Oltre 160 mila spettatori ogni sera hanno applaudito il simbolo della purezza, la “Colomba”, sintesi di gioia e rinascita, con emozionanti standing ovation sulle note finali dello spettacolo. Pubblico commosso e felice. E così ben 150 repliche in giro per l’Italia portano Alessandro Longobardi a proseguire il tour di AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA per il terzo anno consecutivo. La tournée viene inaugurata con una speciale collaborazione con il Teatro Carlo Felice di Genova, in una nuova messa in scena che vede per la prima volta coinvolta l’orchestra sinfonica diretta Maestro Maurizio Abeni, che ne cura anche le orchestrazioni, ed il coro diretto dal Maestro Francesco Aliberti. Una tra le più amate commedie musicali italiane, di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, scritta con Jaja Fiastri, protagonisti insuperati di un’epoca leggendaria per il teatro italiano. Le musiche, composte da Armando Trovajoli, hanno incantato intere generazioni.
Rappresentata per la prima volta nel 1974, fu un successo senza precedenti, con centinaia di migliaia di spettatori entusiasti, affermandosi anche sulla scena internazionale con oltre 30 edizioni e circa 15 milioni di spettatori, in Inghilterra, Austria, Cecoslovacchia, Portogallo, Spagna, Russia, Ungheria, Messico, Argentina, Cile, Brasile, Venezuela, Finlandia.
Gianluca Guidi cura la messa in scena di questo spettacolo, avvalendosi di un eccellente cast creativo composto dal mitico coreografo Gino Landi, assistito da Cristina Arrò; dal direttore musicale Maurizio Abeni, già assistente di Armando Trovajoli; dallo scenografo Gabriele Moreschi, che ha adattato il progetto originale di Giulio Coltellacci della celebre e ingegnosa scenografia, con il doppio girevole e la grande arca; dalla costumista Francesca Grossi che ha adattato i disegni originali dei raffinati costumi, sempre di Coltellacci. Il disegno luci è di Umile Vainieri; il disegno fonico è di Emanuele Carlucci; la realizzazione dei contributi video è di Claudio Cianfoni. La scena è stata realizzata dalla scenotecnica di Mario Amodio, che fu il costruttore nella prima edizione e da Antonio Dari per la parte meccanica; i costumi dalla Sartoria Brancaccio.
Nel cast artistico Gianluca Guidi, erede legittimo del padre Johnny Dorelli protagonista della prima edizione, come nel 2009 si conferma nel ruolo di Don Silvestro. Enzo Garinei dopo ben 500 repliche come Sindaco Crispino, questa volta è “La voce di Lassù”; Crispino è interpretato da Marco Simeoli, che nella quinta edizione aveva già recitato a fianco di Gianluca Guidi come Toto, il cui ruolo viene oggi affidato al giovane e brillante Piero Di Blasio. Nel ruolo di Clementina, la figlia del sindaco, si conferma una strepitosa e frizzante Camilla Nigro, mentre Ortensia, moglie di Crispino, è interpretata da Francesca Nunzi. La novità di questo terzo anno è la partecipazione straordinaria di Lorenza Mario nel ruolo di Consolazione, una esplosiva donna di facili costumi. Un ensemble composto da 17 artisti, cantanti, ballerini completa il cast.
La commedia musicale è prodotta da O.T.I Officine del Teatro Italiano in collaborazione con Viola Produzioni. Dopo il successo ottenuto con Rapunzel il musical (2014), Sister act il musical (2015),
Peter Pan il musical (2016), L’ultima strega (2016), E… se il tempo fosse un gambero? (2016), La Regina di ghiaccio il musical (2017), Shakespeare in Love (2018), Alessandro Longobardi prosegue nella direzione del “Centro di Produzione” tra i più attivi in Italia.
——–
LA TRAMA
La storia, liberamente ispirata a “After me the deluge” di David Forrest, narra le avventure di Don Silvestro, parroco di un paesino di montagna, che un giorno riceve una telefonata inaspettata: Dio in persona lo incarica di costruire una nuova arca per affrontare l’imminente secondo diluvio universale. Don Silvestro, aiutato dai compaesani, riesce nella sua impresa, nonostante l’avido sindaco Crispino che tenterà di ostacolarlo in ogni modo e l’arrivo di Consolazione, donna di facili costumi, che metterà a dura prova gli uomini del paese.
