Un destino cambiato e baciato dalla fortuna ha interessato, e interessa tuttora, Cenerentola, protagonista dell’omonima fiaba; nonché la sua interprete, prima ballerina della Scala di Milano da marzo 2018: Virna Toppi. L’incontro sul palcoscenico tra le due giovani donne è avvenuto a maggio di quest’anno in occasione della rappresentazione del balletto di Sergej Prokofiev presso il Teatro Brancaccio di Roma, e a causa dell’infortunio della prima ballerina selezionata, Lucia Lacarra.
Nelle sue note di regia il coreografo Luciano Cannito parla della vicenda della povera ragazza costantemente maltrattata dalla sua stessa famiglia, quindi del suo riscatto, come la dimostrazione che i sogni possano trovare la propria strada, anche quando non lo si spera più. Questi vengono poi tanto più sublimati nel momento in cui la loro connotazione simbolica (data da un testo, fatto solo di parole) viene arricchita, tramutata in immagini grazie alla trasposizione scenica e alla fluidità dei movimenti della danza.
Una scenografia semplice, fatta di pochi elementi scenici vitalizza un mondo fatto di magia, comicità e divertimento; descritto e diversificato in questi tre aspetti dalla curata restituzione dei personaggi con i costumi e dallo straordinario supporto del corpo di ballo della Roma City Ballet Company. Virna Toppi disegna nello spazio una Cenerentola umile, delicata, a tratti fragile, portatrice di quella storia universale che molte volte rischia di essere considerata secondariamente rispetto all’aspetto tecnico dell’esecuzione (per fortuna non è stato questo il caso). La prima ballerina della Scala ci regala un perfetto connubio tra controllo ed emozione, mai oscurato, anzi poi fortificato dalle performance degli altri membri del cast: di Emilio Pavan, dal 2017 primo ballerino Bayerische Staatsballett, e in particolare di Manuel Paruccini. Il primo entra in punta di piedi nella vita di Cenerentola, donandole con misurati, romantici, precisamente eseguiti, passi di danza le attenzioni che fino a quel momento le erano state negate. Allo stesso modo, il secondo artista, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, tratteggia “en travesti” una matrigna severamente comica, senza mai renderla grottesca, forzata; anzi elevandosi a protagonista indiscusso al fianco di Virna Toppi.
Possiamo affermare che con questa “Cenerentola” Luciano Cannito sia riuscito a costruire la sua realtà fatta di nuove possibilità consentendo al pubblico di lasciarsi investire dalla magia della danza, che con la sua purezza, fin troppo bella per essere vera, ci fa dimenticare di essere a teatro a vedere uno spettacolo.