un film di JUSTIN DEC
con ELIZABETH LAIL, JORDAN CALLOWAY, PETER FACINELLI
distribuito da EAGLE PICTURES
durata 90′
SINOSSI
E se un’app potesse dirti quanto tempo ti rimane prima di morire? Un gruppo di ragazzi, per gioco, scarica sul cellulare una nuova applicazione che permette di prevedere esattamente la propria data di morte. A turno i ragazzi scoprono che l’app COUNTDOWN non lascia scampo ed è impossibile da disinstallare. Con il passare delle ore e la fine che si avvicina, ognuno di loro dovrà trovare un modo per salvarsi prima che scada il tempo.
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IL FILM
Come molti nel settore, Dec ha iniziato la sua carriera lavorando come assistente alla produzione e nel 2008 ha incontrato Sean Anders e John Morris sul set del loro primo film. “Ci sono sempre alcuni giovani che si distinguono e diventano i tuoi punti di riferimento; Justin era una di quelle persone”, afferma Anders.
Quando non era sul set, Dec trascorreva qualsiasi momento libero girando i suoi film, inviando sempre le sue sceneggiature e cortometraggi ad Anders e Morris per avere un feedback.
“Sapevamo che Justin fosse un aspirante regista”, continua Anders. “Ha iniziato in modo molto simile a me e John: fare film con i nostri amici a budget zero”.
Il concetto di Countdown è ispirato a un gesto molto semplice: impostare il timer su uno smartphone. “Un giorno mi è venuta in mente l’idea: cosa succederebbe se questo timer indicasse il momento della mia morte?”, dice Dec. “Probabilmente non è un pensiero da persona normale, ma mi ha fatto venire in mente qualcosa”.
Dec ha risparmiato ogni centesimo che ha guadagnato lavorando come assistente alla produzione e nel 2016 è stato in grado di creare in sole due notti il cortometraggio di cinque minuti, Countdown. Ha presentato il corto in molti festival cinematografici. Dec ha anche inviato il cortometraggio ai suoi mentori Anders e Morris e i due hanno avuto una reazione inaspettata: gli hanno chiesto di trasformare il corto di cinque minuti in un film.
“Da un lato mi ha fatto ridere l’idea di un’app killer”, afferma Anders.”Era molto ben studiata; ho subito iniziato a pensare al tipo di film che ne sarebbe potuto uscire”.
Alla ricerca di un ulteriore supporto per dare vita alla loro visione, i filmmakers si sono rivolti a John Rickard, con cui Anders e Morris avevano collaborato in Come ammazzare il capo 2.
Nel momento stesso in cui Rickard ha ascoltato l’idea, è salito subito a bordo. “Justin, Sean e John sono venuti da me con un’idea del tutto originale e una visione incredibile, molto provocatoria”, dice. “È come se il franchising di Final Destinationincontrasse The Ringin un’app; mi ha attirato all’istante”.
In Countdown, quell’atavica curiosità di voler conoscere il momento della propria morte si lega a un tema moderno – l’ossessione per i nostri telefoni – che offre le basi per un film horror particolarmente attuale.
“Abbiamo tutti questa ossessione per i cellulari, al punto che le persone sono più connesse con i loro smartphone che con le loro famiglie”, afferma Rickard.”Ho pensato che fosse intelligente sposare le due idee. Mi è sembrata la formula perfetta per un film horror con un significato dietro”.
Schiller concorda sul fatto che il film possa piacere perché mescola allo stesso tempo la paura con il divertimento. “Questo film è terrificante, e deve esserlo, ma ci sono anche elementi della commedia. Per me, i momenti di leggerezza vanno di pari passo con quelli horror, e questo film lo fa in modo eccezionale”.
Per Anders c’era la premessa per un film horror molto divertente. “È una storia emozionante che fa anche luce su quanto siamo dipendenti dai nostri dispositivi elettronici, e lo fa in unmodo molto originale, mostrando come questi controllino le nostre vite e potenzialmente… la nostra morte”.
I filmmakers hanno anche colto l’opportunità di programmare il film per Halloween. “È un film intelligente e spaventoso che sa di non prendersi troppo sul serio: nei cinema non ci sarà nulla di simile”, afferma Schiller.
Per i filmmakers, che hanno un ampio elenco di commedie di successo all’attivo, Countdown si è rivelato essere una nuova entusiasmante sfida. Il team ha approfondito le ricerche studiando film horror e registi che si sono rivelati fondamentali per imparare le regole di questo genere.
