Appena rientrati dall’esperienza Londinese del Print Room at the Coronet, il regista Eugenio Allegri e l’attore Matthias Martelli portano il loro Mistero Buffo al Teatro Gobetti di Torino per inaugurare la stagione del Teatro Stabile: il loro spettacolo, ma dichiaratamente fedelissimo al testo originale di Franca Rame e Dario Fo, a partire dalla lingua prescelta, quel grammelot che, come una sorta di esperanto, evolve la difficoltà linguistica di esprimersi soltanto con i suoni e porta in scena un significato universale.
A cinquant’anni di distanza dalla prima messa in scena, la performance di un Martelli che non può ambire alla statura fisica del grande attore di cui ha scelto di divulgare verbo e pensiero (come è noto, Dario Fo era fisicamente molto alto) evidenzia la portata comunicativa del grammelot, concedendogli una statura scenica quasi pari a quella del maestro: il frequente rimando alla preziosa lezione di Fo si concretizza nella trasposizione della lotta al potere che permea il suo teatro, inserendola nella contemporaneità.
Dal Medioevo a oggi, passando per i fatidici anni ‘70, gli episodi del Mistero Buffo originale rielaborati da Martelli e Allegri parlano ancora di crudeli macchinazioni, minacce e stupri, con una delicatezza e una spensieratezza che soltanto il “fare” giullaresco può tradurre in divertimento pedagogico, in informazione vera, effettiva e disinteressata, eppure mascherata da scherzo.
Temi forti affrontati senza cinismo, critica sociale ed estro scenico: gli ingredienti che hanno fatto del Mistero buffo di Dario Fo un classico rimangono immutati in questo adattamento del 21° secolo. Tanto meritevole l’impegno registico di Allegri nel riportarli al contesto attuale, quanto puramente accessori i corollari in video che vedono un Martelli alle prese con la storia del Medioevo raccontata attraverso la storia dell’arte; e se la vera “statura” dell’attore-giullare Dario Fo poteva farne a meno – in un teatro composto di sola voce e interpretazione – la modernizzazione del Mistero non nuoce al tentativo riuscito di Martelli di elevarsi a essa, reclamandone a pieno diritto l’eredità spirituale.
———
Mistero buffo