Alessandro Melchiorre Dal Buio
Maurice Ravel Concerto per pianoforte in Sol maggiore
Hector Berlioz Sinfonia Fantastica
Pianoforte Luca Buratto
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Jader Bignamini
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Il programma di venerdì 31 gennaio (ore 20.00) e domenica 2 febbraio 2020 (ore 16.00) vedrà impegnata l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi insieme al suo Direttore Residente, Jader Bignamini, e il Giovane Artista Residente di quest’anno, il pianista Luca Buratto, in un programma molto eterogeneo, distribuibile su tre secoli di storia della musica. La Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz, emblema assoluto e senza tempo della musica a programma, composta nel 1830; il Concerto per Pianoforte in Sol maggiore di Maurice Ravel, che vede appunto impegnato Luca Buratto come solista, composto poco più di 100 anni dopo ed eseguito per la prima volta nel 1932 a Parigi; e una composizione commissionata da laVerdi ad Alessandro Melchiorre, intitolata Dal Buio.
Ogni grande composizione prima di entrare nel repertorio ha avuto una prima esecuzione. Proprio con questa idea si crea un programma così, in cui un caposaldo del Sinfonismo europeo come il capolavoro di Berlioz viene accostato ad una composizione in prima assoluta. Anche la Sinfonia Fantastica, ai tempi della sua prima esecuzione, era senza ombra di dubbio musica d’avanguardia. Si pensi alla ricerca dei timbri orchestrali: una creazione sempre nuova di impasti strumentali fino allora inimmaginabili in quasi ogni battuta. Ne è un famoso esempio, subito prima della fine del terzo movimento, il passaggio affidato al corno inglese e a quattro timpani, che suggerisce il brontolio dei tuoni in lontananza. Innovativo era anche il tipo di fruizione che Berlioz aveva previsto per la prima esecuzione: quando si parla di musica a programma, ci si riferisce a un genere in cui è presupposto dall’autore stesso che la musica evochi precise immagini e suggestioni, e anzi è il compositore stesso a orientare l’ascoltatore in un universo (il più delle volte visivo) che lui stesso ha immaginato. La storia che Berlioz vuole suggerire è quella di un artista che, disperato per amore, si avvelena con l’oppio, e inizia a sognare: tra un ballo, una scena pastorale e una marcia al supplizio, ricorre l’idea fissa, il pensiero alla donna amata. Tutte immagini, quelle che Berlioz vuole suscitare, in uno schema di fruizione a dir poco insolito per il tempo. E a poco meno di duecento anni di distanza, cosa può essere avanguardia? Qui interviene Alessandro Melchiorre, autore di Dal Buio: “Viviamo in un periodo in cui siamo dominati dall’immagine, dal vedere, quindi ho avuto l’idea un po’ simbolica che per ascoltare un pezzo si debba cominciare dal togliere tutto ciò che distrae, non essendo un lavoro teatrale, e concentrarsi iniziando dal buio, come si intitola la mia composizione.” Interessante come il programma cerchi di tenere in considerazione due diverse tendenze dell’innovazione: da una parte il tentativo e il desiderio di scardinare radicalmente ciò che è prassi, come in un certo senso accade con la Sinfonia Fantastica. Dall’altro un innestarsi nell’alveo della tradizione, sfruttandone le forme canoniche, senza pretese di stravolgimenti. Continua Melchiorre: “Per me non è più importante (come poteva essere un tempo) ‘sfegatare il borghese’ e cercare di scandalizzare ad ogni costo. Oggi una musica intelligente può essere quella che tiene conto che la gente va ad ascoltarla non tanto per stracciarsi le vesti, ma per accostarsi al repertorio.” E proprio con questa postura Alessandro Melchiorre propone un brano per organico orchestrale, lavorando dunque con una formazione assolutamente in linea con la tradizione. E lo stesso in qualche modo vale per il Concerto in Sol di Maurice Ravel, composto tra il 1921 e il 1931, che dichiarò di averlo composto nello spirito di Mozart e di Saint-Saëns, dunque senz’altro facendo tesoro di una tradizione compositiva la cui eredità poteva ancora, a detta sua, essere valorizzata. Composto da tre movimenti (Allegramente – Adagio assai – Presto), rappresenta una pietra miliare del repertorio pianistico, la cui varietà tematica e di carattere viene valorizzata indubbiamente dalla straordinaria ricerca timbrica del brillante Luca Buratto, Giovane Artista Residente de laVerdi.
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Venerdì 31 gennaio 2020, ore 20.00
Domenica 2 febbraio 2020, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
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Conferenza
Il concerto di venerdì 31 gennaio sarà preceduto alle ore 18.00 dalla conferenza introduttiva “I classici e i contemporanei” in collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore – Studium musicale di Ateneo. Relatore: Marco Benetti, nel foyer della balconata dell’Auditorium. Ingresso libero.
Biglietti: euro 15.00/36.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari d’apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2.
on line: www.laverdi.org / www.vivaticket.it .
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Biografie
Alessandro Melchiorre compositore
Alessandro Melchiorre è nato in Liguria (Imperia, 1951), ma la sua carriera si è svolta prevalentemente a Milano: qui si è laureato in Architettura al Politecnico, compiendo parallelamente gli studi di Composizione presso il Conservatorio (si diploma in seguito alla Hochschule di Freiburg im Br. con Brian Ferneyhough e Klaus Huber). La frequentazione del DAMS di Bologna (si laurea con Luigi Rognoni) è all’origine della sua produzione saggistica, che comprende scritti su Schumann, Schönberg e l’Espressionismo, Grisey, Xenakis. Frequentato dalle principali rassegne di musica contemporanea, annovera nel suo catalogo alcuni interessanti titoli operistici come Schwelle, basata sui Sonetti a Orfeo di Rilke; Atlante occidentale e Unreported inbound Palermo (su testi di Daniele Del Giudice, dapprima in forma oratoriale alla Biennale di Venezia del 1995, poi in forma scenica come coproduzione tra Teatro Comunale di Bologna e Pocket Opera Nürnberg, menzione speciale della giuria al Prix Italia del 1996), il Mine-haha di Wedekind, nella rielaborazione di Daniela Morelli (anch’esso successivamente approdato alla versione radiofonica, con Ottavia Piccolo per la RSI, 2003) e Il Violino, il soldato e il diavolo, pièce di “teatro su nero” liberamente ispirata alla Histoire du soldat di Stravinskij, scritto per il Teatro del Buratto nel 2004. Tra i suoi ultimi brani due cicli, Lost and found (per due strumenti, 2006) e gli studi dal titolo Figurazione dell’invisibile (Wien Modern 2000, Rondo Milano 2007). Importante nella musica di Melchiorre è la presenza o l’ispirazione dell’elaborazione elettronica: in questo si vedono le frequentazioni dei Ferienkurse di Darmstadt (premio Kranichstein per A Wave) e dell’Ircam parigino (Le città invisibili, Ensemble InterContemporain-IRCAM, D. Robertson), solo per citarne due tra le più significative. Suo scopo dichiarato è quello di unire nella scrittura musicale la penna e il computer, intesi dal musicista come due paradigmi, due modi di pensare la musica diversi, ma che è necessario, seppure difficile, integrare. Ha recentemente scritto Lost and found, cretto per Milano Musica 2006, Angelus novus per voce e ensemble, 2007 e Silenzio per recitante, voci e ensemble su testo di Yasunari Kawabata (Festival MiTo, 2007). Di notevole importanza l’ultima opera Il Maestro di Go, ancora su libretto -tratto dal romanzo omonimo- di Yasunari Kawabata, commissionata dall’Arena di Verona e andata in scena nell’ottobre 2008 con la regia di Elisabetta Brusa e la direzione di Yoichi Sugiyama; nel Festival MiTo 2009 ha presentato Terra incognita (seconda) per l’ensemble Risognanze diretto da Tito Ceccherini. Nel Festival Milano Musica del 2010 è stata presentata l’ultima versione di Lontanando per orchestra (Orchestra Verdi diretta da Daniel Kawka). Blue Fable per ensemble è stato eseguito alla Biennale 2012. Dal 2013 al 2016 è stato Direttore del Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano. Inventario per grande orchestra (commissione Orchestra Verdi – Milano, diretto da Francesco Bossaglia) è del 2018; Unreported (versione ridotta e non scenica) del 2019; ripreso a Milano, Reggio Emilia, Bologna.
