Il sipario si apre e lascia spazio ad un ambiente onirico, dal sapore di sogno e di luce, tutto è luminoso, tutto è chiaro, poco definito: ombreggiature di pareti e linee metalliche creano un mobilio scarno ed essenziale, di ferro e grate. È in questo luogo che vive e sogna Silvio, un uomo rimasto ormai solo, un vedovo con figli grandi che non hanno più bisogno di lui.
Silvio è bloccato, non riesce a ricostruirsi una vita, si ciba di solitudine e di ricordi immaginati. Con il tempo le manie lo hanno divorato, quella più invalidante è il non volersi più muovere, il voler stare sempre seduto, come se la sofferenza lo afferrasse dalle caviglie e gli impedisse di stare in piedi ed andare.
Eppure per una volta sembra che tutta la famiglia ritorni riunita, in quella casa di sogno e ricordi; insieme a Silvio, il fratello maggiore Roberto, brontolone ma affettuoso, le figlie Alice e Marie, entrambe in cerca di amore, con le proprie paturnie, sofferenze e manie; infine Riccardo, il figlio.
Tutti insieme nella casa di campagna di Silvio il quale si è trasferito lì nonostante il luogo gli imponga solitudine e nostalgie.
Tutti sono riuniti per commemorare l’anniversario della morte della mamma che si terrà il giorno seguente. Eppure se ne parla poco, tutti invece sono concentrati su loro stessi, sui propri problemi, ci si parla ma ci si ascolta poco e Silvio cerca di fare il possibile per dimostrare affetto ai figli, cosa della quale non è più avvezzo e invece ne risulta tristemente disabituato. Per lui anche il solo gesto di abbracciare è faticoso e difficile, impedito e bloccato come se il corpo fosse cementificato. La giornata prosegue, tra discorsi e confessioni, risa e recriminazioni, arriva la sera, Silvio si addormenta. È giorno: colpo di scena!
Lucia Calamaro è autrice e regista del testo. Non per la prima volta impone ai personaggi il nome di coloro che lo interpretano, come se i primi potessero indossare ogni volta anime diverse in base al loro interprete.
Lo spettacolo regala allo spettatore sensibilità e una profonda riflessione non solo sulle dinamiche all’interno della famiglia, ma sull’uomo e sulle sue paure e sofferenze. Nonostante ciò ci si diverte anche, Silvio Orlando riesce come sempre a sapersi muovere in equilibrio su quel filo sottile che separa il gioco e il divertimento dalle tematiche serie e profonde.
In scena, accanto a Silvio Orlando, il bravissimo Roberto Nobile, Vincenzo Nemolato, Alice Redini e Maria Laura Rondanini.
———
di e regia Lucia Calamaro
con Silvio Orlando
e con (in ordine alfabetico) Vincenzo Nemolato, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini
scene Roberto Crea
costumi Ornella e Marina Campanale
luci Umile Vainieri
produzione Cardellino
in coproduzione con TSU Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia