Produzione Mismaonda
Un monologo di e con Michela Murgia
Drammaturgia sonora eseguita dal vivo da Francesco Medda Arrogalla
——–
Michela Murgia è una personalità del nostro panorama culturale e una voce fuori dal coro, distante dalla fitta coltre di luoghi comuni che paralizzano e addomesticano le masse, perché non si avvale della facile pratica dello slogan preconfezionato, ma affronta argomenti di delicata attualità con particolare lucidità e un forte, ironico e commovente, slancio riflessivo dotato di un efficace pragmatismo.
Questo monologo ne è la viva testimonianza, atto di militanza intellettuale, presa di posizione politica e sociale che riesce a esprimere una particolare urgenza di evoluzione della coscienza collettiva.
Michela Murgia non teme di esporsi, perché ha imparato a non subire i riflettori che ne hanno fatto, spesso, un facile bersaglio di critiche distruttive, ma, al contrario, riesce a farne occasione costruttiva, propizia a dare luce a temi ancora non sviscerati, irradiandoli di tutta la sua franca chiarezza.
Le sue parole riescono a penetrare il sipario, a restare in chi le ha ascoltate, a risvegliare meccanismi logici ed emotivi, sopiti, sino ad allora, sotto il peso del costume sociale retrogrado di questo piccolo nostro paese, suscitando dialogo, confronto, dibattito e scuotendo con decisione il nostro abitudinario adattamento ad una difficile quotidianità sminuente, avvilente, marcatamente maschilista e palesemente ipocrita, per raccogliere, senza mezzi termini, sulla bilancia del pensiero, tutto il peso del corpo di una donna e del suo destino, ancora oggi condizionato da un dovere di obbedienza palesemente assurdo.
Michela racconta una storia di prevaricazione, le origini di un clima formativo favorito anzitutto dal nucleo di rifermento primario e poi dal sistema scolastico; con sapienza antropologica disseziona abilmente, porta a comprendere facilmente dinamiche comportamentali così ignorate e così comuni, antiche, primitive.
Uno spettacolo per chi non vuol dispiacere nessuno, ma vuol piacere a tutti, vuole essere amato e non si è mai potuto amare per quello che è.
Ines Arsì