone, Maurizio Dotti,
Gabriella Mastropietro, Gianni Quillico,
Gianni Rubens, Patrizia Scaglioni
revisione musicale a cura di Luca Volontè
esecuzione musicale dal vivo
musicisti
Daniele Sozzani Desperati, primo pianoforte
Luca Esposito, secondo pianoforte
cantanti
Tzu Yun Cheng, soprano
Dario Battaglia, baritono
Produzione ASSOCIAZIONE GRUPPORIANI – Milano
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Milano 1906: anno dell’Esposizione Internazionale. La città accoglieva visitatori giunti da ogni parte del mondo per l’importante avvenimento. Fra le grandi attrattive che Milano offriva era tappa d’obbligo assistere a uno spettacolo di marionette al Teatro Gerolamo di piazza Beccarla, luogo assai conosciuto dai milanesi e dai turisti che arrivavano dai luoghi e dalle culture più diverse.
Quella sala, costruita nel 1868 appositamente per le marionette di Giuseppe Fiando, non solo vantava più di un secolo di attività e di tradizione marionettistica ma offriva alla vista degli spettatori gli stessi elementi architettonici utilizzati per edificare la Galleria Vittorio Emanuele. Un vanto per la città e un esempio urbanistico di grande pregio. Proprio in questo teatro, approdava la Primaria Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli. Nata professionalmente nel 1835 da un rovescio di fortuna che da teatro salottiero di tarda epoca barocca l’aveva trasformata in formazione itinerante per circa mezzo secolo, la Carlo Colla & Figli si era imposta al pubblico dei piccoli e grandi centri urbani del nord Italia sino a divenire, sul finire del XIX secolo, compagnia stabile a Parma. Così si aprirono le porte del Teatro Gerolamo. E quell’evento così determinante per la nostra città lo fu anche per i Colla che, visitando all’Expo il padiglione del Giappone, non si lasciarono sfuggire l’occasione per acquistare tessuti, armature da Samurai, marionette originali e maschere in lacca.
È importante sottolineare che il cosiddetto “esotismo” stava in quel momento dilagando socialmente e culturalmente. Già nel 1885 Sullivan aveva creato l’operetta Mikado, nel 1898 Mascagni aveva musicato la sua Iris e nel 1904 Puccini aveva portato sulla scena del Teatro alla Scala la tragica storia di Madama Butterfly. È quindi naturale che anche le marionette, sempre all’avanguardia nelle loro scelte teatrali, si ispirassero al mondo fascinoso del Sol Levante. Inoltre la forma teatrale che da tempo stava prendendo piede come teatro leggero era l’operetta, un’azione teatrale recitata, cantata, mimata e danzata, insomma l’antenata delle nostre commedie musicali e dei musical.
Così nacque per il palcoscenico del Teatro Gerolamo La Gheisa dei topi tratta da una omonima fiaba giapponese: il villaggio dei topi è in grande agitazione perché un semplice e povero topolino ambisce all’amore della più bella topolina, vezzosa danzatrice. Ma i concittadini decidono che la bella sia offerta in sposa all’essere più forte della terra: il Sole. Da qui il viaggio della bella topolina la quale scoprirà alla fine che il più forte è proprio quel topino che l’amava con tutto il cuore.
Lo spettacolo ebbe immediatamente grande successo per il testo curato da Carlo II Colla, direttore artistico della Compagnia, per la sontuosità degli abiti ad opera di Rosina Colla e delle sue collaboratrici, per la suggestione pittorica degli ambienti ideati dal pittore Francesco Bosso, per le orecchiabili musiche di Carlo Durando, per i trucchi scenici e le macchinerie inventate e costruite da Giovanni Colla e le marionette accuratamente vestite da Michele Colla. Ma quei personaggi con muso e zampine da topo non piacquero alle signore e ai bambini che frequentavano la sala di piazza Beccaria, piuttosto impressionate da quelle fattezze così realistiche. Fu così che, dopo qualche tempo, Carlo II Colla trasformò la fiaba ne La sposa del Sole: non più personaggi-animali sulla scena ma esseri umani in carne e ossa, si fa per dire.
La drammaturgia si sviluppa in una sorta di parabola: gli abitanti di un villaggio pensano di offrire in sposa la bella Rosathea, amata dal povero e umile minatore Takimini, all’essere più potente, il Sole. Da qui un viaggio fantastico e allegorico fra le forze della natura che condurrà a riconsiderare la dimensione umana e il valore del giovane minatore.
La storia, lievemente modificata, rimase nel cartellone del Teatro Gerolamo definitivamente.
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da giovedì 10 a domenica 13 ottobre 2019
giovedì 10 e venerdì 11 ottobre, ore 20
sabato 12 ottobre, ore 16 e ore 20
domenica 13 ottobre, ore 16
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al Teatro Gerolamo
piazza Beccaria, 8 – Milano
tel. 02 36590120
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biglietti
da 34,00 euro a 6,00 euro