“Ho voluto dire, che la vita è un giuoco, e questo giuoco ha bisogno di essere sorretto dall’illusione, la quale a sua volta deve essere alimentata dalla fede. Ed ho voluto dire che ogni destino è legato al filo di altri destini in un giuoco eterno: un gran giuoco del quale non ci è dato di scorgere se non particolari irrilevanti”. Queste le parole di Eduardo De Filippo a commento de La grande magia portato in scena con la regia di Lluís Pasqual che debutta al Teatro Argentina di Roma dal 18 dicembre (repliche fino al 5 gennaio).
Un sentito omaggio a Eduardo quello firmato dal regista catalano che Lluís Pasqual che cura anche le scene e i costumi per un testo del 1948 ne Cantata dei giorni dispari (che include anche Napoli Milionaria) dai toni più cupi e tragici: La grande magia in realtà è un testo molto pirandelliano nel proporre con amarezza il contrasto fra vita, realtà e illusione, mettendo in gioco il contrasto fra la verità e i vizi umani. Al centro di questo testo che indaga sull’illusione teatrale, sul legame fra realtà e di menzogna, la spietata e amarissima denuncia dei miserabili vizi umani e delle loro conseguenze, la storia del Professor Otto Marvuglia, illusionista che durante un numero di magia, fa sparire la moglie del gelosissimo Calogero Di Spelta.
La realtà è ben diversa perché l’escamotage consente alla donna, che ha pagato l’illusionista, di fuggire con il suo amante beffando il marito geloso.
Il mago riuscirà a convincere Calogero che sua moglie si trovi davvero in una scatola e che ricomparirà, ma avendo totale fiducia nella fedeltà della donna e stando al gioco. Un gioco dai tremendi risvolti pirandelliani soprattutto quando la moglie, pentita, si ripresenta al marito e lui fa finta di non riconoscerla. Che cosa è meglio per Calogero: l’idea di una moglie fedele, ma chiusa in una scatola o il pensiero di una moglie fedifraga e adultera che lo ha abbandonato per un altro? Meglio la crudele realtà o un’illusione consolatoria?
“È un Eduardo particolarmente vicino a Pirandello quello della Grande magia – nota Lluís Pasqual in una nota di regia – La vita è come una finzione teatrale… Chi è l’illusionista che inventa le nostre vite? E lui, da quale altro illusionista è dominato? E se volessimo vivere in un mondo di illusioni? Se fosse meglio che vivere in una presunta realtà? Ilarità ed emozione si fondono nelle mani di questo genio del teatro napoletano che recitava per raccontare la vita sempre con un sorriso furbo sulle labbra, proprio come noi”.
Nando Paone interpreta il mago Otto Marvuglia, Claudio Di Palma è Calogero Di Spelta, Alessandra Borgia è Zaira in questa felice produzione Teatro Stabile Napoli – Teatro Nazionale in scena al Teatro Argentina di Roma per le festività natalizie dal 18 dicembre al 5 gennaio). Biglietti: intero 40 euro – ridotto 12 euro. Biglietteria: 06.684.000.311/314 www.teatrodiroma.net.