Claude Debussy Quartetto in Sol minore op. 10 L85
Maurice Ravel Quartetto per archi in Fa maggiore
Violino Domenico Nordio
I Solisti de laVerdi
Violino Luca Santaniello
Viola Gabriele Mugnai
Violoncello Tobia Scarpolini
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La Stagione 2019-20 di Musica da Camera che per il primo anno vede la collaborazione con il Teatro Gerolamo, propone 8 appuntamenti, sempre la domenica mattina alle ore 11.00, nel delizioso teatro di Piazza Beccaria, recentemente restaurato.
Quest’anno il programma musicale della rassegna della domenica mattina è un viaggio che parte dalla Francia e passando per Italia, Russia, Austria, Ungheria, Boemia, arriva in Finlandia e Norvegia.
Prima tappa, la Francia, domenica 27 ottobre (ore 11.00) con due grandi compositori rappresentanti del cosiddetto impressionismo musicale, Claude Debussy e Maurice Ravel, i cui due Quartetti, gli unici per archi da loro composti, presentano molte affinità e punti di contatto.
Debussy compose il suo unico Quartetto per archi in Sol minore op.10 a 31 anni; dieci anni dopo, Maurice Ravel, a 28 anni compose il suo Quartetto per archi in fa maggiore, la sua prima grande opera che offre un’incredibile rassomiglianza con la musica di Debussy. Due compositori che hanno molti punti in comune, soprattutto nella loro modernità, e che l’ascolto di queste due composizioni così simili e allo stesso tempo originali saranno certamente apprezzate dal pubblico.
La tappa francese della rassegna di Musica da Camera vede sul palco del Gerolamo il grande violinista italiano Domenico Nordio, che dal 2017 è anche Artista residente de laVerdi e che guiderà l’ensemble composto da prime parti dell’Orchestra Verdi, Luca Santaniello (violino), Gabriele Mugnai (viola) e Tobia Scarpolini (violoncello).
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Domenica 27 ottobre 2019, ore 11.00
Teatro Gerolamo – Piazza Cesare Beccaria, 8
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I Biglietti (euro 8,00/28,00) si possono acquistare nei giorni precedenti all’ Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler (mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401)
oppure, la mattina stessa del concerto, direttamente al Gerolamo, Piazza Beccaria 8
on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it
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Programma
Claude Debussy (1862 – 1918) Quartetto in Sol minore op. 10 L85
Questo Quartetto del 1893, il solo scritto da Debussy, è il primo importante lavoro del compositore francese, allora trentenne, messo in cantiere più o meno nello stesso periodo, di “Prelude a l’après-midi d’un faune”. Ma mentre quest’ultimo racchiude il Debussy del futuro, il Quartetto non è del tutto libero dai ricordi scolastici e dal desiderio di dimostrare la solidità della propria tecnica in questo severo e difficile genere cameristico. Fu la Société National a promuovere la prima esecuzione del Quartetto del giovane “Claude de France”, come veniva chiamato dai suoi ammiratori, affidandolo al prestigioso Quartetto Ysaye il 29 dicembre 1893, ma l’accoglienza del pubblico parigino e dei critici fu piuttosto fredda, ad eccezione di Paul Dukas, il solo ad apprezzarne le novità armoniche e timbriche che avevano disorientato tutti gli altri. Solo a partire dalla seconda esecuzione del 1894 a Bruxelles la composizione comincia a essere veramente apprezzata. Concepito all’epoca dell’amicizia con Ernest Chausson, compositore e allievo di César Franck, il Quartetto op. 10 di Debussy presenta una curiosa sintesi tra il mondo accademico di Franck e quello onirico, tipico del Debussy più maturo. Lo stesso Chausson fu abbastanza critico nei confronti del Quartetto; l’amicizia con Debussy si andava ormai allentando e i rapporti fra i due musicisti si avviavano verso la rottura. Da qui la promessa fatta a Chausson di comporre un secondo quartetto; promessa, come sappiamo, mai mantenuta essendo il Quartetto in sol minore l’unico del suo genere nel catalogo di Debussy.
I quattro movimenti sono dominati da un unico tema, in continua trasformazione, con un’armonia dai colori sempre cangianti, in un variegato e coloratissimo mosaico musicale, mentre si avverte chiaramente in questo Quartetto la presenza del compositore più insofferente delle tradizioni e più radicalmente rivoluzionario della sua generazione. Debussy fa capire chiaramente di conoscere tutte le regole e di poter – quando vuole – seguirle senza sforzo, per rigorose che siano, ma al contempo riesce a far sentire l’originalità e la libertà delle proprie idee.
