Amore e morte si intrecciano divenendo l’uno concausa dell’altra per la rappresentazione del Trittico di Giacomo Puccini (Il Tabarro/Suor Angelica/Gianni Schicchi) presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino; gli atti unici del compositore lucchese – presentati per la prima volta il 14 dicembre 1918 al Metropolitan di New York – dimostrano come, con una sorta di viaggio a ritroso nel tempo, felicità e tragedia siano di fatto sempre state al centro di molteplici contesti culturali e sociali. Nella prima delle tre opere, sulla stessa linea della “Sonata a Kreutzer” di Lev Tolstoj, un tradimento reale – non supposto come nel caso del testo russo – tramuta la serenità di un uomo in sete di vendetta e desiderio di morte, soddisfatti con l’omicidio dell’amante della moglie. Nel secondo atto unico l’amore per il passato, personificato da un figlio portatole via, spinge Suor Angelica a cercare la morte (o una nuova vita) per ricongiungerglisi.
Puccini ultima poi un processo di sconfinamento della tragedia nella parodia con “Gianni Schicchi” facendo della stessa morte – vera da un lato e fittizia dall’altro – uno strumento per realizzare gli scrupoli personali del protagonista e per coronare, in secondo piano, il sogno d’amore della figlia Lauretta.
Due pilastri laterali, posti come una barriera da un mondo che fa solo da sfondo ai protagonisti de “Il tabarro”, vengono intervallati da un praticabile centrale rappresentante il ponte dell’imbarcazione su cui si svolge la vicenda. Franco Vassallo con un timbro robusto, dal volume notevole, interpreta in modo convincente il tormento di Michele e la sua nostalgia per un passato, che non riavrà più. Angelo Villari si era già distinto notevolmente come Canio nella produzione de “I pagliacci” presso lo stesso teatro fiorentino; il suo Luigi ne conferma la spigliatezza scenica e la potenza vocale, precisa nell’emissione e altamente comunicativa. Maria José Siri dipinge una Giorgetta padrona del palcoscenico incarnando validamente il senso di colpa del suo personaggio per il tradimento nei confronti del marito, e la sua impossibilità a rinunciare ai suoi sentimenti per Luigi. Il soprano uruguayano è caratterizzato da un timbro interessante, ben proiettato anche se non sempre preciso. Allo stesso modo, Anna Maria Chiuri dà corpo a una Frugola tragicamente comica, perfettamente a suo agio in scena, dal bel colore di voce, seppur a tratti dalla sonorità ingolata. Si sono dimostrati adeguati per i ruoli assegnati loro: Antonio Garès (Il Tinca), Eugenio Di Lieto (Il Talpa), Claudio Zazzaro e Costanza Fontana (gli amanti), Maria Cristina Bisogni, Cristina Pagliai, Sarina Rausa, Elena Bazzo, Elisabetta Ermini, Delia Palmieri (le Midinettes).
Per il secondo atto unico (“Suor Angelica”) Denis Krief, alle due strutture sopra citate, ne aggiunge una terza, centrale costituendo una sorta di edificio conico dentro cui vengono imprigionati Suor Angelica e il suo dolore. Maria José Siri calca ancora una volta la scena come personaggio principale asservendo in modo più che soddisfacente il proprio timbro a un ruolo tutt’altro che semplice, quale quello di Suor Angelica; al suo fianco, ritroviamo anche Anna Maria Chiuri che dà nuovamente prova della propria competenza scenica vestendo i panni severi della Zia Principessa. Le sorelle comprimarie forniscono alla prima un ottimo sostegno vocale, esaltandone la centralità drammaturgica, non senza però qualche imprecisione tecnica facilmente risolvibile.
