È una tastiera polifonica e raffinata quella che risuonerà nel concerto dell’Accademia Filarmonica Romana giovedì 28 novembre al Teatro Argentina (ore 20). Protagonista uno dei pianisti più interessanti della scena mondiale, Piotr Anderszewski. Polacco di Varsavia, cinquant’anni nel 2019, assente dai palcoscenici della capitale dal 2011, è vincitore del Premio Gilmore, Premio Szymanowski e premio della Royal Philharmonic Society, nonché di diversi Grammy Award, ospite regolare delle sale da concerto fra le più celebri del panorama musicale internazionale (Wiener Konzerthaus, Wigmore Hall, Carnegie Hall, Théâtre des Champs-Elysées, Concertgebouw di Amsterdam).
Un’occasione preziosa dunque per il pubblico romano che potrà nuovamente ascoltare il talento di questo pianista in un programma ricercato, dal carattere “contrappuntistico”, che affianca lavori polifonici di Bach e Schumann, alla Sonata op. 110 di Beethoven, che si conclude proprio con una Fuga. Si passerà così da quello che a metà dell’Ottocento Hans von Bülow definiva l’Antico Testamento della musica per strumento a tastiera qual è il Clavicembalo ben temperato, al Nuovo Testamento delle 32 Sonate di Beethoven.
Il concerto si apre dunque con una selezione di tre Preludi e Fughe dal Secondo libro del Clavicembalo ben temperato composto da Bach nel 1744, fra il rigore delle fughe e il carattere rapsodico e melodico dei preludi che le precedono (si ascolteranno i preludi e fughe in mi bemolle maggiore BWV 876, la bemolle maggiore BWV 886, sol diesis minore BWV 887). Seguono due pagine di raro ascolto del repertorio schumanniano, i 7 Pezzi in forma di Fughetta op. 126, scritti nel 1853 come omaggio dichiarato al genio di Bach (fu lo stesso Schumann a coniare nel 1845 il termine Fugenpassion “passione per la fuga”, che lo portò a un approfondimento dello studio del contrappunto), e dello stesso anno I canti dell’alba op. 133, pezzi «difficili da capire, dallo strano tono espressivo», come diceva la moglie Clara, frutto dello Schumann più ermetico e visionario, alla ricerca di percorsi armonici inusitati, anche nell’invenzione ritmica. A chiudere la serata la Sonata n. 31 in la bemolle maggiore op. 110 di Beethoven, capolavoro e penultima delle Sonate del musicista di Bonn terminata nel 1821. Un autore particolarmente caro ad Anderszewski che non ha solo registrato in CD, ma ha anche approfondito nel documentario firmato dal regista Bruno Monsaingeon, Piotr Anderszewski interpreta le Variazioni Diabelli (2001), in cui si esplora il particolare rapporto di Anderszewski con l’opera di Beethoven. Una collaborazione, quella fra Anderszewski e Monsaingeon, lunga e proficua da cui sono nati interessanti documentari. “Anderszewski è un artista fuori dall’ordinario – ha dichiarato il regista francese – a partire, ovviamente, dal suo talento. Il suo primario interesse non risiede nel pianoforte, o nella musica per pianoforte, ma nella musica in sé stessa. Fuori dall’ordinario è il suo repertorio, con una scelta di programma per i suoi recital sempre intelligente e meticolosa, e fuori dall’ordinario è la sua abilità nel condurre il pubblico nei suoi originali percorsi musicali”.
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Piotr Anderszewski. Considerato uno dei migliori musicisti della sua generazione, è ospite regolare delle sale da concerto quali Wiener Konzerthaus, Wigmore Hall, Carnegie Hall, Théâtre des Champs-Elysées e Concertgebouw di Amsterdam. Ha collaborato con i Philharmoniker di Berlino, con le orchestre London Symphony e Philharmonia e la NHK Symphony Orchestra. Ha inoltre suonato e diretto in concerti con la Scottish Chamber Orchestra, la Chamber Orchestra of Europe e la Camerata Salzburg.
Nella stagione 2019-20 suonerà con la Czech Philharmonic Orchestra, la City of Birmingham Symphony Orchestra, l’Orchestre de Paris, la Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino, la Tonhalle-Orchester di Zurigo e la Chicago Symphony Orchestra. Terrà inoltre recital a Colonia, Amburgo, Francoforte, Roma, Mosca, Firenze e Torino.
È artista esclusivo della Warner Classics/Erato dal 2000. Con l’etichetta ha registrato le Variazioni Diabelli di Beethoven, le Partite n.1, 3 e 6 di Bach nominate ai Grammy e un CD di lavori per pianoforte di Szymanowski, grazie al quale ha ricevuto il Gramophone Award nel 2006. La sua registrazione dedicata alle opere di Robert Schumann ha ricevuto il premio Recording of the Year del BBC Music Magazine nel 2012. L’album delle Suites Inglesi n. 1, 3 e 5 di Bach, pubblicato nel novembre 2014, ha vinto il Gramophone Award nel 2015. Nel 2018 ha pubblicato un album dedicato a due tardivi concerti di Mozart con la Chamber Orchestra of Europe.
Riconosciuto per l’intensità e l’originalità delle sue interpretazioni, Piotr Anderszewski ha ricevuto il Premio Gilmore, il Premio Szymanowski e il premio della Royal Philharmonic Society.
È stato anche protagonista di numerosi documentari del regista Bruno Monsaingeon, Piotr Anderszewski interpreta le Variazioni Diabelli (2001), in cui esplora il particolare rapporto di Anderszewski con l’opera iconica di Beethoven. Unquiet Traveller (2008), un insolito ritratto d’artista che cattura le riflessioni di Anderszewski sulla musica, la performance e le sue radici polacco-ungheresi. Nel 2016 Anderszewski è passato dall’altro lato della macchina da presa per esplorare il suo rapporto con la nativa Varsavia, producendo il film Je m’appelle Varsovie.
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Biglietti: da 25 a 16 euro, ragazzi fino a 14 anni 9 euro.
Info: tel. 06 3201752, email promozione@filarmonicaromana.org
Programma sul sito www.filarmonicaromana.org