Finita l’arca, al momento dell’imbarco, interviene un cardinale inviato da Roma che convince la gente del paese a non seguire Don Silvestro che a suo dire disonora l’abito che porta. Comincia il diluvio, sull’arca si ritrovano solo Don Silvestro e Clementina, la giovane figlia del sindaco perdutamente innamorata di lui. L’acqua incomincia a sommergere i paesani, Don Silvestro decide di abbandonare l’arca, rifugio sicuro, per condividere con i suoi fedeli quel terribile momento. Un gesto infinito d’amore. Allora Dio, vedendo fallire il suo progetto, interrompe il diluvio, imposta l’arcobaleno. Si chiude su una tavola in festa celebrando il ritorno alla serenità benedetta da Dio.
——–
NOTE DI REGIA
Aggiungi un Posto a Tavola!
Rimettere in scena Aggiungi un Posto a Tavola!
Quando Alessandro Longobardi mi ha chiesto di tentare questa impresa, devo dire, l’entusiasmo è salito subito alle stelle; poi (un po’ come Don Silvestro che col martello, guardando l’arca spalle al pubblico, dice “… va bene farò da solo… da solo” per poi crollare su sé stesso) il senso della realtà ha avuto la meglio. Il Teatro di Garinei & Giovannini non è mai stato facile da riproporre, paradossalmente, nemmeno per loro stessi. La genesi di numerosi spettacoli concepiti dalla celeberrima coppia era sempre un perfetto mix di idee autoriali, costruzione registica collaudata, team creativo d’eccellenza, e, non ultimo, l’apporto interpretativo di veri e propri mostri sacri del palcoscenico, testimoni ultimi di una generazione attoriale e di una professione, ormai in via d’estinzione.
Nel caso poi dello spettacolo in “oggetto”, stiamo parlando di un successo planetario, allestito in quasi ogni parte del mondo, fatto salvo solo il mercato statunitense. Una Babele di linguaggi, attitudini attoriali, suoni, costumi e luci… il tutto sotto le mura di un’arca pronta a rifondare il mondo. Personalmente ricordo, ovviamente, le molteplici versioni paterne (chissà cosa sarebbe stato Don Silvestro senza di lui), tra cui quella di Londra in cui lui si dimenticò per sei mesi di essere Johnny Dorelli, e divenne uno straordinario attore anglosassone… non l’ho mai più visto così diverso da se stesso e così straordinariamente bravo… ricordo ovviamente l’edizione del 2009/10 da me interpretata… e poi ricordo la prima al Sistina nel 1974 in cui si aprì il sipario la voce di Dio cominciò a parlare e dal palcoscenico arrivò un’ondata di profumi e note… e fu subito magia… che dura da ben 43 anni. Come fare per non tradirla?
Intanto il dovere di un regista dovrebbe essere quello di non tradire gli autori… soprattutto (visto il vantaggio che comporta) in casi ove la materia è consolidata e soprattutto di comprovato successo. Aggiungi un Posto a Tavola è una favola che parla d’amore, di accoglienza, di vita nuova da inventare e, possibilmente, migliorare, di esseri umani che hanno la possibilità di creare un mondo nuovo… e perché no? Anche di fede… minuscola per la scrittura ma assolutamente maiuscola se intesa come fiducia in se stessi, nel prossimo e nel futuro.
Devo ringraziare Alessandro Longobardi per molteplici ragioni.
La prima, sorprendente: ha saputo creare una “famiglia” teatrale, diretta dal sempre presente e disponibile Carlo Buttò, che non ha pari nel mondo teatrale italiano se non nell’ambito di acclamati Teatri Pubblici. Il livello di professionalità altissimo che ho trovato nel Teatro Brancaccio mi ha profondamente stupito e lasciato incredulo.
La seconda: l’investimento profuso per questo spettacolo è gigantesco. Immagino difficile da sostenere non fosse altro che psicologicamente.
Eppure a questa edizione di Aggiungi non manca nulla, anzi vi è più di quanto un comune mortale teatrante come me potesse immaginare. E senza aver fatto richieste particolari: ho trovato tutto sul piatto servito e apparecchiato come in un grande ristorante prelibato.
