Il dialogo e il confronto tra le vecchie e le nuove generazioni, di artisti e di spettatori, saranno i temi centrali del “festival torinese” di Concentrica 2019, affrontati attraverso un progetto e un dispositivo di programmazione innovativo: Concentrica a scuola, tra il 7 e il 16 novembre, sarà un festival di due settimane che porterà il meglio della scena contemporanea italiana sui palcoscenici di due “teatri” davvero fuori dall’ordinario: il Convitto Nazionale Umberto I e l’ITIS Avogadro, due storiche scuole cittadine eccezionalmente aperte la sera al pubblico cittadino, con gli spettacoli dei pluripremiati Berardi Casolari, Claudio Morici, C&C Company, Andrea Cosentino, Controcanto Collettivo, quotidiana.com, Linguaggicreativi. In programma ben 5 prime regionali.
Il cuore del progetto è costituito dal ruolo degli studenti, che saranno non solo spettatori ma a tutti gli effetti co-organizzatori del festival, adottando l’iniziativa e trasformando la scuola in un luogo aperto e in dialogo vivo con la programmazione artistica e cultura cittadina. I ragazzi e le ragazze delle due scuole accoglieranno gli spettatori prima dell’inizio degli spettacoli, accompagnandoli nella visita degli storici edifici, solitamente chiusi al pubblico, per scoprirne storia, segreti e curiosità; inoltre, verranno formati due gruppi di lavoro che si occuperanno di comunicare le iniziative attraverso reportage e interviste diffusi sui social network e sui canali web.
I primi tre appuntamenti si svolgeranno al Convitto Nazionale Umberto I, in via Bligny 1 a Torino. Il Convitto, istituito da Carlo Alberto nel 1848, ha sede in un palazzo la cui costruzione, datata a partire dal 1711, è stata realizzata, tra gli altri, anche dal celebre architetto siciliano Filippo Juvarra, a cui si deve il magnifico scalone che il pubblico di Concentrica potrà visitare con la guida speciale degli studenti. Gli spettacoli andranno in scena nell’Aula Magna, per l’occasione trasformata in teatro.
Si inizia giovedì 7 novembre alle 21 con la prima regionale di Amleto Take Away della compagnia Berardi Casolari, spettacolo che ha valso a Gianfranco Berardi, attore pugliese non vedente, il Premio Ubu 2018 come miglior attore. Nella rilettura della compagnia, il celebre testo shakespeariano diventa un affresco tragicomico che gioca sui paradossi, gli ossimori e le contraddizioni del nostro tempo. Amleto, simbolo del dubbio e dell’insicurezza, icona del disagio e dell’inadeguatezza, è il personaggio ideale cui affidare l’indagine su un mondo in cui «tutto è rovesciato, capovolto, dove l’etica è una banca, le missioni sono di pace e la guerra è preventiva».
Il secondo appuntamento sarà venerdì 8 novembre alle 21 con l’attore e scrittore romano Claudio Morici e suoi 46 tentativi di lettera a mio figlio, in prima regionale. 46 lettere, una per ogni anno di vita dell’autore, scritte con un obiettivo ambiziosissimo: spiegare al figlio il senso della vita e soprattutto il perché della separazione dei genitori. A metà tra Carlo Verdone e Franz Kafka, Morici inventa un irresistibile epistolario senza risposte. Un padre separato, brizzolato, ultraquarantenne, piegato dal peso del suo bebè nel marsupio “radical” comprato a Roma est. Mentre con una mano cerca parcheggio e con l’altra naviga su Internet in paranoia per i vaccini. Un padre che vorrebbe il posto fisso, ma è costretto a inseguire i suoi sogni d’artista, per non dare il cattivo esempio. Un padre alla continua ricerca di un messaggio, di un senso, di una qualche perla di saggezza che possa trasmettere al suo erede. Lo spettacolo è finalista al premio In-Box 2019.
Ultimo appuntamento all’Umberto I, sabato 9 novembre alle 21, sarà con il teatro-danza di C&C Company, già ospite di Concentrica con Maria Addolorata nel 2016 e Tristissimo nel 2017. In scena Beast without Beauty, una commedia dell’assurdo beckettiana in forma di danza, un autentico tuffo nel non-sense, un’ironia nera in cui parola, canto e movimento concorrono per raccontare fisicamente il male di vivere: un uomo illanguidito, disperato fino a divenire insensibile, ormai incapace di prendere in mano la sua vita e sottrarla alla miseria nella quale si è impaludata. Sul palco Carlo Massari, Emanuele Rosa e Giuseppina Randi, impegnati in una «coreografia da lasciare senza parole». Lo spettacolo è vincitore, tra gli altri, dei premi Prospettive Danza 2018, Direzioni Altre 2018, Crash Test Festival 2018.
