La Festa di Halloween è per tradizione la festa della paura, del paradosso, della disinibizione; in fin dei conti, la festa della rottura delle regole.
Per questo motivo appare del tutto normale che, in un foyer affollatissimo in attesa del normale ingresso in sala per assistere a un normale spettacolo, si aggirino scalmanati che sembrano scappati da un manicomio. Corrono e urlano, sollecitati dai bambini che si lanciano alla rincorsa e strillano più forte.
Il Teatro inteso come luogo dell’oblio di identità, con ben poco riguardi per le regole imposte dalla società, si presta alla perfezione al festeggiamento di Halloween; un Teatro votato a residenza del genere Teatro Ragazzi, come la Casa Teatro di Torino, non può che celebrare la naturale capacità dei bambini di vestire quante più identità la loro fantasia consente.
Si entra in sala: fugace ritorno alla normalità, il tempo di prendere posto. Come zombie di romeriana memoria, sono gli scalmanati di cui sopra a trascinarsi (letteralmente) sul palco, introdotti dal Maestro di Cerimonie Milo Scotton.
La raffinatezza delle acrobazie della Compagnia Artemakia concede a un “normale” spettacolo di circo-teatro di esorcizzare le paure, specie quando le esibizioni sono dei performers molto giovani della Compagnia Chapitombolo: la paura dello sforzo fisico, delle altezze, della forza di gravità che non risparmia riferita alle paure assai più dilaganti dell’ignoto, del buio, del diverso.
E la paura si trasforma in meraviglia.
Meraviglia e stupore sono, del resto, espressioni tipicamente infantili: nell’ideare lo spettacolo, Olivia Ferraris deve aver riflettuto a questo proposito, perché Little Circus of Fears sostituisce alla paura e allo spavento per lo sforzo fisico e per l’ignoto, per le altezze e per il buio, per le dirompenti forze naturali e per la naturale diversità delle persone la meraviglia che può scaturire da un incontro.
Paura e spavento, quindi? Forse la Festa di Halloween d’importazione celtica ha un significato più profondo, insisto nella canonica ingiunzione “Dolcetto o Scherzetto”: la celebrazione della genuina spensieratezza dei bambini, restituendone un po’ agli adulti (e a questo sembra ammiccare la presenza del monologo finale di The Big Kahuna, al grido mai petulante di “Accetta il consiglio”).
La normalità è noiosa: forse è nel momento in cui smettiamo di pensarla che finisce l’infanzia.
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Little Circus of Fears
ArtemakìaIdeazione e regia Olivia FerrarisInterpreti Milo Scotton e Compagnia Chapitombolo