La terza: l’assoluta libertà di scelta di cast che mi ha lasciato, a volte chiedendo spiegazioni, a volte chiedendomi se fossi sicuro delle scelte fatte, a volte dicendomi che non era profondamente d’accordo con me… ma mai, e ripeto, MAI, una pressione nei miei confronti o ingerenze di qualsiasi natura.
Ad affiancarlo in questa grande “famiglia” ritrovo con piacere Gino Landi. Ultimo artista e creatore capace di creare coreografie che raccontino la storia con gli autori. Un caro amico che mi ha conosciuto nel 1974. E che, a tutti i costi, ho pregato di fare parte di questo nuovo viaggio dell’arca insieme alla sua preziosissima e meravigliosa amica e assistente Cristina Arrò, anch’ella solista di una passata edizione dello spettacolo.
Mi manca l’espressione, durante le prove, di Armando Trovajoli. Il mondo conosce le sue musiche, le sue colonne sonore, i suoi persistenti manuali di armonia in ogni misura musicale che ha scritto; io ho avuto la fortuna, in passato, di poterne conoscere il senso dell’umorismo, l’eleganza persistente e profonda in ogni singola nota che ha scritto. I suoi sguardi di approvazione o di rimprovero. Ci ha lasciati però nelle mani di un ottimo musicista: Maurizio Abeni. Suo ultimo assistente… straordinario direttore musicale di questa edizione. Al suo fianco Marco Bosco che, con passione e professionalità, dirige le parti corali dello spettacolo.
Jaja Fiastri, amica da molti anni. Una donna con un senso dell’umorismo senza pari applicato alla vita. Sono felice di aver ricondiviso con lei questa avventura di sua creazione.
Le scene di Giulio Coltellacci ricreate e ricostruite su un progetto pieno di tranelli e difficoltà. In modo mirabile da Lele Moreschi. I costumi di Francesca Grossi sono filologicamente quelli delle edizioni precedenti, ma nuovi, freschi e pieni di vita anche appesi alle stampelle. Il mio amico Umile Vainieri, compagno di grandi battaglie teatrali, firma le luci e gli sono grato per il rispetto che ogni volta dimostra nei miei confronti. I nostri tecnici capitanati dal bravo Gerardo Nigro, deliziosi e capaci…
Enzo Garinei (un grande amico), Marco Simeoli, Piero di Blasio, Camilla Nigro e Francesca Nunzi sono gli straordinari attori cantanti che danno vita ai personaggi. E quest’anno nel ruolo di Consolazione la splendida Lorenza Mario!
Un grazie alla “mia” Manuela Scravaglieri, nel corpo di ballo della precedente edizione da me recitata, diventata poi preziosa, insostituibile, assistente alla regia… unica a cui concedo la possibilità di riprendermi sul lavoro… perché…io non lo so ma lei si, ha sempre ragione…
Il mio lavoro lo giudicherà chi vedrà lo spettacolo. Ma sono fiero e orgoglioso di quello che sto facendo. Ai posteri l’opinione su di esso.
Con Rispetto e Stima dedicata a Pietro e Sandro con i quali non ho mai avuto il piacere di lavorare. Grazie
Gianluca Guidi
——–
TEATRO BRANCACCIO
18 DICEMBRE 2019 – 6 GENNAIO 2020
dal mercoledì al venerdì ore 20.45, sabato ore 16 e 20.45, domenica ore 17
lunedì 23 e 30 dicembre ore 20.45, giovedì 26 ore 16
31 dicembre speciale Capodanno, 1 e 6 gennaio ore 17
Prezzi da 29 a 65 euro
——–
LA STORIA DI AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA RACCONTATA DA ALESSANDRO CARIA
La Fiastri ne parlò con entusiasmo a Garinei e Giovannini e insieme coinvolsero, non senza qualche difficoltà, il Maestro Trovajoli. Garinei e Giovannini erano ad un bivio: forse questo spettacolo del loro trentennio potrà essere l’ultimo. Cosa fare? Uno spettacolo spartano ispirato ai tempi difficili, oppure ci si dimentica dei tempi che si stanno vivendo e ci si mette dentro tutto come ai vecchi tempi? Hanno scelto la seconda soluzione, non senza paura, grazie anche al decisivo contributo di Mario Croce, noto industriale delle calzature, che da allora ha coprodotto tutti gli spettacoli della ditta G&G. Croce, staccando un sostanzioso assegno per coprire gran parte delle spese di allestimento, fece persuasi G&G che solo con la possibilità di andare a vedere un grosso spettacolo le famiglie sarebbero uscite di casa la sera superando incertezze dell’austerity e la paura per quel clima di tensione sociale. Allo spettacolo, però, mancava ancora il titolo…
Come sempre c’erano alcuni titoli di “lavoro”, questa volta in lizza c’erano Concerto per prete e campane, Aggiungi un posto a tavola e La bis bisarca. Giovannini parteggiava sfacciatamente per il primo e Garinei per il secondo. Per risolvere in fretta la questione, G&G organizzarono un referendum che vide la vittoria di Aggiungi un posto a tavola.
