Una trama intricata, ma irresistibilmente affascinante che inanella pirati, donne indomite, corsari, schiavi, tutto in salsa rigorosamente orientale: Il Corsaro su musiche di Adolphe Adam ispirato alla fiaba di di Lord Byron resta uno dei balletti più complessi (stratificati, se non pasticciati), ma più amati di sempre.
Al Teatro dell’Opera di Roma, Il Corsaro torna a distanza di dodici anni (allora con la coreografia di Viatcheslav Khomayakov) in una nuova produzione del teatro capitolino affidata a José Carlos Martínez, coreografo e già étoile dell’Opéra di Parigi, nonché Direttore della Compañía Nacional de Danza de España, in scena dal 1° all’8 marzo per un totale di nove recite. Sul podio, la bacchetta di Alexei Baklan, specialista repertorio russo per le musiche di Riccardo Drigo, Cesare Pugni, Adolphe-Charles Adam, Léo Delibes
“Dopo la danza contemporanea della Serata Jerome Robbins si torna al repertorio classico – ricorda Carlo Fuortes, Sovrintendente del Teatro romano – il nostro nuovo allestimento si presenta in una nuova versione coreografica con scene e costumi di ispirazione corsara di Francesco Zito della produzione del 2008, ma del tutto reinventate in virtù del nuovo spettacolo. Balleranno i nostri talenti ma anche ospiti internazionali importanti”.
Quattro gli attesi Guest internazionali che si alternano sul palco, Olesja Novikova, Leonid Sarafanov, Maia Makhateli e Kimin Kim insieme ai talenti del teatro romano, l’étoile Rebecca Bianchi, Federica Maine, Simone Agrò (che sostituisce Alessio Rezza purtroppo infortunato), Claudio Cocino e al Corpo di Ballo capitolino.
“Credo che sia molto importante il lavoro che la direttrice del Corpo di Ballo sta svolgendo in questi anni proponendo nuove coreografie di balletti classici. Per me creare la coreografia de Il corsaro è stata una grande sfida perché come danzatore non l’ho mai interpretato – spiega Martínez – Ma che cosa significa rispettare la tradizione? Il fatto è che quando vengono allestiti dei balletti classici parliamo di produzioni di 200 anni. È giusto rispettare il classico, ma anche creare nuove coreografie si discostino dalla tradizione senza tradirne lo spirito. Voglio che il pubblico rintracci nella mia versione dei legami con l’originale. Per il resto ho cercato di dare al balletto una maggiore fluidità perché penso che il balletto classico, oggi, debba essere danzato in maniera più dinamica”.
Ben consapevole del tradimento nella tradizione russa del Corsaro nella versione di Mazilier e quelle di Petipa, Martínez punta a portare in scena i momenti iconici di questo balletto fondendo però la tradizione classica con l’elemento contemporaneo per conferire maggiore fluidità al balletto.
Il punto di partenza del suo Corsaro, grande balletto della tradizione tardo romantica che racconta l’intricata satira amorosa fra la schiava Medora e il corsaro Konrad, è stato per Martínez quello di lavorare sulla drammaturgia diventata molto complessa a causa delle stratificazioni della tradizione: per parlare in modo più semplice al pubblico il coreografo ha apportato dei cambiamenti nella trama e nella suddivisione del balletto per rendere la drammaturgia, secondo me troppo complessa, più accessibile e chiara.
Martìnez plasma il suo Corsaro intervenendo sulla durata del balletto, ora strutturato in due atti (due scene in ciascuno atto), eliminando il personaggio di Alì che non aggiungeva nulla alla drammaturgia, creando un Giardino incantato, frutto della sua immaginazione di Martìnez e concentrandosi sulla storia fra Medora e Konrad collocando il naufragio alla fine e rendendo gli altri personaggi corollari dei due protagonisti.
Ecco allora che il nuovo Corsaro si presenta su una drammaturgia più semplice senza il pretesto di una storia complessa che fosse l’opportunità di mettere in scena i virtuosismi dei protagonisti.
“È stato importante mantenere i momento virtuosistici per consentire ai danzatori di esprimere sensazioni vicine alla danza contemporanea” conferma il cronografo che assicura la fruibilità per il pubblico, ma anche il grande spettacolo per gli amanti della danza consapevole di quanto sia importante “il lavoro che Eleonora Abbagnato sta svolgendo in questi anni proponendo nuove coreografie di balletti classici”.
Se la drammaturgia del nuovo Corsaro è stato oggetto di una forte revisione, altrettanto è stato il lavoro di rilettura musicale che è stata resa già solida rispetto alle continue stratificazioni delle versioni precedenti.
“Con il maestro Alexei Baklan abbiamo preso come base la partitura di base della versione ucraina – spiega il coreografo – aggiungendo anche altri elementi. Penso anche che il Corsaro sia un balletto adatto per la compresenza di tanti danzatori colti in momenti diversi della loro carriera e della maturità artistica in grado di creare le sfumature necessarie al lavoro”.
“È molto importante proseguire la linea del repertorio classico – conferma la Direttrice del Corpo di Ballo romano, Eleonora Abbagnato – Il Corsaro per me, anche se non lo abbiamo mai ballato all’Opéra di Parigi, è sempre stato uno dei più importanti balletti del repertorio classico e riportarlo a Roma con José Carlos Martínez è un vero piacere: ritrovo in lui un amico, una persona semplice e generosa. Ho scelto lui perché mi sembra perfetto per il repertorio classico e danzante che presenta minori difficoltà tecniche, ma garantisce maggiore libertà artistica. È sempre una sfida che accogliamo con entusiasmo quella di presentare balletti classici, ma proposti con nuove coreografie anche nel caso del Corsaro, balletto classico, ma molto danzante, con nuove coreografie e molto impegnativo con una storia difficile da raccontare. Presentare un classico con nuove coreografie è stimolante per i ballerini e per il pubblico”.
Si alterneranno sul palco del Costanzi, nel ruolo di Medora Olesja Novikova (1, 3, 4, 6 marzo), Rebecca Bianchi (4, 5), Federica Maine (7), Maia Makhateli (7 marzo (20.00), 8), nel ruolo di Conrad Leonid Sarafanov (1, 3, 4, 6), Simone Agrò (4, 5, 7) Kimin Kim (7, 8 marzo).
Dopo la prima rappresentazione di domenica 1 marzo ore 19.00, Il Corsaro replica per altre otto recite, martedì 3 marzo ore 20.00; mercoledì 4 marzo ore 11.00 (solo scuole) e ore 20.00; giovedì 5 marzo ore 20.00; venerdì 6 marzo ore 20.00; sabato 7 marzo ore 15.00 e ore 20.00; domenica 8 marzo ore 16.30. Info e dettagli su operaroma.it.