Sergej Prokof’ev Concerto per violino e orchestra n. 2 in Sol minore op. 63
Petr Il’ič Čajkovskij Suite n. 3 in Sol maggiore op. 55
Violino Carolin Widmann
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Stanislav Kochanovsky
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L’anima russa di due grandi compositori, Prokof’ev e Čajkovskij, affidata in questo quarto appuntamento della stagione sinfonica 2019-20 de laVerdi alla sensibilità di un direttore che proviene dalla stessa terra: Stanislav Kochanovsky, nato a San Pietroburgo e considerato oggi fra i più brillanti e promettenti direttori russi emergenti. Un programma di grande impatto che evidenzia due facce dell’animo russo, una più romantica, quella di Čajkovskij e l’altra, di Prokof’ev, più razionale, ma entrambe decisamente emozionanti e coinvolgenti.
Per il suo graditissimo ritorno sul palco dell’Auditorium, Kochanovsky dirige l’Orchestra sinfonica di Milano venerdì 25 ottobre (ore 20.00) e domenica 27 ottobre (ore 16.00). Nella prima parte il Concerto per violino e orchestra n.2 composto da Sergej Prokof’ev nel 1935, vent’anni dopo il suo primo concerto per violino e orchestra, ed eseguito per la prima volta il 1° dicembre dello stesso anno a Madrid dal famoso violinista francese Robert Soëtens con un’accoglienza trionfale. Il ruolo solista qui è affidato alla grande sensibilità della violinista tedesca Carolin Widmann, musicista straordinariamente versatile, con una carriera luminosa che va dai grandi classici a opere contemporanee appositamente composte per lei e che per la prima volta è ospite sul palco dell’Auditorium di largo Mahler. La seconda parte del concerto vede protagonista la musica di Petr Il’ič Čajkovskij che con la Suite n. 3 in Sol maggiore op. 55 esplora una forma più libera rispetto a quella sinfonica che – come spiegava lo stesso compositore – gli permetteva esprimersi con maggior libertà e spontaneità. Composta nel 1884, la Suite fu eseguita a San Pietroburgo il 24 gennaio 1885 diretta da Hans von Bülow e salutata da un successo trionfale.
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Venerdì 25 ottobre 2019, ore 20.00
Domenica 27 ottobre 2019, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
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ConferenzaVenerdì 25 ottobre ore 18.00– Foyer della balconata
In collaborazione con Associazione Italia RussiaProkof’ev e la sua “nuova semplicità”Relatori Fausto Malcovati e Martino Tosi Ingresso libero.
Biglietti: euro 36.00/15.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
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Programma
Sergej Prokof’ev (1891 – 1953) Concerto n. 2 in sol minore per violino e orchestra, op. 63
Dopo avere lasciato la sua Russia nel 1918, nel bel mezzo della guerra civile, in volontario esilio negli Stati Uniti, dove diventa famoso sia come compositore che come esecutore Sergej Prokof’ev è spesso in giro per tournée: a Londra, dove conosce Claude Debussy, Maurice Ravel, Richard Strauss e a Parigi (dal 1923 al 1933) dove incontra anche il famoso violinista francese Robert Soëtens con il quale parte per una tournée di 40 date in Europa e nell’Africa del nord, episodio del tutto singolare nella carriera pianistica di Prokof’ev, che per il resto non sembra aver mai prediletto l’esibizione in duo. Forse pensato in un primo momento come sonata per pianoforte e violino, il Concerto in sol minore n. 2 per violino e orchestra op. 63 viene composto nel 1935, vent’anni dopo il primo concerto per violino e orchestra, ed eseguito per la prima volta il 1° dicembre dello stesso anno a Madrid da Soëtens con l’Orquesta Sinfónica de Madrid diretta da Enrique Fernández Arbós e tale è l’accoglienza nella capitale spagnola che a fine concerto una delegazione di musicisti si reca a ringraziare il compositore. La prima parte della composizione è piuttosto convenzionale rispetto ad altri concerti di Prokov’ef, soprattutto nel primo movimento, ma quello che attrae maggiormente è il secondo tempo, con un idillico solo di violino che si conclude con il primo tema affidato al violoncello, con accompagnamento del violino. Il terzo movimento è poi un omaggio alla Spagna, con l’intervento delle nacchere ogni volta che il tema principale ricompare. Più tardi il compositore annoterà: “II numero dei posti in cui ho scritto il Concerto dimostrano il tipo di vita nomade che conducevo allora. Il tema principale del primo movimento l’ho scritto a Parigi, il primo tema del secondo movimento a Voronezh, l’orchestrazione l’ho finita a Baku e la “prima” è stata a Madrid”.
