Torna sulla scena romana con un look contemporaneo la commedia noir che vede Giampiero Ingrassia interpretare nuovamente, a distanza di trenta anni, il ruolo dell’impacciato Seymour.
L’adattamento e la regia di Piero Blasio introducono la novità di trasformare in personaggio la pianta intorno alla quale ruota la vicenda con una girandola di sorprendenti e spiazzanti imprevisti.
Ispirato al film del 1960 di Roger Corman, il musical debutta nel 1982 a New York. Nel 1986 una nuova trasposizione cinematografica con la regia di Frank Oz ottiene la candidatura agli Oscar per la canzone originale e gli effetti speciali. Nel 2003 il musical debutta a Broadway.
Nella New York degli anni Sessanta, nel negozio di fiori del signor Mushnick lavora Seymour Krelborn, segretamente innamorato della giovane aiutante Audrey. Gli affari vanno male e, quando Mushnick decide di chiudere l’attività, Audrey gli suggerisce di esporre in vetrina la pianta che Seymour ha acquistato in un mercato cinese durante una eclissi. Il consiglio produce effetti immediati, infatti entra un cliente che ordina cento rose. Quando la pianta, chiamata Audrey II, inizia ad appannare i suoi sgargianti colori e appassire, nessun rimedio sembra poterla rinvigorire, ma si rivitalizza il giorno in cui viene bagnata da alcune gocce di sangue di Seymour che si è punto con una spina.
Scoperto l’arcano, il garzone la alimenta col suo sangue cosicché la pianta cresce a vista d’occhio, trasformandolo in un botanico di chiara fama. Vincendo la timidezza, il giovane invita finalmente Audrey a uscire con lui, ma la ragazza, succube del fidanzato dentista sadico e violento, rifiuta.
Audrey I,I intanto, è sempre più avida di sangue e una notte chiede a Seymour di uccidere qualcuno per darle nutrimento, assicurandogli fama e ricchezza. Timoroso e tormentato, il giovane è titubante, ma quando vede la ragazza amata maltrattata dal fidanzato ….
Giampiero Ingrassia si riappropria del ruolo di Seymour mostrando la stessa goffaggine stralunata del 1988, quando ebbe inizio la sua fortunata carriera. A impersonate l’avido Mushnick troviamo Fabio Canino, che canta e balla al suo debutto in un musical. Belia Martin, reduce dal successo di Sister Act, presta la sua voce cristallina alla romantica e fragile Audrey vittima di un rapporto di dipendenza verso il fidanzato Orin, che la soggioga con la violenza fisica e psicologica, interpretato da Emiliano Geppetti che esprime con postura e atteggiamenti da bullo l’arroganza prepotente del maschio sbruffone.
Nonostante lo spettacolo veicoli messaggi sociali e individuali di attualità come la violenza sulle donne, la disponibilità a commettere azioni depravate per amore e i mostri interiori con cui ciascuno è costretto a misurarsi, gli atteggiamenti eccessivi e gli eventi inverosimili suscitano ilarità.
Le tre coriste Giovanna D’Angi, Stefania Fratepietro e Claudia Portale, pur fungendo da raccordo tra i diversi momenti della vicenda, sono parte integrante dell’allestimento nello sfoderare le loro magnifiche voci cantando le canzoni di Howard Ashman sulle musiche di Alan Menken, e ballare abbigliate con gli sgargianti e fluorescenti costumi di Francesca Grossi, accompagnate dall’Ensemble di Michele Anastasi, Lucrezia De Matteis, Rosita Denti e Mario Piana.
La pianta carnivora che cresce a vista d’occhio assumendo vieppiù una conformazione umana quando si allunga lo stelo e si ramificano i germogli, ha la mimica e gli occhi sgranati di Lorenzo di Pietro in arte Drag Queen Velma K. Inguainata in una tuta verde e con una rigogliosa capigliatura fiorita, è l’elemento catalizzante dell’allestimento che si avvale della scenografia girevole di Gianluca Amodio che trasforma il chiosco da fioraio nello studio da dentista sovrastata dai grattacieli illuminati di Manhattan.