Domenica 8 dicembre del 1974, ore 21:15. Il Teatro Sistina di Roma è esaurito in ogni ordine di posti. Dopo ben 76 giorni di prove il sipario si alza per la World Premiere (è davvero il caso di dirlo!) di Aggiungi un Posto a Tavola.
L’impatto che Aggiungi un Posto a Tavola ha su pubblico e critica è senza precedenti. Il pubblico si innamora da subito dell’umanità del pretino di montagna (Johnny Dorelli), delle prodezze comiche della mondana redenta (Bice Valori), dello stile teso e di effetto sicuro del sindaco (Paolo Panelli), della freschezza e incisività della teen-ager innamorata del parroco (Daniela Goggi) e della goffaggine del contadinotto che ritrova la virilità (Ugo Maria Morosi). Sulle pagine dei giornali, tutti i critici accolgono la nuova commedia musicale di G&G con recensioni che esaltano ogni aspetto della rappresentazione teatrale con elogi ed apprezzamenti straordinari, dal copione ricco di divertente fantasia narrativa, che esprime allo stesso tempo semplicità e ironia alle musiche orecchiabili e piene di estro di Armando Trovajoli (la canzone che dà il titolo allo spettacolo diventerà un evergreen clamoroso), dalle ben calibrate coreografie di Gino Landi alle maestose scene di Giulio Coltellacci fino alla esperta e collaudata regia di Garinei e Giovannini.
Nei mesi seguenti Aggiungi un Posto a Tavola arriva in Spagna, debutto a Madrid con il titolo El Diluvio que Viene (la prima si ebbe l’11 marzo 1977 al Teatro Monumental), la commedia musicale è accolta in modo a dir poco trionfale andranno avanti per oltre 3 anni (con due spettacoli al giorno!) fino al luglio del 1980 totalizzando 2124 repliche.
Con il titolo di Himmel Arche und Wolkenbruch debutta a Lubecca il 9 giugno 1977 e tiene il cartellone per circa 6 mesi di repliche.
Aggiungi un Posto a Tavola torna così in Italia a grande richiesta. Al Teatro Sistina di Roma, la seconda edizione prende il via ancora una volta in clima natalizio il 6 dicembre 1977, con la novità di Jenny Tamburi al posto di Daniela Goggi: inizialmente erano in programma repliche per due mesi, ma si andò avanti con successo fino a cinque mesi, sempre a teatro esaurito fino al 23 aprile 1978. Lo spettacolo a questa data ha avuto in Italia 642 repliche ed è stato visto da circa un milione di spettatori! Nel marzo del 1978, con il titolo El Diluvio que Viene lo spettacolo ha attraversa l’Atlantico per approdare a Città del Messico, dove rimane in cartellone per circa 1.800 repliche.
