Può la divulgazione musicale avere spazio in televisione?
Se i concerti o le opere godono di relativa buona salute grazie anche alla creazione di canali ad hoc, raramente si vedono programmi di divulgazione di matrice italiana, preferendo ripiegare su quelli esteri adeguatamente tradotti.
La divulgazione scientifica in Italia è riuscita sempre a catturare una parte del pubblico televisivo, vedasi la dinastia Angela, permettendo attraverso il binomio presentatore acculturato-esperto di rendere accessibili informazioni all’apparenza lontane dalla nostra comprensione.
È lecito quindi chiedersi: è possibile portare questa idea in un ambiente estremamente selettivo come quello della musica?
La sfida è stata raccolta nel doppio ruolo di autore e presentatore delle puntate da Simone Di Crescenzo il quale, alla luce dei suoi studi di pianoforte e musicologia oltre alla carriera artistica (qui una intervista dell’anno scorso https://www.teatrionline.com/2018/11/intervista-a-simone-di-crescenzo/), negli ultimi anni ha iniziato ad interessarsi alla divulgazione musicale sulla prassi esecutiva del belcanto fino a questo battesimo televisivo sul canale Classica HD (Sky, canale 136).
A suo agio sia al pianoforte quanto alla presentazione dei temi, si presta anche come spalla intervistante all’ospite e madrina dei quattro appuntamenti, Mariella Devia.
Soprano dalla carriera lunga e sempre ai massimi livelli, maestra non solo nell’uso della voce ma anche di interpretazione ed espressività, impreziosisce il programma in qualità di esperta non solo per la vasta conoscenza della materia ma soprattutto per i decenni di esperienze sul palco.
In quattro appuntamenti di cui il primo a carattere generale e i successivi dedicati a Rossini, Bellini e Donizetti (il primo trasmesso il 16 dicembre e poi ogni lunedì successivo) non è possibile certamente contenere la quantità di fatti, curiosità e pratiche ma sono un buon passo iniziale per un pubblico interessato e poco preparato.
Partendo da nozioni imprescindibili di uno dei periodi più fortunati e floridi per la scena musicale italiana, anche se di Italia non si trattava ancora, il programma aiuta a conoscere così il patrimonio musicale che non dovrebbe essere solo studiato e conosciuto ma esibito all’estero come uno dei gioielli della nostra storia.
E se di Rossini, da decenni, e di Donizetti, da qualche anno, la produzione artistica vede festival e riletture critiche, sul versante Bellini non si può dire lo stesso.
Ancora di più quindi il valore di parlare di autori solo a prima vista conosciuti ma di cui c’è sempre qualcosa da imparare.
Il format, presentato nelle sale del Museo del Teatro alla Scala il 16 dicembre scorso, sede anche delle riprese televisive, ha permesso ai presenti di scoprire alcuni dietro le quinte dello spettacolo attraverso il frizzante e coinvolgente colloquio fra Paolo Gavazzeni, direttore artistico del canale, e Di Crescenzo stesso.