Con la commedia “Tornò al nido … e altre Titine” per la regia di Antonella Steffanucci s’è finalmente aperto il sipario del Teatro del Grillo di Soverato (CZ) – la cui direzione artistica è affidata a Claudio Rombolà – per questa nuova stagione che ha scelto come tema: “Il teatro ti fa grande”. S’è inaugurato con il tradizionale doppio appuntamento domenicale – delle 17 e delle 20,45 – che ha registrato il tutto esaurito e che è risultato un omaggio alla grande Titina De Filippo che scrisse il testo andato in scena in un unico atto e che ha visto tra gli interpreti Carmine Borrino, Lucianna De Falco, Adele Pandolfi, Eva Sabelli, Gino Curcione e la stessa Stefanucci.
Una storia semplice in cui si racconta di tre sorelle – il richiamo al dramma de le Tre sorelle scritto da Anton Cechov all’inizio del secolo scorso è del tutto evidente – che un po’ avanti con gli anni in una serata primaverile vengono sospinte dai ricordi della propria vita tra la quotidianità e la malinconia del tempo che fu, da cui scaturiranno, a volte sorrisi che indurranno alla riflessione, e più volte risate finalizzate a sdrammatizzare il loro stato d’animo, ciascuna col proprio carattere e con un proprio modo d’atteggiarsi e d’ingannare il tempo e la giovinezza che “pur fugge tuttavia”.
Tre donne che vivono in una casa di campagna con un vecchio affezionato servitore così sordo a tal punto da capire tutt’altro di ciò che gli veniva richiesto di fare, suscitando inevitabilmente l’ilarità del pubblico in sala.
Titina, con questa commedia, volle sperimentarsi come drammaturga oltreché come attrice comica. Volle raggiungere una certa autonomia dai più noti fratelli Eduardo e Peppino per poter distinguere ed affermare la propria arte rendendo il testo leggero e fruibile per il suo pubblico, non tradendo comunque la comicità di cui lei fu un’autentica interprete.
Pertanto, nel “chiacchiericcio” serale delle donne, mentre una di loro già dorme, ed avanzando la notte, la tranquilla monotonia giornaliera viene improvvisamente interrotta da qualcuno che bussa alla porta al di là della quale vi sta una “strana coppia” che si presenta al cospetto delle padrone di casa, chiedendo accoglienza dentro casa, con il fine di poter trascorrere la notte prima di ripartire, alla luce del giorno, la mattina dopo.
Tra gag e giri di parole, la commedia s’avvia alla conclusione con la “scoperta” delle tre donne – la cui esperienza non li aveva ingannate – che i due giovani sposi in realtà “celavano” la verità sulla loro relazione. Ma tra gli applausi scroscianti di un pubblico pronto a guadagnare l’uscita, ecco la sorpresa di una “tombolata” tutta napoletana che intrattiene per un’altra ora gli spettatori ai quali vengono date le cartelle ed uno stuzzicadenti per giocare.
Il tutto si svolge a suon di musica in un dialogo fitto tra questi ultimi e gli attori, in particolare di Gino Curcione che conduce la scena e che prendendo i numeri – dove ad ognuno ‘napoletanamente’ parlando attribuiva un significato – ha finito così col coinvolgere, ancora di più, il pubblico ed ai cui vincitori “trascinati” sul palco sono stati dedicati delle liriche composte dalla stessa Titina. Liriche lette dagli attori in scena per uno spettacolo unico e divertente tra la sorpresa di chi venuto a teatro per assistere allo spettacolo ne è divenuto, alla fine, sia pure inconsapevolmente, il vero protagonista.