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Maurice Ravel (1875 – 1937) Quartetto per archi in Fa maggiore
Il Quartetto per archi in fa maggiore venne ultimato da Maurice RaveI nel 1903 a 27 anni, dieci anni dopo il Quartetto op. 10 di Debussy. A Gabriel Fauré “mon cher Maitre”, finissimo artefice di pagine cameristiche, Ravel dedica il suo unico quartetto per archi, una fatica musicale giudicata universalmente cosa da maestri. Per il giovane musicista, che aveva al suo attivo solo alcune pagine pianistiche e vocali, oltre a un’ouverture per orchestra si è trattato di un’impresa decisamente temeraria, in linea con la sua tendenza a sfidare l’impossibile, alla quale rimarrà sempre fedele. Il Quartetto è la prima grande opera di Ravel, e di un Ravel assolutamente maturo. Modellato sul Quartetto di Debussy, i punti di contatto con quest’ultima opera sono evidenti e vanno da alcune identiche indicazioni di movimento, alla posizione dello Scherzo (al secondo posto), all’uso di alcune tecniche esecutive (come il pizzicato in 2 e 6). Pierre Lalo scrisse addirittura che “nelle sue armonie e successioni di accordi, nella sua sonorità e nella forma, in tutti gli elementi che contiene e in tutte le sensazioni che evoca il Quartetto di RaveI offre un’incredibile rassomiglianza con la musica di Debussy.”
Significativa rimane comunque l’attestazione di stima, la prima e forse anche l’ultima, che Debussy fece al giovane RaveI in merito alla richiesta da parte di Fauré di modificare il finale del Quartetto: “Nel nome degli dei della musica e nel mio nome, non toccate una sola nota di quelle che avete scrìtto nel vostro Quartetto”. E così RaveI fece.
Ma soprattutto Ravel dovette sentire la continuità ideale con l’opera di Debussy, il confronto con l’estetica musicale del più anziano collega, scegliendo una via artistica personale, certamente più solare, con una grazia e una dolcezza dei temi e nella classica nitidezza delle forme. Nonostante alcuni pareri favorevoli, il Quartetto di RaveI andò incontro dopo la sua prima esecuzione, il 5 marzo 1904, alla generale incomprensione. Fuori dal coro, il cronista del Mercure de Franco scrisse profeticamente: “Bisogna ricordare il nome di Maurice Ravel, perché sarà uno dei grandi maestri di domani”.
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Biografia
Domenico Nordio. Violino
Domenico Nordio è uno dei musicisti più acclamati del nostro tempo. Si è esibito nelle sale più prestigiose del mondo (Carnegie Hall di New York, Salle Pleyel di Parigi, Teatro alla Scala di Milano, Barbican Center di Londra, Suntory Hall di Tokyo), con le maggiori orchestre, tra le quali la London Symphony, la National de France, l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, l’Orchestre de la Suisse Romande, l’Orchestra Borusan di Istanbul, l’Enescu Philharmonic, la Simon Bolivar di Caracas, la Nazionale della RAI, la SWR Sinfonieorchester di Stoccarda, la Moscow State Symphony e con direttori quali Flor, Steinberg, Casadesus, Luisi, Lazarev, Aykal. I suoi ultimi tour internazionali lo hanno visto impegnato, tra l’altro, alla Sala Grande della Filarmonica di San Pietroburgo, al Concertgebouw di Amsterdam, alla Filarmonica Enescu di Bucarest, al Teatro Municipal di Rio de Janeiro, al Teatro Colon di Buenos Aires, alla Sala Tchaikovskij di Mosca, al Zorlu Center di Istanbul, all’Auditorium di Milano, alla Filarmonica di Kiev, nella Sala San Paolo di São Paulo, nella Sala Nezahualcóyotl di Città del Messico, al Teatro Solis di Montevideo, nella Sala Simon Bolivar di Caracas, all’Auditorium RAI di Torino. Domenico Nordio è un artista Sony Classical. I suoi ultimi CD includono Respighi e Dallapiccola con Muhai Tang e la Filarmonica Toscanini di Parma (pubblicato a livello internazionale a Marzo 2013), Castelnuovo Tedesco e Casella con l’Orchestra della Svizzera Italiana e Tito Ceccherini (pubblicato a livello internazionale a Gennaio 2015), Busoni e Malipiero con l’Orchestra Verdi di Milano e Tito Ceccherini (pubblicato a livello internazionale nel 2018). Allievo di Corrado Romano e di Michèle Auclair, nato a Venezia nel 1971, ex bambino prodigio (ha tenuto il suo primo recital a dieci anni), Domenico Nordio ha vinto a sedici anni il Concorso Internazionale “Viotti” di Vercelli con il leggendario Yehudy Menuhin Presidente di Giuria. Dopo le affermazioni ai Concorsi Thibaud di Parigi, Sigall di Viña del Mar e Francescatti di Marsiglia, il Gran Premio dell’Eurovisione ottenuto nel 1988 lo ha lanciato alla carriera internazionale: Nordio è l’unico vincitore italiano nella storia del Concorso.
Dal 2017 è Artista Residente dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi.