Ci sono libri che, anche se scritti più di duecento anni fa, hanno la capacità di essere sempre attuali e di raccontare qualcosa in ogni epoca. Uno di questi è sicuramente “Il meraviglioso mago di Oz” scritto nel 1900 da Frank Baum. Le avventure di Dorothy, del suo cagnolino Totò e dei suoi amici hanno cavalcato i secoli restando sempre attuali e dando la possibilità di chiavi di letture sempre nuove e originali.
Così è stato anche per il nuovo spettacolo de La Baracca – Testoni Ragazzi, che ha messo in scena questa bellissima storia al Teatro Testoni Ragazzi di Bologna, avvalendosi di nove attori e di una bellissima scenografia per tramandare il viaggio della piccola Dorothy alle nuove generazioni come una storia che racconta la trasformazione, la riscoperta della propria identità, del luogo da cui si proviene, ma anche come accettazione del diverso, con uno sguardo particolare a tutte le persone che non riescono a vivere nella loro terra, proprio come la protagonista.
Infatti, come tutti sanno, Dorothy si trova catapultata per via di un tornado nel magico mondo del potente Oz. Questo è un mondo che non le appartiene, un luogo sospeso in un eterno presente pieno di meraviglie e pericoli. E sarà proprio il desiderio della protagonista di tornare a casa a scatenare una serie di eventi che cambieranno tutto ciò che le sta intorno.
Tema principale del racconto è sicuramente la casa. “non esiste luogo migliore della propria casa” afferma Baum nel romanzo. Questo assunto è stato approfondito dal regista Bruno Cappagli in una chiave di lettura sorprendentemente attuale. Nessuno lascia la propria casa a cuor leggero e, se lo si fa per necessità, per voglia di scoprire qualcosa di nuovo, per crescere, in qualsiasi luogo si arrivi si sente il bisogno di essere accolti, di trovare conforto, rispetto, opportunità.
Durante il suo viaggio Dorothy troverà nuovi amici, lo Spaventapasseri, l’uomo di latta e il leone che la accompagneranno nel suo viaggio ognuno con la speranza di esaudire un desiderio, nella ricerca di qualcosa che in fondo hanno già, sepolta in una coltre di paure, di difficoltà nel riconoscere le proprie competenze e di gestire le emozioni e, solo dopo un viaggio non solo fisico ma anche interiore, lo spaventapasseri capirà di avere un cervello, l’uomo di latta un cuore e il leone il coraggio che tanto hanno cercato e desiderato.
Le streghe invece rappresentano il bene e il male, entrambi necessari per mantenere il gioco degli equilibri nella società. Il mago di Oz è il grande burattinaio, colui che muove le fila di una società con l’inganno e il raggiro. Un punto di riferimento di cui la gente ha bisogno, perché dice loro ciò che vogliono sentirsi dire, anche se assurdo e insostenibile. Almeno finché non si svela il trucco.
Molto bello anche il ruolo centrale riservato a Totò come voce dell’innocenza. Dorothy invece rappresenta lo sguardo dei bambini, in grado di fare domande scomode, di mettere in luce le criticità. Ascoltarli e considerarli con attenzione e rispetto è la chiave per farli diventare il motore del cambiamento.
In questo spettacolo lo spazio scenico amplia i suoi confini, uscendo dal palco per essere intrecciato in tanti modi diversi e rendere lo spettacolo fruibile sotto diversi punti di vista. Il palcoscenico rappresenta il palazzo del mago di Oz, un luogo misterioso e magico dove accadono cose inspiegabili e spaventose. È il luogo dell’incanto e dell’inganno. Un luogo che ci racconta di realtà e finzione, proprio come il teatro stesso. Al centro della platea invece, si trova una grande pedana, simbolo del viaggio, dell’avventura, di imprese da superare, di nuovi amici da incontrare. Una pedana che cambia continuamente volto grazie alle proiezioni in camera diretta che accompagnano il racconto, trasformando la scena di volta in volta. Anche la postazione di proiezione è un elemento centrale del racconto: posta ai piedi del palco dà la possibilità di svelare il trucco, di far vedere come cambiano le situazioni e si creano luoghi, immagini, ombre che, amplificate dai proiettori video, condizionano il viaggio di Dorothy. Infine la galleria, anch’essa luogo scenico, è riservata soprattutto alle streghe che come burattinaie condizionano l’evolversi della storia.
Tutti gli artifizi utilizzati per incantare il piccolo pubblico, e anche gli adulti, hanno creato una magia mozzafiato, grazie anche alla bravura degli attori, delle luci, della messa in scena e ai bellissimi costumi realizzati da Tanja Eick che, insieme alla colonna sonora che spazia da Beyoncé a Sting a Frank Sinatra, hanno dato un’impronta rock-pop e molto moderna allo spettacolo, rendendolo ancora più godibile.