Il 9 novembre 1978, con il titolo Beyond the Rainbow, arriva a Londra con il debutto nel prestigioso West End all’Adelphi Theatre; questa edizione rimane in scena – pur con un’accoglienza da parte della stampa non trionfale – per ben 238 repliche, circa 8 mesi. Johnny Dorelli è anche in questa edizione Don Silvestro. Le liriche dello spettacolo furono tradotte da Leslie Bricusse, vincitore di due Oscar e un Grammy Award. Lo spettacolo prosegue a mietere successi con l’edizione argentina, sempre come El Diluvio que Viene, che debutta il 19 aprile 1979 a Buenos Aires e che proseguirà per oltre 3 anni (prima al Teatro Nacional poi al Teatro Cómico). L’edizione in lingua spagnola è stata messa in scena con grande successo anche in Perù, Cile e Venezuela.
——–
ANNI OTTANTA
Nella seconda metà del 1980, El Diluvio que Viene parte per una tournée nelle maggiori città spagnole concludendo le repliche con un ritorno al Teatro Monumental di Madrid tra maggio e luglio 1983. Il 5 giugno 1981 prende il via anche l’edizione brasiliana a San Paolo (Teatro Cardoso), in lingua portoghese, con il titolo Aí Vem o Dilúvio, le repliche andranno avanti fino al 30 gennaio 1983, con una edizione a Rio de Janeiro (Teatro Zacaro) nel 1982.
A settembre del 1981 il sipario si alza a Lisbona in Portogallo per la prima di Aí Vem o Dilúvio.
La seconda edizione argentina debutta l’8 gennaio 1985 al Teatro Astral dove lo spettacolo tiene il cartellone fino al 27 ottobre dello stesso anno, proseguendo la stagione estiva presso il Teatro Opera di Mar del Plata; in seguito El Diluvio è andato in tournée toccando importanti città come Rosario, San Juan e Cordoba, per concludere le repliche il 4 ottobre 1987 al Teatro Colonial di la Plata. Lo spettacolo di G&G è ormai replicato e tradotto, spesso mantenendo l’allestimento originale, in più città del mondo, a volte contemporaneamente.
Nella seconda metà degli Anni Ottanta arrivano anche le edizioni dell’Est Europa con la produzione ungherese che debutta a Budapest nel dicembre 1987 con il titolo Mennybol a Telefon e poi in Cecoslovacchia, per giungere a quella russa, con arrangiamenti dalle sfumature rock, andata in scena a Mosca, come Konetz Svieta, il 10 aprile 1989.
——–
ANNI NOVANTA
Viste le continue richieste al botteghino da parte del pubblico, Pietro Garinei decide di riprendere Aggiungi un Posto a Tavola che torna al Teatro Sistina di Roma il 9 marzo 1990, ancora con Johnny Dorelli che – nonostante avesse dichiarato di sentirsi un po’ fuori parte a sedici anni dal debutto – indossa di nuovo la tonaca e calza le scarpe da tennis per 73 serate da ‘tutto esaurito’, seguite l’anno successivo dalle sole (per l’indisponibilità di Dorelli a proseguire) 11 repliche milanesi, letteralmente prese d’assalto al Teatro Carcano. Accanto a Dorelli ci sono Tanja Piattella (Clementina), Alida Chelli (Consolazione), Adriano Pappalardo (Toto), Carlo Croccolo (Crispino) e Christi (Ortensia).
Nel settembre 1992 va in scena il terzo revival in Argentina al Teatro Lola Membrives per una breve stagione e l’anno successivo la seconda ripresa a Città del Messico (ancora al Teatro San Rafael), seguito dalla seconda edizione in Spagna nel 1995 (Madrid, Teatro Calderon).
——–
DUEMILA
Nel luglio del 2000 va in scena in Brasile la seconda edizione Aí Vem o Dilúvio (San Paolo, Teatro Ópera). Il 17 dicembre 2002 (Milano) il pubblico italiano assiste alla quarta ripresa di Aggiungi un Posto a Tavola, l’ultima edizione diretta da Pietro Garinei; questa volta ad indossare la tonaca di Don Silvestro è Giulio Scarpati, ottimo attore di prosa e popolare volto TV. Completano il Cast la giovanissima Martina Stella (Clementina), Chiara Noschese (Consolazione), Max Giusti (Toto), Enzo Garinei (Crispino) e Christi (Ortensia). Dopo aver collezionato 87.000 spettatori al Nazionale di Milano in due mesi di repliche e 18 esauriti consecutivi all’Augusteo di Napoli, lo spettacolo trionfa al Sistina per altri due mesi; visto il successo, Scarpati e compagni torneranno a Roma per un altro mese la stagione successiva, nel mezzo di una lunga tournée che alla fine collezionerà quasi 250 repliche in due anni.
