Il teatro del corpo e del movimento sotto il pungolo della follia.
La Stagione di prosa 2019 del Teatro della Fortuna di Fano si apre in novembre con Le Baccanti, tragedia greca a episodi scritta da Euripide tra il 407 ed il 406 a.C.
Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia dell’Accademia – Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, è messo in scena con i giovani allievi guidati dalla regista Emma Dante, che affronta la lettura dell’opera attraverso la traduzione di Edoardo Sanguineti con l’obiettivo principale di guidare gli allievi alla comprensione di un testo lontano e complesso per poi esprimerlo con il gesto, con la voce e con il corpo.
Bravissimi tutti gli attori, che si muovono per lo più insieme con una precisa tecnica dinamica, singolarmente emergono sotto i tagli di luce e tornano indistinti nell’impasto della schiera. Insieme parlano, una recitazione spesso urlante, insieme eseguono in modo compulsivo movimenti, corse, salti, travestimenti, musica e balli da discoteca. Sono le donne tebane che, in preda al delirio della follia inculcata loro da Dioniso, dio del vino, del teatro e del piacere fisico e mentale, celebrano i riti di Bacco, altro nome di Dioniso, diventando baccanti. Emma Dante le presenta in forma corale, con movimenti robotici a scatti, “tarantolate”, con voci urlanti, che strisciano da sotto una tenda, si rotolano, incrociano gesti e parole, come le streghe del Macbeth.
Tra loro c’è il giovinetto Dioniso con lunga gonna bianca, nato dall’unione tra Zeus e Semele, donna mortale, che vuol convincere tutta Tebe di essere un dio e non un uomo.
Importante è ìl personaggio Tiresia non come indovino, ma come intellettuale che nega la possibilità di collegamento tra il culto di Dioniso e la cultura rappresentata da Apollo. Nel dialogo con Cadmo, padre di Agave e nonno di Penteo, Emma Dante ci presenta Tiresia ipercinetico, con voce sporca e recitazione gutturale, Cadmo col parkinson (entrambi vecchi, scalzi e con veste bianca) e poi Penteo, re di Tebe, con mutandoni lunghi arancio e petto nudo, che ostenta il suo potere, ma finisce male dilaniato dalle baccanti e dalla stessa madre Agave in preda alla follia, che ricompare in scena nella parte finale col capo di Penteo convinta di reggere una testa di leone. Emma Dante accentua questo episodio con una scena alla Dario Argento, fitta di teste penzolanti dal soffitto e ad ogni testa staccata dalla corda cade un corpo.
Per la regista la vera protagonista dell’opera è la fisicità di questi giovani corpi, perfetti nelle forme e nell’espressione e scalmanati nei movimenti, tesa ad esprimere sentimenti, impulsi, azioni e reazioni con tempi scanditi e ritmo serrato, sostenuta dalla coralità degli insiemi amalgamati nel gesto e nella voce. La regia gioca con l’atleticità dei corpi, più che la vicenda è l’impatto visivo che conta per Emma Dante, che viaggia al di sopra della contingenza guidata da una creatività onirica e sensuale.
I gruppi assemblati per figure d’insieme si muovono compatti. Persone unite con le braccia alzate ci riportano alle figure di Pier Luigi Pizzi.
La scena è quasi sempre nuda, ma popolata, e i cambi di scena sono a vista.
Però questa accattivante realizzazione, che punta più sulla “maraviglia” che alla fedeltà del testo, si adatterebbe anche ad altre opere, in più la dizione non sempre chiara specialmente nelle mezze voci, la scena scura che impedisce la comprensione delle parole attraverso il labiale impediscono di entrare appieno nella vicenda pur avendo di fronte uno spettacolo bellissimo sul piano visivo, intenso sul piano emotivo. Del resto di teatro si tratta e non di letteratura.
Un bel successo, tanto che il teatro ha dovuto aggiungere una quarta recita.
———–
Allievi attori: Salvatore Cannova, Viola Carinci, Marco Celli, Irene Ciani, Gabriele Cicirello, Jessica Cortini, Eugenia Faustini, Angelo Galdi, Alice Generali, Domenico Luca, Elisa Novembrini, Paolo Marconi, Michele Ragno, Naike Anna Silipo, Anna Bisciari, Adele Cammarata, Ilaria Martinelli
regia Emma Dante
assistente alla regia Federico Gagliardi
scene Carmine Maringola
movimenti scenici Sandro Maria Campagna
musiche e arrangiamenti corali Serena Ganci
luci Cristian Zucaro