Un giovane aristocratico annoiato dalla vita si lascia sfuggire, per gioco, quello che troppo tardi riconoscerà come il vero, grande amore.
Torna alla Scala dal 24 ottobre al 10 novembre Onegin di John Cranko, esempio perfetto di moderno “dramma in danza” ispirato al romanzo in versi di Aleksandr Puškin¸ che Cranko riscrisse con maestria e sensibilità: una grande storia d’amore infelice narrata con passi a due di straordinaria potenza espressiva, personaggi scolpiti con precisione e una splendida galleria di danze d’insieme. La partitura del balletto, affidata all’elaborazione di Kurt-Heinz Stolze, fidato collaboratore di Cranko, si basa interamente su musiche di Čajkovskij, senza però nemmeno una nota tratta dalla sua opera Evgenij Onegin: l’assemblaggio e l’orchestrazione dei vari brani vennero concepiti in relazione alla espressività drammatica di ciascun brano, legandosi alla concezione del balletto come spettacolo teatrale completo.
In questo incontro, Silvia Poletti parlerà delle peculiarità di questo balletto straordinario e del suo legame con l’opera letteraria da cui trasse ispirazione. “Onegin di John Cranko – commenta Poletti – non è soltanto uno dei titoli del repertorio coreografico più amati da interpreti e pubblico. E’ una vera e propria opera cardinale che imprime una svolta definitiva al balletto cosiddetto ‘narrativo’ moderno, con la trasformazione degli schemi coreografici tradizionali in funzione dello sviluppo del dramma dei suoi personaggi – un dramma soprattutto intimo e emozionale. Ma è anche una interessante interpretazione della poesia di Puškin e del mondo che quella poesia evoca. Un mondo che, allora, era in piena definizione, alla ricerca di un costante equilibrio tra differenze culturali e regole sociali, tra anima russa e spleen europeo. Per delineare il complesso background nel quale Onegin e Tat’jana si muovono e agiscono, Cranko attinge anche alla comedy of manners di scuola britannica e alla lezione di maestri come il coreografo Antony Tudor. Ne esce un interessante gioco di spunti e rimandi dal testo coreografico a quello letterario che si allarga verso altri testi e contesti, in un affascinante cortocircuito di suggestioni che alimentano ancora oggi il fascino indiscusso di questo balletto”.
Giornalista e critico per le pagine cultura del sole24ore.com e il dorso toscano del Corriere della Sera, Silvia Poletti collabora tra l’altro a riviste specializzate italiane (Danza&Danza; www.delteatro.it) e straniere (Dance International; Tanz; Dance Magazine). Per i principali festival e teatri italiani e internazionali cura saggi e conferenze sul teatro di danza e come docente ha tenuto corsi di Storia della Danza all’ Università di Urbino Carlo Bo e Università di Venezia Cà Foscari. Ha pubblicato John Neumeier (Palermo 2004), Kylian/Ek/Neumeier (Reggio Emilia 2006) ed è tra gli autori di Storia della Danza Italiana (Torino 2011).
Ingresso libero fino ad esaurimento posti