Un monologo che racconta la storia italiana dal dopoguerra ai primi anni ‘70 vista attraverso gli occhi e l’impegno politico di Giangiacomo Feltrinelli, fondatore dell’omonima casa editrice.
Scopriremo come sono nati capolavori quali il Dottor Zivago o Il Gattopardo e quanto siano state avventurose le loro pubblicazioni. Di come Giangiacomo si avvicini alla realtà cubana quasi per caso, arrivando poi ad esserne coinvolto a tal punto da decidere di tentare una rivoluzione popolare anche in Italia. E rivivremo infine gli anni bui del periodo delle stragi di stato e degli anni di piombo, e soprattutto il tragico evento di Piazza Fontana con la conseguente clandestinità di Feltrinelli stesso – accusato ingiustamente di esserne stato il mandante – fino all’epilogo della sua, ancor oggi, misteriosa morte.
Lo spettacolo, che ha raggiunto le 270 repliche in Italia, nel corso degli anni ha ricevuto vari premi e riconoscimenti.
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Note di Mauro Monni
Scrivo da tanto per l’editoria e per il teatro e mi è sempre piaciuta l’idea di raccontare la memoria storica. Tutti i miei spettacoli nascono da ciò che è stato. Anziché sintetizzare attraverso cronologia o numeri preferisco però sempre umanizzare il contesto storico. Questo spettacolo sulla vita di Giangiacomo Feltrinelli è nato 14 anni fa. E quella di Milano al teatro del Vigentino sarà la 270° replica. Non è un caso tornare a Milano – dopo il tutto esaurito del 2008 al Teatro Libero – perché metà spettacolo parla della strage di piazza Fontana, di cui Giangiacomo Feltrinelli fu accusato di essere il mandante e di cui ricorreranno a breve i 50 anni.
Ho voglia di riportare questo spettacolo a Milano perché parla di Milano. E perché questa strage in particolare fu definita in un processo “quella per cui l’Italia perse la verginità”. Perché non fu contro un politico o un sindacato ma contro gente comune: morirono persone che non avevano niente a che fare con la politica. La prima strage che vide intessere rapporti tra apparati italiani e stranieri con conseguente scelta da parte del governo di allora di oscurare tutto, incolpando Pinelli e Valpreda, semplici palliativi espiatori per depistare. Adoro, tanto più in questa ricorrenza, rievocare la figura di Giangiacomo Feltrinelli: un uomo ricco che, anziché godersi semplicemente la vita, decise di prendere posizione creando una casa editrice per dare voce, dalla metà degli anni ’50, a tante realtà dimenticate. E poi la fama mondiale con quel libro scomodo, Dottor Zivago, col quale si mise contro il partito comunista, Togliatti e la Russia. Nel monologo racconto anche come è nata la pubblicazione de Il Gattopardo, altro libro che lo ha reso celebre in tutto il mondo, cinema compreso.
E attraverso i libri di Feltrinelli, uomo di mondo che ha tentato di combattere lo status quo dell’epoca in maniera visionaria – compresa l’idea folle di voler importare la rivoluzione in Italia, atteggiamento che gli costerà non poco – si finisce a dipingere di conseguenza anche l’Italia Repubblicana dalla fine della monarchia e la nascita del parlamento fino alla latitanza di Feltrinelli subito dopo i fatti di Piazza Fontana e la tragica fine, morto su un traliccio a Segrate. Un quadro italiano raccontato attraverso la figura dell’editore Feltrinelli che però non si conclude con la sua morte ma vive ancora oggi attraverso le celebri pubblicazioni della sua casa editrice.