In terra britannica il Concerto sbarca l’anno successivo, sempre eseguito da Soëtens e diretto da Sir Henry J. Wood nel 1936 e dal compositore nel 1938. L’indole migrante resta come un’impronta caratteristica di questa composizione, che Soëtens, che morirà nel ’97 all’età di 100 anni, suonerà moltissime volte e in ogni parte del mondo.
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Petr Il’ič Čajkovskij (1840-1893) Suite n. 3 in Sol maggiore op. 55
Nella produzione orchestrale di Čajkovskij, la suite trova una sua collocazione particolare, come lo stesso musicista spiega in una lettera indirizzata nel 1884 alla sua benefattrice Nadežda von Meck: “Ho cominciato una nuova composizione in forma di suite.Trovo questa forma molto congeniale perché non vi sono restrizioni né obblighi di osservare una qualche tradizione o regola.”. Il fatto di non essere vincolato allo schema rigido della sinfonia classica permetteva evidentemente a Čajkovskij di esprimersi con maggior libertà e spontaneità. Il successo arriso nel dicembre 1879 all’esecuzione a Mosca della Prima Suite indusse Cajkovskij, nell’estate 1883, a comporre la Suite n. 2 in do maggiore op. 53, sul medesimo schema. L’esecuzione a Mosca nel febbraio 1884 ebbe grande successo, anche se in seguito, il lavoro uscì dal repertorio ed è praticamente sconosciuto. La stesura della Suite n. 3 in sol maggiore op. 55 avvenne a Kamenka tra l’aprile e il luglio del 1884. Tolto di mezzo, dopo lunghe perplessità, l’originario movimento iniziale, denominato Contrasti – che venne poi trasposto all’avvio della Fantasia da concerto op. 56, suite fu eseguita a San Pietroburgo il 24 gennaio 1885 sotto la elettrizzante direzione di Hans von Bülow, salutata da un trionfo inverosimile. Una settimana dopo, con Max Erdmannsdörfer sul podio, il successo si rinnovò a Mosca. In entrambe le città le recensioni risultarono assai positive. Laroche scrisse che «con Cajkovskij il cuore del mondo musicale si era trasferito dalla Germania alla Russia». Ed anche nella sua tournée in Occidente del 1888-89 e negli Stati Uniti del 1891, come direttore d’orchestra, Cajkovskij incluse nei suoi programmi la Terza Suite.
