Dopo aver portato in scena il toccante Come un granello di sabbia, Salvatore Arena torna al Teatro Libero con uno spettacolo che nasce dalla necessità di andare oltre la notte per immaginare un tempo dedicato all’amore, per vivere la malattia come guarigione, la morte della madre come riavvicinamento di un figlio alla vita.
Un atto d’amore, dunque. “Mi piacerebbe mangiare un gelato al limone, disse mia madre. Le tre di notte e tutto chiuso. Un figlio torna a casa dopo tanto e lui che fa? Che fa? Disse mia madre. Va di notte a cercare un gelato fatto di limone, per sua madre”.
Si trova in questa conversazione il bisogno di ogni uomo di superare i drammi, le morti, le contraddizioni, di cercare una fede, una collina che sia luogo di salvezza, dove credere, dove chiedere un’assoluzione. La storia è un susseguirsi di ricordi, che risvegliano nel cuore del protagonista, Pietro, la verità nascosta.
Migliaia di parole collocate nell’arco quotidiano di tre giorni, una via crucis, una madre che va spegnendosi perché rinasca il figlio, come a partorirlo due volte a questo mondo. Un attore, in scena, immobile su una sedia, ancorato, vincolato al racconto, inchiodato, costretto in quello spazio e in quel tempo a non distogliere il corpo da ciò che gli accade dentro, senza alcuna via di fuga.
Quanto resta della notte è un urlo muto, quieto-inquieto, cosparso di lacrime e rimorso, sacrificio necessario, gesto estremo nel silenzio. È un appellarsi alla coscienza, all’ascolto degli altri per consegnarsi al perdono. È croce da portare, è fratello da cullare al centro del cuore, è madre da accompagnare all’ultimo gradino. Non vi è fuga, dunque, né spazio per la finzione. L’immobilità è essa stessa confronto estremo con la vita che si muove, attraverso un parlare con altri che altri non sono che se stesso.
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TEATRO LIBERO – Palco Off di e con Salvatore Arena —— Date spettacolo —— ——- Per info e prenotazioni: |