produzione Cardellino
in coproduzione con TSU Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival, Napoli Teatro Festival Italia
con Silvio Orlando
di e regia Lucia Calamaro
e con (in ordine alfabetico) Vincenzo Nemolato, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini
scene Roberto Crea
costumi Ornella e Marina Campanale
luci Umile Vainieri
Durata: 2h e 10’, intervallo compreso.
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Da martedì 19 a domenica 24 novembre, al Teatro della Pergola, Lucia Calamaro scrive e dirige Si nota all’imbrunire (Solitudine da paese spopolato) con Silvio Orlando nel ruolo del protagonista, Silvio, un uomo che vive accanto all’esistenza e non più dentro la realtà. Le radici dello spettacolo sono in una piaga, una patologia specifica del nostro tempo che Calamaro ha conosciuto da vicino: la solitudine sociale.
“Si nota all’imbrunire non si basa su effetti speciali particolari, ma sul valore del pensiero. E di questo siamo particolarmente orgogliosi – afferma Orlando, anche produttore con la sua compagnia il Cardellino – la scrittura di Lucia Calamaro ha un tratto ironico, però si tratta di una risata particolare, un po’ nera, la definirei, in cui emerge anche il sentimento della solitudine. Riuscire a mantenere un giusto equilibrio, tra la risata e le lacrime, è qualcosa di veramente delicato: io ho sempre definito il suo teatro una specie di cabaret filosofico-intellettuale”.
I figli e il fratello maggiore, interpretati da Vincenzo Nemolato, Alice Redini, Maria Laura Rondanini e Roberto Nobile, si radunano in un fine settimana nella casa di campagna del padre (Silvio Orlando), all’inizio del villaggio spopolato dove vive da solo da tre anni. Emergono, qua e là, empatie, distanze, rese dei conti. Si tratta di decidere come smuoverlo da una posizione che è metafora del suo stato mentale: stare seduto.
Si nota all’imbrunire è una produzione di Cardellino, in coproduzione con TSU Teatro Stabile dell’Umbria, in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival, Napoli Teatro Festival Italia.
Essere isolati dalla società è un male oscuro e insidioso. Tutti noi infatti, in quanto esseri umani, abbiamo bisogno del contatto con gli altri, un bisogno che ci permette di sopravvivere. Si nota all’imbrunire (Solitudine da paese spopolato), scritto e diretto da Lucia Calamaro al Teatro della Pergola da martedì 19 a domenica 24 novembre, ha per protagonista Silvio Orlando, che interpreta il ruolo di un padre, Silvio, che ha acquisito, nella solitudine, un buon numero di manie, tra cui la più grave di tutte: non vuole più camminare. Non si vuole alzare, vuole stare e vivere seduto il più possibile e da solo.
“Da Dante in poi il tramonto – spiega Orlando ad Angela Consagra sul foglio di sala dello spettacolo – oltre a essere il momento in cui il sole scompare e tutto diventa gradualmente più scuro, è anche un punto simbolico: è all’imbrunire che si fanno dei bilanci, è un tempo in cui si abbassa il rumore di quello che ci sta intorno ed emerge prepotentemente, invece, il nostro rumore interiore. Affiorano le nostalgie: si pensa alle cose che avremmo dovuto fare e che non siamo riusciti a compiere, ricordiamo le persone che non ci sono più e gli altri che, invece, ci sono, ma che, per una serie di motivi difficili da spiegare, non vediamo più… È un complesso di sentimenti, diversi e profondi, quello che viene a galla. Sono rumori che non ti fanno dormire, ma sono dei suoni diversi rispetto al giorno: sono i rumori dell’anima”.
La socio-psicologia ha dato un nome a questa maledizione che ha colpito da vicino anche Lucia Calamaro: solitudine sociale. A mettere in luce i rischi di questa situazione sono stati due studi presentati al 125° incontro annuale dell’American Psychological Association (APA). Essere isolati dalla società è un male oscuro e insidioso. La preoccupazione insorge ancora di più se si pensa che questo tipo di “solitudine estrema” si sta espandendo e continuerà a crescere nei prossimi anni tanto che la Francia ha creato “la Giornata della Solitudine” e l’Inghilterra ha istituito, addirittura, un Ministero della solitudine. Secondo gli esperti, potremmo trovarci alle prese, e non solo nei paesi più ricchi, con un’epidemia di solitudine. Diffusa oramai anche tra i giovani.
Nella vicenda di Si nota all’imbrunire i figli di Silvio, Alice, Vincenzo e Maria, rispettivamente Alice Redini, Vincenzo Nemolato, Maria Laura Rondanini, il fratello maggiore Roberto (Roberto Nobile) sono venuti a trovare Silvio per la messa dei dieci anni dalla morte della moglie. Le scene sono di Roberto Crea, i costumi di Ornella e Marina Campanale, le luci di Umile Vainieri.
“La caratteristica dello spettacolo, la sua musica, sono le parole – interviene Orlando – con la nostra Compagnia (insieme a mia moglie, Maria Laura Rondanini, abbiamo creato una casa di produzione chiamata Cardellino) siamo ossessionati dalle parole da dire in scena. Spesso ci capita di utilizzare delle parole, anche meravigliose, che però appaiono remote: la sfida da vincere – prosegue – è di riuscire a trovare un linguaggio utile oggi, capace di descrivere quello che ci circonda e che contenga al suo interno anche elementi di cronaca, ma senza impoverire lo spettacolo che deve rimanere sempre in una dimensione classica. Si nota all’imbrunire rappresenta il punto più alto della nostra ricerca di questi anni”.