Giro di boa di Concentrica a scuola sarà martedì 12 novembre alle 21, quando la programmazione farà una sosta al Teatro Astra, in collaborazione con TPE – Teatro Piemonte Europa: in scena, con la nuova produzione, un altro artista di casa a Concentrica: Andrea Cosentino, attore, autore, comico e studioso di teatro, insignito del Premio Speciale UBU 2018 per il suo percorso teatrale. In scena la prima regionale di Kotekino Riff, che l’autore stesso racconta come «un coito caotico di sketch interrotti, una roulette russa di gag sull’idiozia, un fluire sincopato di danze scomposte, monologhi surreali e musica. Una esercitazione comica sulla praticabilità della scena, sulla fattibilità dei gesti, sull’abitabilità dei corpi, sulla dicibilità delle storie. Creare aspettative e negarle, fino a mettere in crisi il ruolo di attore e spettatore. Una clownerie gioiosa e nichilista senza altro senso che lo stare al gioco.» Accanto a Cosentino, le musiche dal vivo del polistrumentista Michele Giunta.
Cambio di location giovedì 14 novembre, quando gli spettacoli si sposteranno all’Istituto Amedeo Avogadro, in corso San Maurizio 8. Una delle scuole più longeve di Torino, l’Avogadro ebbe origine nel 1805 come scuola serale di disegno ad opera del Municipio, e con le sue migliaia di studenti ha attraversato la storia della città fino ai giorni nostri, conoscendo il decollo industriale di inizio 900, il fascismo, la crisi bellica e la grande rinascita del dopoguerra. Gli spettacoli andranno in scena nella spettacolare aula Disegno 1, che domina i tetti di Torino con una superba vista sulla Mole Antonelliana.
Primo spettacolo in programma è proprio giovedì 14 novembre alle 21, con la prima regionale di Settanta volte sette, il nuovo spettacolo di Controcanto Collettivo, giovanissima compagnia romana già ospite di Concentrica con l’acclamato Sempre domenica. Vincitore di Teatri del Sacro 2019, l’intenso e coinvolgente spettacolo racconta coralmente, attraverso le voci di sei personaggi, la vita di due famiglie i cui destini s’incrociano una sera come tante, in una casuale e tragicamente banale vicenda da cronaca nera. La storia offre il pretesto per parlare del rimorso che consuma, della rabbia che divora, del dolore che lascia fermi, del tempo che sembra scorrere invano. Scrive la regista Clara Sancricca: «con Settanta volte sette il nostro collettivo affronta il tema del perdono e della sua possibilità nelle relazioni umane. Nella sua gloriosa storia questo concetto ci sembra essere giunto ad un inglorioso epilogo, che lo vede soccombere alla logica – attualmente vincente – della vendetta.»
Venerdì 15 novembre alle 21 si cambia registro con la prima regionale di L’anarchico non è fotogenico dei Quotidiana.com. A questo spettacolo, e ad altri lavori della compagnia riminese, formata da Roberto Scappin e Paola Vannoni, la Biennale Teatro di Venezia ha recentemente dedicato una retrospettiva. Ne L’anarchico non è fotogenico, tra folgoranti battute e siparietti surreali, due cow-boy si affrontano in una partitura dialettico-gestuale, con un testo che passo dopo passo si oppone all’opinione comune e alle mistificazioni del buon senso. Lo spettacolo costituisce il primo capitolo della trilogia Tutto è bene quel che finisce, che indaga «il principio di buona morte, legato al concetto di fine o accelerazione di una fine certa, si intreccia con l’interesse a confrontarci sulle eutanasie negate, riferite non solo al campo medico-scientifico ma anche a quello della politica, della biopolitica e della cultura.»
Ultimo capitolo di Concentrica a scuola sarà sabato 16 novembre alle 21 con la giovane compagnia milanese Teatro Linguaggicreativi, che il pubblico del Teatro della Caduta ha già avuto modo di apprezzare ne La nebbiosa. I ragazzi del massacro, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Scerbanenco, è uno spettacolo sulla giustizia: «Si parla di una maestra assassinata dai suoi undici allievi della scuola serale, un giorno di maggio del 1968, e di un uomo che non si arrende alle apparenze. Di una voce fuori dal coro, quella di Duca Lamberti, che non vuole il mostro in prima pagina, ma crede che la giustizia sia sopra ogni convenienza. Attorno all’omicidio si agita il ‘68. Con le manifestazioni, le occupazioni e gli scontri di piazza. Una piccola storia dentro alla grande Storia. Una storia umana, che appartiene a tutta quell’umanità che crede che la verità sia un bene necessario e la giustizia una vittoria del genere umano contro la barbarie.» Lo spettacolo ha vinto il Bando Next 2018.