“Sean e John sono il tipo di creatori che non amano nascondersi dietro le sceneggiature, anzi, scompongono tutto e analizzano concetti e personaggi per trovare il modo migliore per raccontare la storia, nel modo più avvincente possibile. Secondo me non c’è nessuno che lo faccia meglio di loro”, afferma Rickard.
Durante la loro vasta ricerca, hanno scoperto che la commedia e l’horror condividono alcuni punti chiave. Mentre la commedia stabilisce un’aspettativa e la sovverte, l’horror stabilisce degli schemi per poi sorprendere il pubblico.
“I due generi hanno così tanto in comune: il modo in cui crei fisicamente un set da film horror e uno da commedia, per esempio”, afferma Anders. “Detto questo, eravamo dei novellini del settore e avevamo molto da imparare lungo la strada”.
Invece di realizzare un film interamente horror, i filmmakers hanno cercato di alleggerire i momenti di paura con il senso dell’umorismo.
“La premessa del film non si presta soltanto a una storia gotica dell’orrore”, afferma Dec. “I momenti di intensità possono essere seguiti da momenti di leggerezza, così il pubblico può respirare di nuovo. Si avrà paura, ma si riderà anche. Coloro che trovano i film horror troppo snervanti, apprezzeranno questo film perché c’è un buon equilibrio tra paura e divertimento”.
Il film sovverte anche alcuni cliché del genere horror – per esempio, che quando hai a che fare con un demone hai bisogno di un prete serio e stoico. Padre John (P. J. Byrne di The Wolf of Wall Street) era un seguace degli insegnamenti più morbosi della Bibbia.
“Ha questo fanatismo per la Bibbia e i suoi demoni”, afferma Anders.”Questo è ciò che amo del personaggio e di come è stato interpretato. Cercavamo opportunità come quelle per divertirci un po’”.
Una parte fondamentale del film era garantire che il demone evocato fosse davvero terrificante.
“Puoi conoscere il tuo destino o puoi morire in modo naturale, ma se decidi di prendere quelle informazioni e provi a cambiare il tuo destino, infrangi le regole”, dice Dec. “Il demone è un cacciatore a cui piace la caccia e vuole essere il tuo incubo, in ogni secondo, fino al tuo ultimo respiro”.
I filmmakers hanno scelto di rivelare lentamente il demone, per creare un senso di suspense, iniziando con un’ombra fino a vedere sempre più caratteristiche di uno spirito che si nutre di anime. Il demone si nutre anche delle paure di cui non parliamo mai: i demoni interiori che ci divorano.
Anche se Quinn sembra avere una vita tranquilla, ha dei demoni in agguato sotto la superficie. Quinn si incolpa per la perdita di sua madre e le tensioni che ha causato alla sua famiglia, specialmente con sua sorella minore Jordan (Talitha Bateman di Annabelle: Creation).
“Chiaramente, Quinn avrebbe dovuto assumere un ruolo materno all’interno della sua famiglia, dopo la morte della madre, invece si sta concentrando sulla sua vita personale”, afferma Dec. “Tutti noi ci portiamo dentro questi demoni che teniamo sepolti, e a Quinn, ciò le impedisce di avere una relazione più intima con la sua famiglia. Ciò la sta già ossessionando quando lei scarica l’app”.
Quinn dà la sua famiglia per scontata, parlando raramente con i suoi familiari. Quando tenta di ricongiungersi con coloro che ama dopo aver scaricato l’app, qualcosa ancora peggio della morte le sta rapidamente andando incontro e si rende conto che potrebbe essere troppo tardi.
“Uno dei temi centrali del film è che abbiamo così tanto tempo da poter passare con le persone che amiamo”, afferma Rickard. “Dovremmo apprezzare queimomenti perché non sappiamo mai quando scadrà il nostro tempo, quindi… spegniamo per un po’ il telefono”.
Più di ogni altra cosa, i filmmakers volevano offrire al pubblico un film davvero da brivido. “Ci sarà da saltare sulla poltrona, da ridere e da avere paura”, dice Dec. “È un film divertente, veloce e allegro che ti cattura fin dal primo fotogramma e non ti lascia più andare: e quello era l’obiettivo”.
Dec scaricherebbe un’app come COUNTDOWN? “Assolutamente no”, dice.
“Preferisco vivere in modo del tutto inconsapevole”.