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Luca Buratto pianoforte
Vincitore dell’edizione 2015 dell’Honens International Piano Competition di Calgary, si distingue per le sue interpretazioni “ricche di finezza e di una fortissima immaginazione” (Musical America). Di lui si è parlato come di “un nome da seguire” (The Guardian) e di “un virtuoso fuori del comune” (The Telegraph). Il periodico International Piano ha definito “magistrale” il suo modo di suonare; le apprezzatissime interpretazioni che offre del prolifico compositore britannico Thomas Adès rivelano inoltre la versatilità di “un artista tanto illuminante quanto impavido” (ConcertoNet).
Le recenti apparizioni includono recital solistici e concerti con orchestra in sedi prestigiose quali la Wigmore Hall, la Zankel Hall presso la Carnegie Hall, il Gilmore Festival Rising Stars di Kalamazoo, il Berlin Konzerthaus, il Teatro alla Scala di Milano, la Royal Festival Hall, la Roy Thompson Hall e la Victoria Concert Hall di Singapore.
Da solista ha collaborato con direttori quali di Hans Graf, Karina Canellakis, Claus Peter Flor, Jader Bignamini, Thomas Søndergård, e con orchestre tra cui la London Philharmonic, la Calgary Philharmonic, la milanese La Verdi, la Toronto Symphony, la Magedburg Philarmonie e la Edmonton Symphony.
A proprio agio sia da solista che in recital, ha partecipato a festival e a residencies quali “Progetto Martha Argerich” del Lugano Festival e Verbier Festival in Svizzera, al Busoni Festival in Italia, al Marlboro Music Festival e alla Music Academy of the West degli USA, all’Ottawa Chamber Music Festival e al Banff Centre in Canada.
Le sue interpretazioni di Robert Schumann hanno catturato speciali elogi. In una recensione del suo CD: Schumann/Davidsbündlertänze, Humoreske & Blumenstück
(Hyperion Records), Alex Baran, del periodico Wholenote Toronto, ha scritto: “Buratto suona con una tale convinzione da esser certo di aver restituito l’autentica voce di Schumann. È una connessione profonda che egli mantiene senza apparente fatica per l’intera durata della registrazione. Se potete, ascoltatelo dal vivo”.
Crede nell’importanza della musica quale potente strumento in favore della giustizia sociale. Ha spesso suonato e collaborato in sostegno di organizzazioni non-profit quali il “Progetto DDD Onlus” a Milano, “The Red Pencil” e “Superhero Me” a Singapore, il progetto “BRAHMSaMILANO” e la “Primavera di Baggio”.
Ha studiato con Davide Cabassi ed Edda Ponti. Ottenuto nel 2010 il diploma al Conservatorio di Milano, ha quindi ricevuto il titolo di Master dal Conservatorio di Bolzano. È stato Theo Lieven Scholar al Conservatorio della Svizzera Italiana a Lugano, sotto la guida di William Grant Naborè, ottenendo il Master of Advanced Studies.
Fra gli altri successi si segnalano, nel 2012, il Terzo Premio e il Premio del pubblico nella International Robert Schumann Competition.
Jader Bignamini direttore
Dopo essere stato scelto nel ’98 dal Maestro Riccardo Chailly come clarinetto piccolo dell’Orchestra Sinfonica laVerdi di Milano, inizia il suo percorso all’interno dell’Istituzione che lo vedrà passare dall’Orchestra al podio, fino ad essere nominato nel 2010 Direttore Assistente e dal 2012 Direttore Associato. Negli stessi anni avvengono i debutti ufficiali nel repertorio sinfonico con la Quinta di Mahler, mentre per l’opera con Andrea Chénier di Umberto Giordano e Carmen di George Bizet, che segnano l’inizio della sua carriera internazionale. Nel 2013 Bignamini inaugura il Festival Verdi di Parma con Simon Boccanegra e immediatamente dopo questa prima significativa esperienza diviene ospite a livello internazionale di numerosi istituzioni in Italia e all’estero: il Teatro dell’Opera di Roma, la Fenice di Venezia, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Regio di Torino, il Rossini Opera Festival di Pesaro, Il Festival di Martinafranca e all’estero a Francoforte, New York, Los Angeles, Toronto, Mosca, Tenerife, in Giappone e in Sud America. Il vasto repertorio sinfonico rappresenta la sua ecletticità come direttore con i grandi autori in ambito russo, tedesco e austriaco quali Čajkovskij, Glinka, Musorgskij, Rimskij-Korsakov, Prokof’ev, Stravinskij, Brahms, Beethoven, Strauss e Mahler, senza tralasciare i francesi Debussy e Ravel, e ovviamenti gli italiani Respighi, Paganini e Vivaldi. Collabora con solisti di primo piano quali Maximilian Hornung, Kian Soltani, Joshua Roman, Isabelle Faust, Karen Gomyo, Francesca Dego, Natasha Korsakova, Kolya Blacher, Lylia Zilberstein e Sergei Babayan. Nel 2013 ha anche l’occasione di fare da assistente al M° Riccardo Chailly per l’Ottava Sinfonia di Mahler. Fra i successi dell’ultima stagione in ambito operistico, Madama Butterfly al Metropolitan di New York e alla Staatsoper di Vienna, i concerti di gala al Festival di Salisburgo, allo Schleswig-Holstein Music Festival di Lubecca con l’orchestra Radiophilharmonie di Hannover e alla Royal Albert Hall di Londra. Dirige anche Trovatore al Teatro dell’Opera di Roma e a Francoforte, Manon Lescaut al Bolshoi di Mosca con Anna Netrebko e Yusif Eyvazov per la prima assoluta del titolo in Russia e con la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Puritani al Festival di Montpellier e al Teatro Massimo di Palermo e Don Carlo all’Opera di Tenerife. Per il repertorio sinfonico nell’ultima stagione da segnalare i debutti con orchestre quali: San Diego Symphony, Detroit Symphony, Milwaukee Symphony, Yomiuri Nippon Symphony, Osaka Philharmonic e Lubijana Philharmonic Orchestra. Bignamini dirige il primo tour asiatico del soprano Anna Netrebko e del tenore Yusif Eyvazov a Hong Kong, Seoul, Taipei, Tokyo e Nagoya e la scorsa estate il tour sudamericano in Cile, Brasile, Perù, Argentina, in Florida e Dubai. Subito dopo torna nuovamente in Giappone in tournée con il Teatro dell’Opera di Roma per dirigere Traviata con la regia di Sofia Coppola e i costumi di Valentino. La sua carriera, in costante ascesa sia in ambito operistico che sinfonico, questa stagione lo vede ospite di importanti teatri e istituzioni in Europa e all’estero quali il Neue Oper di Francoforte per una nuova produzione di Forza del destino, Dutch National Opera di Amsterdam per Madama Butterfly e dopo il successo di Rigoletto nel 2015 il ritorno al Festival di Santa Fe in New Mexico per La Bohème la prossima estate in attesa di preparare il suo debutto con l’opera russa con Eugene Onegin. Il prossimo anno tornerà poi sul podio della Canadian Opera Company a Toronto per una nuova produzione di Aida e per concerti sinfonici con la Toronto Symphony Orchestra per poi debuttare con la Dallas Symphony Orchestra e con la Houston Symphony Orchestra. Il maestro ha da poco terminato di incidere un cd dedicato al Belcanto con il soprano Marina Rebeka per l’etichetta americana Prima Record oltre che arie d’opera con Anna Netrebko e Yusif Eyvazov per la Deutsche Grammophon. Da gennaio 2017 Jader Bignamini è testimonial e face brand di Etalon Sound. Jader Bignamini è Direttore Residente dell’Orchestra Sinfonica G.Verdi di Milano.