Se le protagoniste dei primi due atti unici condividono il medesimo destino di aver perso un figlio, proprio l’amore paterno spinge il protagonista dell’ultimo a dar vita a una vera e propria beffa ai danni della stessa morte. Bruno de Simone, nome ampiamente conosciuto nel repertorio buffo, conferma quella che è la sua grandezza scenica tratteggiando in modo attento il proprio Gianni Schicchi sia nelle minuzie gestuali sia in quelle vocali. Francesca Longari dà vita a una Lauretta dalle movenze e dal timbro delicati, nello specifico il secondo spicca per limpidezza e proiezione soprattutto nella famosa aria di “O mio babbino caro”; la figlia dello Schicchi trova un ottimo Rinuccio in Dave Monaco, tenore dalla sonorità estremamente piacevole e pacifica. Anna Maria Chiuri si cimenta con Zita nel perfetto connubio tra il personaggio grottesco di Frugola e la durezza della Zia Principessa, dando voce a un ruolo comicamente severo, non sempre però omogeneo nel registro basso. Antonio Garés e Costanza Fontana presentano un Gherardo e una Nella complici, spassosi e armoniosi nell’emissione vocale. A questi si affiancano il Betto di Francesco Samuele Venuti, il Simone di Eugenio di Lieto e il Marco di Min Kim: tutte voci interessanti, dalla sonorità misurata e dal volume corposo. Ultime, ma non meno importanti, anzi soddisfacenti, si sono rivelate le performance di Giada Frasconi come la Ciesca, di Enrico Marabelli come Maestro Spinelloccio/Ser Amantio, di Adam Jon come Guccio e di Shuxin Li come Pinellino. Nonostante qualche imprecisione – che non tende mai a mancare in qualsivoglia spettacolo – l’ultima opera, probabilmente la più attesa delle tre, può essere definita come un riuscito lavoro corale che ha strappato sonori applausi e ha accontentato il pubblico per i suoi interpreti; grazie anche alla bacchetta del Maestro Valerio Galli, rispettosa e evocativa delle intenzioni drammaturgiche, insite nella partitura pucciniana.
L’articolo si riferisce alla recita del 20 novembre 2019.
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Artisti
Maestro concertatore e Direttore
Valerio Galli
Regia, scene, costumi e luci
Denis Krief
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Il tabarro
Michele
Franco Vassallo
Giorgetta
María José Siri
Luigi
Angelo Villari
Il Tinca
Antonio Garès
Il Talpa
Eugenio Di Lieto
La Frugola
Anna Maria Chiuri
Venditore di canzonette
Dave Monaco
Amante
Costanza Fontana
Amante
Claudio Zazzaro
Voce di sopranino
Thalida Marina Fogarasi
Voce di tenorino
Leonardo Sgroi
Midinettes
Maria Cristina Bisogni, Cristina Pagliai, Sarina Rausa, Elena Bazzo, Elisabetta Ermini, Delia Palmieri
Orchestra e Corodel Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
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Suor Angelica
Suor Angelica
María José Siri
Zia Principessa
Anna Maria Chiuri
Badessa
Marina Ogii
Suor Zelatrice
Anna Malavasi
Maestra delle Novizie
Giada Frasconi
Suor Genovieffa
Costanza Fontana
Suor Dolcina
Nikoleta Kapetanidou
Suora Infermiera
Carmen Buendia
Prima Cercatrice
Eunsong Lim
Seconda Cercatrice
Francesca Longari
Prima Novizia
Marta Pluda
Seconda Novizia
Julia Costa
Prima Conversa
Marilena Ruta
Seconda Conversa
Emma Alessi Innocenti
Suor Osmina
Elena Cavini
Tre suore
Daniela Losi, Consuelo Cellai, Amanda Ferri
Orchestra, Coro e Coro delle voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro e del Coro delle voci bianche Lorenzo Fratini
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Gianni Schicchi
Gianni Schicchi
Bruno de Simone
Lauretta
Francesca Longari
Zita
Anna Maria Chiuri
Rinuccio
Dave Monaco
Gherardo
Antonio Garés
Nella
Costanza Fontana
Gherardino
Matteo Lantieri
Betto di Signa
Francesco Samuele Venuti
Simone
Eugenio di Lieto
Marco
Min Kim
La Ciesca
Giada Frasconi
Maestro Spinelloccio/Ser Amantio
Enrico Marabelli
Guccio
Adam Jon
Pinellino
Shuxin Li
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino