In occasione dell’inaugurazione dell’Auditorium della Biblioteca nazionale centrale di Roma, che riapre al pubblico dopo mesi di lavori di ristrutturazioni e migliorie, giovedì 19 dicembre alle ore 18:00, verrà offerto il monologo L’Appello ai Liberi e Forti di Luigi Sturzo, che si inserisce nell’ambito delle iniziative promosse per la celebrazione del centesimo anniversario della fondazione del Partito Popolare Italiano, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura.
«Non molto noto, eppure tanto intenso, è stato il rapporto che Luigi Sturzo ebbe con le biblioteche. – spiega Andrea De Pasquale, Direttore della Biblioteca nazionale centrale di Roma. – Egli fu infatti Direttore della Biblioteca del Seminario di Caltagirone tra il 1893 e il 1895 e il principale protagonista della ricostruzione della Biblioteca comunale distrutta da un incendio.»
Quella di Don Lugi Sturzo è una concreta idea di libertà che deriva dall’attenzione nei confronti dell’Altro. Solo un sostanziale interessamento proattivo agli sviluppi della società, vista come moltitudine perennemente accogliente e arricchita dalle individualità che la formano, garantisce l’altrui e la propria libertà. Questa idea di libertà è alla base dell’Appello ai Liberi e Forti che, la sera del 18 gennaio del 1919, dall’albergo Santa Chiara di Roma, veniva diffuso con l’annesso Programma in 12 punti a fondazione del Partito Popolare Italiano.
Il monologo teatrale ha avuto il suo debutto il 5 luglio scorso in prima nazionale al Festival dei Due Mondi di Spoleto ed è stato replicato a Bologna e a Siracusa con grande successo di pubblico e consensi. È un don Sturzo più intimo e privato, più immediato, anche nel linguaggio fruibile da un grande pubblico, con riflessioni personali e ricordi privati tratti dall’immensa mole dei suoi scritti.
La cornice questa sera è l’Auditorium completamente rinnovato della Biblioteca nazionale centrale di Roma: sono stati completamente ridefiniti gli usi degli spazi, rispettando alcuni tratti salienti del disegno originale. Sono stati ripensati il foyer, i percorsi del pubblico, il palcoscenico e la grande platea. Sono migliorate l’acustica, l’insonorizzazione e la climatizzazione, per i trecento spettatori che potranno comodamente usufruire dell’imponente spazio.
Il testo del monologo è stato curato e adattato da Francesco Failla, Direttore della Biblioteca e dell’Archivio Storico della Diocesi di Caltagirone; a interpretare don Luigi Sturzo è l’attore siracusano Sebastiano Lo Monaco; il regista è Salvo Bitonti, direttore dell’Accademia Albertina di Torino e le musiche originali sono state composte da Dario Arcidiacono, siracusano, da tempo trapiantato a Roma. L’Organizzazione generale della rappresentazione è a cura di Salvatore Aricò del Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo.
Sul palco sono disposti gli originali di scrivania, sedia, bastone, attaccapanni, busto, quadro e macchina da scrivere che arredavano le due stanze presso il Convento delle Canossiane a Roma in cui don Sturzo visse dal 1946 alla morte nel 1959, conservati presso l’Istituto Luigi Sturzo e per l’occasione prestati alla Biblioteca nazionale centrale di Roma.