Prima la Spagna (nel 2004) e poi il Messico (nel 2007) mettono in scena la terza edizione de El Diluvio que Viene nei loro Paesi, con 10 mesi di tenuta nelle rispettive capitali.
L’intramontabile successo di Aggiungi un Posto a Tavola si conferma in Italia con la sua quinta ripresa (debutto al Sistina di Roma il 2 dicembre 2009). Il quotidiano Il Messaggero celebra con un inserto speciale i 35 anni della commedia musicale e il passaggio del testimone (o meglio, della tonaca) da Johnny Dorelli a suo figlio Gianluca Guidi. Dorelli collabora come consulente alla messa in scena insieme a Gino Landi (la regia è sempre quella tradizionale di Garinei e Giovannini). Con Guidi vanno in scena Valentina Cenni (Clementina), Marisa Laurito (Consolazione), Marco Simeoli (Toto), ancora Enzo Garinei (Crispino) e Titta Graziano (Ortensia). Lo spettacolo sbanca per l’ennesima volta il botteghino (le prime 82 repliche furono viste da 112.600 spettatori) confrontandosi con blockbuster come Cats, We Will Rock You e Beauty and tht Beast della Disney. Questa edizione viene applaudita da più di 300.000 spettatori in un totale di 239 repliche in tutta la penisola. Nel gennaio del 2011 debutta a Mar Del Plata la quarta edizione argentina de El Diluvio que Viene con la regia di Manuel González Gil e le coreografie di Ruben Cuello. Visto il grande esito lo spettacolo approda l’anno successivo a Buenos Aires prima al Teatro El Nacional e successivamente al Teatro Lola Membrives.
Nella primavera del 2013 (debutto a Lanciano) arriva la sesta edizione italiana di Aggiungi un Posto a Tavola proposta dalla Compagnia dell’Alba, un’edizione fedele all’originale degli anni Settanta nella regia e nelle coreografie (riprodotte da Fabrizio Angelini) ma ridimensionata nella costruzione scenica per permettere allo spettacolo di raggiungere anche quei teatri di provincia che non potevano ospitare l’edizione “kolossal”. Il Cast comprende Gabriele De Guglielmo (Don Silvestro), Arianna e Carolina Ciampoli si alternano come Clementina, e poi Jacqueline Ferry (Consolazione), Gaetano Cespa (Toto), Tommaso Bernabeo (Crispino), Brunella Platania (Ortensia). Visto il successo, la compagnia abruzzese colleziona quasi 150 repliche andando in scena anche nelle maggiori città della penisola e festeggia i 40 anni dello spettacolo all’Auditorium Conciliazione di Roma.
Nel gennaio 2016 c’è stata un’ennesima ripresa in Argentina al Teatro Ópera Allianz di Buenos Aires.
——–
GIANLUCA GUIDI – Don Silvestro
MARCO SIMEOLI – Sindaco Crispino PIERO DI BLASIO – Toto
CAMILLA NIGRO – Clementina FRANCESCA NUNZI – Ortensia
“La Voce di Lassú” è di ENZO GARINEI
AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA
COMMEDIA MUSICALE DI GARINEI E GIOVANNINI
SCRITTA CON JAJA FIASTRI
LIBERAMENTE ISPIRATA A “AFTER ME THE DELUGE” DI DAVID FORREST
MUSICHE DI ARMANDO TROVAJOLI
CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI
LORENZA MARIO nel ruolo di Consolazione
COREOGRAFIE GINO LANDI
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO CARLO FELICE
MAESTRO DEL CORO FRANCESCO ALIBERTI
ORCHESTRAZIONE E DIREZIONE D’ORCHESTRA MAURIZIO ABENI
REGIA ORIGINALE PIETRO GARINEI E SANDRO GIOVANNINI
RIPRESA TEATRALE GIANLUCA GUIDI
UNA PRODUZIONE ALESSANDRO LONGOBARDI
PER OFFICINE DEL TEATRO ITALIANO IN COLLABORAZIONE CON VIOLA PRODUZIONI