La bancarotta di Goldoni è una commedia aspra, satira di un Settecento veneziano alla deriva economica: la decadenza dei valori sociali del XVIII secolo, specchiata nel degrado economico e finanziario, non fatica a trovare un parallelo nella cronaca attuale. Il Goldoni politico si presta fin troppo bene all’adattamento che Vitaliano Trevisan compie della sua opera.
Un ridersi addosso, in pieno stile polemico-satirico italiano, che un Pantalone interpretato da Natalino Balasso (molto meno Balasso del solito, in questa occasione molto più personaggio che interprete grottesco) mette in scena capeggiando un cast notevole: Fulvio Falzarano, Massimo Verdastro, Marta Dalla Via, Denis Fasolo, Carla Manzon, Celeste Gugliandolo, Raffaele Musella e Giuseppe Aceto, totalmente amalgamati intorno alla regia “ritmata” di Serena Sinigaglia (scandita da uno smodato uso di bassi Techno).
La produzione del Teatro Stabile di Bolzano ospite alle Fonderie Limone di Moncalieri non è, comunque, uno spettacolo politico: drammaturgia, interpreti e regia ne fanno una delle migliori commedie del contemporaneo senza rischiare di scadere nel moralistico o, peggio, nel retorico. Un’opera, che per Goldoni ha segnato un punto decisivo a favore dell’abbandono del canovaccio in favore del testo teatrale, ancora capace di farsi espressione di quattro secoli di contraddizioni italiane: la scenografia (Maria Paola Di Francesco), in particolare, con il gusto post-apocalittico da drammone d’avanguardia, costringe gli attori su un palcoscenico dalla pendenza vertiginosa, metafora del tracollo sociale ed economico che sembra fare ombra sull’Italia fin dai tempi di Goldoni.
Ma in ogni caso il messaggio politico rimane là dove Goldoni voleva lasciarlo, con ogni probabilità: un memento continuo, una chiosa a margine del testo che riesce a condire le sane risate di un’altrettanto sana capacità critica. Dopo quattro secoli, cambia lo sfondo ma la questione sociale rimane identica.
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La bancarotta
di Vitaliano Trevisan
tratto da di Carlo Goldoni
con Natalino Balasso
e con Fulvio Falzarano, Massimo Verdastro, Marta Dalla Via, Denis Fasolo, Carla Manzon, Celeste Gugliandolo, Raffaele Musella, Giuseppe Aceto
regia Serena Sinigaglia
scene e costumi Maria Paola Di Francesco
luci e suono Roberta Faiolo
produzione Teatro Stabile di Bolzano