Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, è stato celebrato con alcune toccanti rappresentazioni delle “Filastrocche della nera luce (cronache dalla Shoah)” di Giuseppe Manfridi, drammaturgo tra i più interessanti del panorama culturale e artistico contemporaneo.
La mise en éspace, già proposta presso la Casa della Storia e della Memoria il 16 ottobre, data della deportazione degli ebrei del ghetto di Roma, è una performance di lettura, recitazione e canti che si rincorrono, alternandosi. Voci di bambini, adolescenti, donne, uomini, affrante o fiduciose, emergono dalle tenebre della barbarie per raccontare esperienze di prigionieri sopravvissuti, paura immanente della morte, nostalgia degli affetti familiari, incommensurabili sensi di colpa, desiderio di rinascita, attraverso lo strumento più immediato che, reiterando il verso, imprime il senso.
Le filastrocche raccontano, non fiabe indirizzate ai bambini, ma orride storie di disumana prevaricazione. Non più filastrocche per cullare i sogni di bimbi ma per incidere nella memoria gli incubi realmente vissuti da esseri inermi.
Le gesta, epiche o fiabesche, tramandate oralmente nei versi carichi di assonanze, sono adesso azioni turpi che hanno prodotto la Shoah con la sistematica eliminazione fisica di persone senza colpa.
Quando scompariranno gli ultimi testimoni superstiti resteranno le filastrocche a tramandare lo sterminio di un popolo, da recitare in ogni contesto.
Sul palcoscenico si susseguono filastrocche che enucleano racconti, che evocano immagini, che suscitano emozioni. Le voci dell’autore, di Lorenzo Macrì e di Evelina Meghnagi che li accompagna con canti ebraici, mentre vengono proiettate le illustrazioni realizzate da Manuel de Teffé per il volume, cantano la storia dell’umanità.
Il testo è stato messo in scena nella stessa giornata a L’Aquila all’Auditorium del Parco, in una recitazione polifonica con la voce recitante di Manuele Morgese che si fonde con la musica della tromba di Fabrizio Bosso e del pianoforte di Julian Oliver Mazzariello, per la regia di Livio Galassi. Il 28 è stato proposto a Parigi presso l’Istituto Italiano di Cultura.
Per alimentare nei giovani la fiamma del ricordo dell’orrore del XX secolo, il regista Angelo Longoni ha impresso la sua cifra stilistica alla messinscena delle “Filastrocche della nera luce” con gli allievi della scuola di recitazione ActionPro. Nella mattinata della Giornata della Memoria, nel grande Spazio Rossellini, polo culturale multidisciplinare della Regione Lazio che svolge un ricco programma di attività di arti performative e formazione, gremito dagli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Statale Cine-Tv Roberto Rossellini che ha sede negli ex stabilimenti cinematografici Ponti-De Laurentiis, undici giovani attori vestiti di nero hanno tratto dagli abissi di un’umanità smarrita i ricordi dell’abiezione.
Le filastrocche, declamate da giovani voci come testi drammaturgici, diventano drammatiche accuse per un futuro rubato che svanisce nel cono di luce delle torce che impugnano puntandosele sul viso. Un filo di luce bianca che squarcia la nera luce dell’orrore e del palcoscenico.
Il libro “Filastrocche della nera luce (cronache dalla Shoah)” è edito da La Mongolfiera Editrice.