Si tratta, per i figli che finora non se erano preoccupati troppo del padre, di decidere che fare, come occuparsene. Certo è che, preda del suo isolamento, nella testa di Silvio si installa una certa confusione tra desideri e realtà, senza nessuno che lo smentisca nel quotidiano, la vita può essere esattamente come uno decide che sia. Fino a un certo punto.
“Questa collaborazione con Lucia Calamaro mi ha fatto capire che forse un altro teatro è possibile, nel senso che oggi, purtroppo – rileva Silvio Orlando – il teatro gioca troppo in difesa. La macchina teatrale cerca di difendere gli spazi già acquisiti, senza osare di conquistarne altri. Il fatto di proporre i testi della nuova drammaturgia rappresenta una sfida molto bella per noi”.
Capace di scatenare, per la sua resa assoluta al palco, le empatie di ogni spettatore, Silvio Orlando riesce, con le sue corde squisitamente tragicomiche a suscitare emozioni profonde. Il pensiero comune è che gli spettatori, grazie a un potenziale smottamento dell’animo dovuto allo spettacolo, magari la sera stessa all’uscita dal teatro, o magari l’indomani, chiamino di nuovo quel padre, quella madre, quel fratello, lontano parente o amico oramai isolatosi e lo vadano a trovare, per farlo uscire di casa. O per fargli solamente un po’ di compagnia.
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TRA LACRIME E RISATE
Intervista a SILVIO ORLANDO di Angela Consagra
Si nota all’imbrunire è lo spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro di cui lei è protagonista; che cosa realmente ‘si nota’ in questo testo? Quali sentimenti emergono, alla fine, sulla scena?
“Da Dante in poi il tramonto, oltre a essere il momento in cui il sole scompare e tutto diventa gradualmente più scuro, è anche un punto simbolico: è all’imbrunire che si fanno dei bilanci, è un tempo in cui si abbassa il rumore di quello che ci sta intorno ed emerge prepotentemente, invece, il nostro rumore interiore. Affiorano le nostalgie: si pensa alle cose che avremmo dovuto fare e che non siamo riusciti a compiere, ricordiamo le persone che non ci sono più e gli altri che, invece, ci sono, ma che, per una serie di motivi difficili da spiegare, non vediamo più… È un complesso di sentimenti, diversi e profondi, quello che viene a galla. Sono rumori che non ti fanno dormire, ma sono dei suoni diversi rispetto al giorno: sono i rumori dell’anima”.
La vostra messinscena asseconda, quindi, questo tempo dello spettacolo legato al termine del giorno?
“La caratteristica dello spettacolo, la sua musica, sono le parole. Con la nostra Compagnia – insieme a mia moglie Maria Laura Rondanini abbiamo creato una casa di produzione chiamata Cardellino – siamo ossessionati dalle parole da dire in scena. Spesso ci capita di utilizzare delle parole, anche meravigliose, che però appaiono remote: la sfida da vincere è di riuscire a trovare un linguaggio utile oggi, capace di descrivere quello che ci circonda e che contenga al suo interno anche elementi di cronaca, ma senza impoverire lo spettacolo che deve rimanere sempre in una dimensione classica. Si nota all’imbrunire rappresenta il punto più alto della nostra ricerca di questi anni, perché abbiamo fatto una scommessa: il pubblico deve domare il linguaggio, anche quando può apparire impervio e, lasciandosi andare all’ascolto, ci si accorge, appunto, che si rimane rapiti dal flusso musicale delle parole. È quasi un muro di parole quello che piomba addosso agli spettatori: questo è uno spettacolo che non si basa su effetti speciali particolari, ma sul valore del pensiero. E di questo siamo particolarmente orgogliosi”.
L’incontro con Lucia Calamaro è stato, quindi, fondamentale per completare la riflessione che state portando avanti sull’uso della parola teatrale…
“Questa collaborazione mi ha fatto capire che forse un altro teatro è possibile, nel senso che oggi, purtroppo, il teatro gioca troppo in difesa. La macchina teatrale cerca di difendere gli spazi già acquisiti, senza osare di conquistarne altri. Il fatto di proporre i testi della nuova drammaturgia rappresenta una sfida molto bella per noi. La scrittura di Lucia Calamaro ha un tratto ironico, però si tratta di una risata particolare, un po’ nera, la definirei, in cui emerge anche il sentimento della solitudine… Spesso il malessere e il disagio delle persone in scena può risultare anche molto divertente; sicuramente, l’ironia è dentro la scrittura di Lucia: riuscire a mantenere un giusto equilibrio, tra la risata e le lacrime, è qualcosa di veramente delicato; infatti, io ho sempre definito il teatro di Lucia Calamaro, fin dalla prima volta che l’ho visto, una specie di cabaret filosofico-intellettuale. È un teatro fatto di scenette come ‘tra virgolette’, con aperture anche nei monologhi: gli attori stanno in primo piano, davanti al pubblico, e si confessano. L’interpretazione diventa allora immediata: gli attori sono realmente dentro a quello che si dice in scena”.
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Biglietti
Intero
Platea 37€ – Palco 29€ – Galleria 21€
Ridotto Over 60
Platea 33€ – Palco 26€ – Galleria 18€
Ridotto Under 26
Platea 22€ – Palco 18€ – Galleria 13€
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Biglietteria
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com.
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30.
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