Eclettica, vitale, energica, sensuale e “Viva da morire”, proprio come il titolo del suo ultimo album uscito a marzo del 2019. Paola Turci con la sua forza contagiosa ha ricominciato, dopo il suo ultimo lavoro discografico, a girare l’Italia con “Viva da morire tour”. Lo spettacolo, andato in scena al Teatro Celebrazioni di Bologna, ha visto la cantante romana raccontarsi sia con il suo ultimo lavoro sia con i brani di maggior successo.
Quello che più colpisce della cantautrice è la sua grinta, la sua generosità verso il pubblico e il suo immenso talento che, dopo più di trent’anni di carriera, è sempre fulgido, con una carriera mai lineare ma sviluppatasi seguendo diverse fasi artistiche che spesso sono andate di pari passo anche con le vicende personali dell’artista.
La serata è iniziata con alcuni brani dell’ultimo album che sono un inno alla vita, alla voglia di raggiungere i propri sogni, di non arrendersi. Primo fra tutti “L’arte di ricominciare” un invito a guardare le fasi della vita con gli stessi occhi con i quali si guarda la natura mutare forma in ogni stagione perché l’arte di ricominciare, come dice la Turci nel testo è “una rivoluzione naturale”. A seguire il brano che dà il titolo all’album e al tour, “Viva da morire”, una canzone coinvolgente con sonorità moderne e una vitalità che risuona in ogni nota. Non poteva mancare il brano che l’ha vista esibirsi a San Remo nel 2019 “Ultimo ostacolo” dedicato al padre e perfetto, con i suoi continui cambi di tono e intensità, alla voce graffiante della cantautrice romana.
Prosegue poi con una carrellata di grandi successi come “La vita che ho deciso”, “Stato di calma apparente”, “Volo così”, la magnifica interpretazione voce e chitarra del grande successo di Domenico Modugno “Dio come ti amo” fino ad arrivare al manifesto in romanesco per donne forti e strutturate, “Dimmi te”, scritta dalla cantante pensando ad Anna Magnani e alle donne della sua famiglia. Durante il concerto la Turci tira fuori anche delle chicche, una tra tutte, uscita nel 1990, “Frontiera”. La cantante racconta che quando scrisse la canzone era ancora giovane e forse un po’ ingenua. Credeva che prima o poi la pace tra gli uomini potesse tornare e il buon senso potesse prevalere sulla disumanità. Le notizie di oggi però parlano ancora di razzismo, di paura del diverso di muri come quelli descritti nel brano che racconta il “sogno americano” attraverso la storia di un ragazzo che vedrà sfumare i propri desideri proprio lì dove si delineano i confini, le separazioni, le scissioni: la frontiera.
Per i saluti finali non poteva mancare il brano manifesto per tutte le donne “Fatti bella per te”, l’intramontabile “Bambini”, la toccante “Attraversami il cuore” e, per concludere, la reinterpretazione tutta personale di “Un’emozione da poco” di Anna Oxa fino alla celebre hit degli anni ’90 “Questione di sguardi”. Una menzione particolare va fatta anche alla band che ha accompagnato Paola Turci composta da Fernando Pantini alla chitarra elettrica, Pier Paolo Ranieri al basso, Fabrizio Fratepietro alla batteria e Roberto Procaccini alle tastiere.
Un concerto che valica i confini spazio temporali e si rende fruibile a più generazioni, adatto a persone di ogni età perché la musica quando è bella e fatta bene non ha limiti. Paola Turci è una cantante da ascoltare con il cuore e con la mente, capace com’è di toccare temi particolarmente cari al mondo femminile ma anche argomenti di scottante attualità senza però mai perdere di vista il motore che fa girare il mondo, che lo rende più bello e degno di essere abitato: l’amore.