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BiografieCarolin Widmann, violino
Musicista straordinariamente versatile, ha un repertorio che spazia dai grandi concerti classici, a nuove commissioni scritte appositamente per lei e recital, oltre che esecuzioni di musica da camera e con strumenti storici, sia come solista che concertatore. Nel 2017 ha ricevuto il Bayerischer Staatspreis per la sua eccezionale musicalità e personalità. È stata inoltre insignita del Classical Music Award (categoria Concerto) per le registrazioni dei Concerti per violino di Mendelssohn e Schumann con la Chamber Orchestra of Europe, diretta dalla stessa Widmann, pubblicati nel 2016 e acclamati dalla critica. Nominata “Musicista dell’anno” agli International Classical Music Awards 2013, ha collaborato con le orchestre più prestigiose del mondo, tra cui i Berliner Philharmoniker, l’Orchestre de Paris, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunk, la Royal Stockholm Philharmonic, la Seattle Symphony, la Sydney Symphony, la Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino, la Leipzig Gewandhaus, la Tonhalle Orchester di Zurigo, la Czech Philharmonic e la Philharmonia Orchestra, così come con i direttori Simon Rattle, Riccardo Chailly, Roger Norrington, Edward Gardner, Sakari Oramo, Vladimir Jurowski, Daniel Harding, Christoph von Dohnányi e François-Xavier Roth. È stata inoltre ospite dei Festival di Berlino, Salisburgo, Lucerna, Ravinia e del Festival d’Automne Paris e Mcklenurg-Vorpommern. Durante la stagione 2014/15 è stata Artist in Residence della Alte Oper di Francoforte, dove si è esibita in numerosi recital e concerti da camera, e ha anche suonato/diretto progetti con l’Akademie fürAlte Musik di Berlino. Lo stesso anno ha eseguito la prima assoluta di un nuovo concerto per violino scritto per lei da Julian Anderson ed eseguito al Southbank Centre con la London Philharmonic diretta da Vladimir Jurowski. Tra gli impegni della stagione 2019/20, il ritorno alla Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino, alla Dresdner Philharmonie, alla BBC Symphony di Londra, alla NDR Elbphilharmonie diretta da Alan Gilbert, sia all’Elbphilharmonie di Amburgo che al Beethovenfest di Bonn. Sarà di nuovo ospite della São Paulo Symphony Orchestra per un progetto in cui suona e dirige, così come alla Alte Oper di Francoforte per il suo debutto con l’Accademia Bizantina e il violino barocco. Durante la stagione, debutta con l’Orchestre de Chambre de Paris, con la Los Angeles Philharmonic, con la Mahler Chamber e la Scottish Chamber Orchestra, così come con la Orpheus Chamber Orchestra per il concerto di debutto a New York. Prolifica musicista da camera, è regolarmente ospite delle sale da concerto più prestigiose tra cui la Wigmore Hall di Londra, il Bozar di Bruxelles, il Louvre di Parigi, la Festspielhaus di Baden-Baden, la Philharmonie di Berlino, e la Konzerthaus di Vienna. Durante la scorsa stagione è stata in tournée nel Nord e Sud America, e alla Konzerthaus di Vienna ha eseguito un recital interamente dedicato a Beethoven per le celebrazioni dell’anniversario della nascita del grande musicista. Di recente ha eseguito la prima assoluta del Concerto per violino n. 2 di Jörg Widmann alla Suntory Hall di Tokyo, poi ripreso in Europa con l’Orchestre de Paris e la Swedish Radio Symphony Orchestra dirette da Daniel Harding, e con la Frankfurt Radio Symphony Orchestra alla Alte Oper con la direzione di Andrés Orozco Estrada.Le sue incisioni delle sonate di Schubert e Schumann hanno ricevuto diversi premi, inclusi il Diapason d’Or e il German Record Critics’ Award. Il suo album di debutto del 2006, Reflections I, è stato nominato al Critics’ Choice of the Year. Nel 2013 ha registrato il concerto Violin and Orchestradi Morton Feldman con la Frankfurt Radio Symphony Orchestra diretta da Emilio Pomárico. Carolin Widmann ha un interesse particolare anche nell’interagire con altre forme d’arte; ha suonato in occasione di concerti con la Sasha Waltz Company al Mozartwoche di Salisburgo e alle celebrazioni inaugurali della Elbphilharmonie di Amburgo, si è esibita in un recital solistico nello stadio di Francoforte per un progetto curato dall’architetto Daniel Libeskind, ed ha curato programmi di concerti da eseguire nelle sale del Museo Ludwig di Lipsia e nel Museo delle Arti Moderne di Francoforte. Nel marzo 2019 ha collaborato ad un progetto con la performer Marina Abramovi?.Nata a Monaco, ha studiato con Igor Ozim a Colonia, con Michèle Auclair a Boston e con David Takeno alla Guildhall School of Music and Drama di Londra. Dal 2006 insegna violino all’Università di Musica e Teatro “F. Mendelssohn-Bartholdy” di Lipsia. Suona un violino G.B. Guadagnini del 1782.
