La nuova drammaturgia inglese, la coppia contemporanea, l’etica e l’urgenza ecologica dei nostri anni, due giovani interpreti, una scena nuda e battute perdifiato. Lungs (in italiano “polmoni”) è una pièce semplice, come respirare, e come il respiro ha un ritmo serrato di fiati, violento e delicato, struggente e divertente.
L’inglese Duncan Macmillan, drammaturgo e regista della nuova generazione di scrittori, attivo tra teatro, radio, tv e cinema, vincitore di diversi premi tra Inghilterra e Stati Uniti, porta in scena una storia d’amore qualunque, un’indagine sulla coppia contemporanea, per la quale l’incertezza è un modo di vivere.
In un’epoca di ansia globale, terrorismo, crisi climatica e instabilità politica, una giovane coppia inizia la fatidica discussione sull’avere o meno un bambino. M. e W. pensano che avere un figlio sia una scelta da farsi per le giuste ragioni, ma quali esattamente? Lentamente il discorso si sposta sul tema ecologico, sulla salvezza del pianeta e sull’assicurare alle prossime generazioni dell’aria respirabile.
Così il dialogo rotto, elusivo, fatto di pensieri confusi e recriminazioni, frecciate e scuse, racconta i protagonisti lungo le contorte traiettorie di una difficile scelta e delle sue conseguenze fino ad un inaspettato finale in cui il tempo subisce un’accelerazione spiazzante e commovente.
“Che cosa accade all’istinto in un’epoca dominata dall’incertezza, dalle catastrofi ecologiche, dalla crisi globale? Macmillan si pone la domanda attraverso le voci di questa giovane coppia, eticamente rigorosa, determinata a fare la scelta giusta. Ma di fronte alla loro coscienza, il primo dubbio che sorge nell’ascoltatore è se questa non copra la paura di diventare adulti, di confrontarsi con un impegno definitivo che richiede di amare un essere che ancora non esiste. E’ questa l’incertezza più radicale nei protagonisti; la loro capacità di amare però, scopriranno e scopriremo, è più grande e tenace di quanto potessero immaginare”.