Arriva a Firenze giovedì 28 novembre alle 21:00, “L’Abisso”, di Davide Enia, Vincitore del Premio Hystrio Twister 2019 come “miglior spettacolo della Stagione”, del Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2019 come “miglior interprete di monologo”, uno dei più apprezzati spettacoli italiani degli ultimi anni, capace di trattare con poesia, delicatezza e profondità il tema delle migrazioni e dell’incontro tra culture.
Arriva al Teatro Cantiere Florida di Firenze giovedì 28 novembre alle 21:00, e al Funaro di Pistoia Venerdì 29 novembre, L’Abisso, di Davide Enia, riduzione teatrale del suo Appunti per un naufragio (Sellerio editore), Premio Mondello 2018. E’ il racconto urgente, delicato, profondo e poetico dei pensieri e i sentimenti che si generano a partire dal fenomeno dell’immigrazione, di chi arriva e di chi accoglie o non accoglie, un racconto che intreccia vissuto personale e vicenda collettiva e che di questo intreccio fa la sua forza. Davide Enia, sulla scena con il chitarrista Giulio Barocchieri (che dal 2004 compone tutte le musiche degli spettacoli di Enia) ha trascorso molto tempo a Lampedusa, per raccogliere la testimonianza diretta di chi vive lì, pescatori e personale della Guardia Costiera, residenti e medici, volontari e sommozzatori e restituirla attraverso i linguaggi propri del teatro (il gesto, il canto, il cunto). Affronta il tempo presente partendo da un aspetto che è diventato determinante per la costruzione dello spettacolo: i dialoghi con queste persone avvenivano in dialetto. Si nominavano i sentimenti e le angosce, le speranze e i traumi secondo la lingua dell’infanzia, usandone suoni, simboli e silenzi, quando le parole, neanche quelle del quotidiano, erano più in grado di chiarire uno stato d’animo. Enia, palermitano di origine, ha confidenza con questa assenza di parole: al Sud sguardi e gesti sono narrazioni e in Sicilia, «‘a megghiu parola è chìdda ca ‘un si dice», la miglior parola è quella che non si pronuncia.
Dice l’autore: “Il primo sbarco l’ho visto a Lampedusa assieme a mio padre. Approdarono al molo in tantissimi, ragazzi e bambine, per lo più. Io ero senza parole. Era la Storia quella che ci era accaduta davanti. La Storia che si studia nei libri e che riempie le pellicole dei film e dei documentari”. Lo spettacolo racconta il momento della crisi ovvero l’incontro tra geografie e culture differenti e tra il mondo come l’abbiamo conosciuto fino a oggi e quello che potrà essere domani ma lo fa stando alla larga da spettacolarizzazioni della tragedia, ricercando un’asciuttezza estetica in cui parole, gesti, note, ritmi, cunto devono risultare essenziali, irrinunciabili, necessari alla costruzione del movimento interno.
Davide Enia, drammaturgo, attore, regista e romanziere. Nel 2002 scrive, dirige e interpreta Italia-Brasile 3 a 2 per cui vince il premio Ubu speciale 2003, cui si aggiunge nello stesso anno il Premio Tondelli del Premio Riccione per Scanna, che viene presentato alla Biennale di Venezia nel 2004. Nel 2004 scrive, dirige e interpreta maggio ’43, spettacolo prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri e vincitore del premio come miglior spettacolo al Moldavian International Teatrul Unui Actor. Nel 2005 vince come novità drammaturgica il Premio Hystrio e il Premio E.T.I e scrive e interpreta Rembò RaiRadio2. Nel 2006 vince il premio Vittorio Mezzogiorno e il Premio Gassman come miglior talento emergente italiano. Nel 2007 scrive, dirige e interpreta I capitoli dell’infanzia. Nel 2009 vince con Il cuoco, il Premio Speciale della Giuria al Premio Riccione. È del 2012 il suo primo romanzo: Così in Terra (Baldini e Castoldi Dalai), tradotto in diciotto lingue e pubblicato in tutto il mondo (vincitore nella sua versione francese edita Albin Michel del Prix du Premier Roman Etranger e il Prix Brignoles come miglior romanzo straniero dell’anno), cui seguono nel 2014 Uomini e pecore (EDT). Nel 2017 dirige L’oca del Cairo, opera incompleta di Mozart, al Teatro Massimo di Palermo e pubblica il suo secondo romanzo, Appunti per un naufragio (Sellerio).
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«Il primo sbarco l’ho visto a Lampedusa assieme a mio padre. Approdarono al molo in tantissimi, ragazzi e bambine, per lo più. Ho trascorso molto tempo sull’isola per provare a costruire un dialogo con i testimoni diretti: i pescatori e il personale della Guardia Costiera, i residenti e i medici, i volontari e i sommozzatori. Rispetto al materiale che avevo precedentemente studiato, in quello che stavo reperendo di persona c’era una netta differenza: durante i nostri incontri si parlava in dialetto. Si nominavano i sentimenti e le angosce, le speranze e i traumi secondo la lingua della culla, usandone suoni e simboli. In più, ero in grado di comprendere i silenzi tra le sillabe, il vuoto improvviso che frantumava la frase consegnando il senso a una oltranza indicibile. Nel Sud, lo sguardo e il gesto sono narrativi e, in Sicilia, ‘a megghiu parola è chìdda ca ‘un si dice, la miglior parola è quella che non si pronuncia. Ne L’abisso si usano i linguaggi propri del teatro (il gesto, il canto, il cunto) per affrontare il mosaico di questo tempo presente.
Quanto sta accadendo a Lampedusa non è soltanto il punto di incontro tra geografie e culture differenti. È davvero un ponte tra periodi storici diversi, il mondo come l’abbiamo conosciuto fino a oggi e quello che potrà essere domani. Sta già cambiando tutto. E sta cambiando da più di un quarto di secolo.»
(Davide Enia)
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L’Abisso
di e con Davide Enia
musiche composte ed eseguite da Giulio Barocchieri
tratto da Appunti per un naufragio (Sellerio editore)
produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Biondo Palermo
in collaborazione con Festival Internazionale di Narrazione di Arzo
premio Le Maschere del Teatro 2019 Miglior interprete di monologo
trailer video https://www.youtube.com/watch?v=SswH_GJTeZU