Arriva anche a Bologna l’ultima grande sfida del musical italiano, per la precisione il primo musical jukebox originale del nostro Paese. Da un’idea di Matteo Forte (Managing Director Stage Enternainment Italy) e Roberto Mazzini (Managing Director Warner Chappell Music) nasce Balliamo sul mondo, scritto e diretto da Chiara Noschese con il contributo di Luciano Ligabue. Sono proprio le venti canzoni del rocker emiliano infatti, a dare senso di esistere a questo musical diverso da quello a cui è abituato il pubblico di affezionati oggi. Un musical senza ballerini, dalla scenografia fissa ed essenziale, tutto incentrato sulla bravura degli interpreti, tredici performer che durante le due ore di spettacolo si avvicendano continuamente tra canzoni e dialoghi raccontando una storia che può sembrare banale, ma sviluppata in maniera intelligente ed efficace.
Capodanno 1990: un gruppo di adolescenti di provincia, la classica “comitiva”, si ritrova a festeggiare nello storico Bar Mario riflettendo sulla fine di un’era, sulla soglia dell’età adulta in cui tutto cambierà. Fra equilibri precari e relazioni che si rivelano di differente natura, i giovani si ripromettono, grazie all’intellettuale del gruppo (Mario Acampa) di ritrovarsi dieci anni dopo per vedere “come saranno diventati”. E così accade, grazie all’unico forse colpo di scena al confine fra il black humour e la soap, i tredici si ritrovano per tirare le somme del decennio che li ha irrimediabilmente cambiati, segnati, fatti crescere in un modo o nell’altro.
Niente di nuovo, anzi, ma sono proprio le grandi hit di Ligabue a trainare il musical verso una buona riuscita complessiva, alcune anche musicate dal vivo, tutte riarrangiate da Luciano Luisi. L’anima tutta italica delle intramontabili Certe notti, Ho messo via, Piccola stella senza cielo e così via viene fuori dirompente grazie soprattutto all’interpretazione di un cast di brillanti giovani affiancati dall’esperienza dei due membri più “anziani” Brunella Platania e Bob Messini, interprete del personaggio più teatralmente caratterizzato, il barista Mario. Fra amori ritrovati, litigi finiti, e una bellissima celebrazione dell’amicizia si arriva al medley finale, in cui la platea si scatena in piedi sulle note di Urlando contro il cielo, fra le altre. Un musical sincero, arricchito da una forte impronta italiana derivata dalla tradizione della commedia musicale, senza troppi orpelli ma forse per questo emotivamente forte.