Con Il berretto a sonagli allestito nel 2015, Malosti ha affrontato per la prima volta Pirandello, confrontandosi con uno dei testi più popolari del grande drammaturgo siciliano, cercando di strapparlo allo stereotipo e tentando di restituire la forza eversiva originaria di quei “corpi in rivolta” posti al centro della scena, che è anche labirinto: una feroce macchina/trappola.
Un testo vivissimo grazie alla violenza beffarda della lingua, una sorta di musica espressionista e tragicomica, molto evidente nel testo scritto in dialetto siciliano che è alla base di un lavoro originale di drammaturgia. Una versione più schietta, dura, non ‘ripulita’ del testo pirandelliano, affidata sia al dialetto della prima stesura sia ad un italiano derivato da questa, che assume in sé elementi dialettali, per permettere di affidare agli attori una partitura più ritmica e musicale, recuperando anche una dimensione più autentica in cui la risata dà valore liberatorio. “Colgo nella pièce un carattere visionario come in Molière – dice Malosti – e un andamento da farsa nera. Ciampa è per me un buffone tragico, come il Nietzsche di Ecce homo e l’Arnolphe de La scuola delle mogli”.
Come è noto, Il berretto a sonagli nasce come testo dialettale (‘A birritta ccu ‘i ciancianeddi) per Angelo Musco, attore comico di grande successo. Il testo in dialetto recitato da Musco non fu mai pubblicato da Pirandello, a differenza di quanto avvenne con Liolà. La prima redazione de Il berretto a sonagli, ritrovata nel 1965 e pubblicata solo nel 1988, può oggi diventare un mare linguistico in cui re-immergere il testo italiano, oltre che un prezioso corto-circuito dal punto di vista dei contenuti. Questa prima versione, infatti, ha offerto materia a Malosti per un lavoro di riscoperta e rilettura non solo linguistica, ma di ridefinizione di caratteri e ruoli affioranti dal recupero dei tagli capocomicali di Musco, mai ripristinati dall’autore nell’edizione italiana, anzitutto la perdita di una possibile co-protagonista della commedia, accanto a Ciampa, in Beatrice Fiorìca, la moglie tradita. Si tratta di un testo più duro, politicamente scorretto, a tratti ferocemente antimaschilista nelle battute, sia di Beatrice sia dell’equivoco personaggio della Saracena, e che presenta varianti significative che riguardano tutti i ruoli e in particolare una scena totalmente espunta nella versione italiana posta nel manoscritto all’inizio del secondo atto. Lo spettacolo si inserisce fra le rivisitazioni «d’autore» di Malosti: teatro popolare d’arte, come il felice lavoro tratto da La scuola delle mogli di Molière e il recente Molière / Il Misantropo. Roberta Caronia è Beatrice Fiorìca: Malosti torna a dirigerla dopo la premiata Ifigenia in Cardiff di Gary Owen.
Al Teatro Carcano di Milano da giovedì 28 novembre a domenica 8 dicembre 2019
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IL BERRETTO A SONAGLI
di Luigi Pirandello
Adattamento e regia Valter Malosti
Con Roberta Caronia, Valter Malosti, Paola Pace, Vito Di Bella, Paolo Giangrasso, Maria Lombardo, Roberta Crivelli
Luci Francesco Dell’Elba |Scene Carmelo Giammello | Costumi Alessio Rosati
Produzione TPE -Teatro Piemonte Europa
Personaggi e interpreti Beatrice Fiorìca Roberta Caronia; Ciampa Valter Malosti; Donna Assunta La Bella/La Saracena Paola Pace; Fifì La Bella Vito Di Bella; Alfio Spanò Paolo Giangrasso; Fana Maria Lombardo; Sarina Ciampa Roberta Crivelli
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DURATA: 90 minuti senza intervallo
ORARI: martedì e venerdì ore 19.30 | mercoledì, giovedì e sabato ore 20.30 | domenica ore 16.00
PREZZI: poltronissima € 38,00 |poltrona/balconata € 27,50 |over 65 € 20,00/€ 16,00 | under 26 € 17,00/€ 15,00
PRENOTAZIONI: 02 55181377 | 02 55181362 – Spettacolo inserito in “Invito a Teatro” (Ospitalità)
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TEATRO CARCANO – corso di Porta Romana, 63 – 20122 Milano info@teatrocarcano.com | www.teatrocarcano.com