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Stanislav Kochanovsky, direttore
Nasce e studia a San Pietroburgo ed è oggi considerato tra i più brillanti e promettenti giovani direttori russi. Con una profonda e vasta conoscenza dei repertori sinfonico ed operistico, già durante gli anni di formazione ha diretto al Mikhailovsky Theatre come Direttore Principale della State Safonov Philharmonic Orchestra, e sta ora ricevendo attenzioni dalle orchestre e dai teatri di tutto il mondo. Durante la stagione 2019/20, debutterà con la Danish National Symphony Orchestra, con la Gürzenich Orchestra di Colonia, con la Dresden Philharmonic orchestra, e tornerà a dirigere la Netherlands Radio Symphony Orchestra, l’Orchestre National du Capitole di Tolosa, la Belgian National Orchestra, la Melbourne Symphony Orchestra, la St. Petersburg Philharmonic Orchestra, la Russian National Orchestra, e la Mariinsky Sypmhony e la Malaysian Philharmonic Orchestra. Recentemente ha debuttato con successo con la Royal Concertgebouw Orchestra, con la Philharmonia Orchestra londinese, con l’Orchestre de Paris, con la Oslo Philharmonic Orchestra, con la City of Birmingham Symphony Orchestra, con la Netherlands Philharmonic Orchestra, la Royal Stockholm Philharmonic. Torna regolarmente a dirigere l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Rotterdam Philharmonic e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, e molte altre. Ha diretto per tre anni consecutivi, con grande successo, la Verbier Festival Academy, dirigendo ogni anno un’opera in concerto: Eugene Onegin (2017), Rigoletto (2018), Die Zauberflöte (2019), e un programma sinfonico con i solisti Lucas Debargue e Mikhail Pletnev. È inoltre ospite regolare dello Stars of the White Nights di San Pietroburgo, del Klarafestival di Bruxelles e di MITO Settembre in Musica di Milano e Torino. Di recente ha diretto La dama di piccheed Eugene Oneginall’Opernahus di Zurigo, Iolanta al Maggio Musicale Fiorentino, Il principe Igor’alla Dutch National Opera di Amstedam e Boris Godunovalla Korean National Opera. Come direttore ospite, dirige regolarmente al Mariinskij, e ha oltre trenta opere nel suo repertorio. Oltre al repertorio classico, ha un profondo interesse anche per la direzione di lavori raramente eseguiti. Nelle ultime stagioni, ha diretto lavori rari come il Requiem di Ligeti, Prefatory Action. Mysterium di Scriabin-Nemtin, Psalmus Hungaricusdi Kodály con la Belgian National Ochestra, l’opera incompleta di Shostakovich The Gambler alla Chamber Opera di San Pietroburgo, Silencedi Myaskovsky e il Concerto per pianoforte n.1 di Medtner con la Russian National Philharmonic di Mosca; le cantate Sulamithdi Jan van Gilse e John of Damascusdi Sergei Tanejev con la Netherlands Radio Philharmonic Orchestra. Si dedica inoltre ad eseguire lavori di compositori contemporanei quali Fedele, Broström, Visman, Campogrande, Martinsson, Golijov, Thorvaldsdottir, Tarnopolski, Rääts e molti altri.
“Every aspect of this supercharged work thrived under his direction” – Classical Source (Philharmonia Orchestra) “The finale’s blazing coda was Brucknerian in nobility, and this impressive conductor was duly acclaimed.” – backtrack (Philharmonia Orchestra) “This performance of the Pathétique, lucid, well-paced and detailed, left no doubt he has plenty to say.” – bachtrack (Rotterdam Philharmonic Orchestra) “Stanislav Kochanovsky reigns with exceptionally elegant movements, great flexibility and delicacy” – Anna Mika/Kronenzeitung (Opernhaus Zürich) “…his gesture is elegant, beautiful and very refined, which almost seems to sculpt the sound” – Stefano Ceccarelli/L’Ape Musicale (L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia).