Niccolò Andrea Lisetti, fiorentino classe ’83, un geografo per studi e non solo, si potrebbe dire un geografo dell’anima attraverso la poesia, uomo di cultura quindi su più fronti. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali in ambito letterario, tra cui i primi posti al Premio Borgognoni 2013 e Michelangelo Buonarroti 2019, per citarne solo due. Ad oggi, ha scritto più di mille poesie e pubblicato due libri: “Aperture” e “Storie di Alberi”, sempre con la casa editrice fiorentina Sassoscritto. Un suo saggio sul fotografo Vittorio Sella è stato pubblicato nelle “Memorie Geografiche”, supplemento della “Rivista Geografica Italiana”. Ha realizzato numerose installazioni artistiche (“opere poetiche”, come lui ama chiamarle) in alcuni giardini pubblici della Toscana e della sua città ovviamente, soltanto per passione, come contributo al mondo. Si potrebbe aggiungere molto altro. Ma lasciamo che siano le sue parole a raccontarci qualcosa in più.
– Niccolò, geografia e poesia, due ambiti così apparentemente distanti. Cosa ti lega all’una e cosa all’altra? Cosa li lega assieme, secondo te?
Il soggetto della mia poesia, quasi sempre, è la natura: le sue forme, le sue materie, i suoi ‘comportamenti’, le sue leggi. È per questo che, per me, non c’è gioia più grande che riportare le mie parole fra le braccia di ciò che le ha ispirate.
– Il tuo interesse per la cultura e il suo risvolto sociale è molto interessante. Ci vuoi parlare delle tue istallazioni? Come nasce questa idea?
Ad un certo punto della mia vita, mi è venuta una gran voglia di portare le parole fuori dai libri, di metterle accanto alla fonte della loro ispirazione, come dicevo prima. Oltre a scrivere, amo creare, inventare forme che si possano inserire il più armoniosamente possibile all’interno del paesaggio; forme, che siano espressione tangibile delle mie parole, che le accompagnino. Solitamente, non mi piace fare ‘tabula rasa’ per imporre una mia creazione, ma aggiungere qualcosa di mio a ciò che esiste già, per sottolinearne la bellezza, per offrire uno spunto di riflessione a chi passa.
– Come scegli le poesie che poi verranno messe nelle tue installazioni?
Dipende, non c’è un solo modo: a volte sono ispirate dal luogo stesso in cui verranno inserite, a volte le scelgo fra quelle che ho già scritto. In questo secondo caso, c’è una circostanza che mi piace far notare: il lavoro di adattamento che faccio sul testo. Per poter essere apprezzato da un lettore/passante, all’aria aperta, la poesia deve essere breve, scritta nel modo più semplice possibile e, al contempo, incisiva, evocativa, potente. Andare dritto al punto, in modo essenziale; essere profondo, e al tempo stesso, leggero: scrivere così, mi dà veramente una grande soddisfazione interiore; è come un esercizio, che porta serenità, che fa bene.
– Quale rapporto hai con la città nella quale vivi, Firenze?
Come hai detto giustamente tu, le mie installazioni sono il mio contributo al mondo che mi circonda; sono, di fatto, un atto di amore.
– Cosa pensi della collaborazione e della condivisione tra artisti e poeti?
Che spesso ce n’è troppo poca; dovrebbe essercene molta di più e, soprattutto, più vera, più intensa, più profonda: dovrebbe essere un grande scambio interiore, qualcosa di veramente bello, in cui si cerca di mettere da parte l’individualismo, l’orgoglio, l’invidia.
– Parlando della tua poesia ricordi un tuo verso a memoria? Come mai proprio questo?
Ti confesso…che ho sempre avuto una pessima memoria! Infatti, a memoria, non ricordo praticamente nessuna mia poesia; giusto questa, a cui sono molto legato, che s’intitola “Non siamo polvere”:
Anche
se ci frantumano,
non è di polvere
che siamo fatti,
ma di calce:
se una lacrima ci trova,
ci ricompone
e diventiamo
un’altra cosa:
prima,
non stavamo neanche in piedi;
adesso, senza di noi,
i palazzi crollerebbero.
– Chi sono i tuoi riferimenti letterari?
Tra gli autori che maggiormente amo, posso dirti Rabindranath Tagore, Emily Dickinson, Pablo Neruda, Rainer Maria Rilke.
– Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho in mente diverse nuove idee: infatti, dovrò necessariamente scegliere da quale partire, visto che tutte insieme, per ragioni prettamente economiche, non posso certo farle! Ho sempre fatto tutto solamente per passione, senza guadagnare mai niente (anzi, esattamente il contrario…ci ho speso!), ma mi va benissimo così: faccio quello che posso, con quello che ho; questo mi stimola ed è anche un grande insegnamento di vita.
Niccolò Andrea Lisetti è un geografo dell’anima attraverso la poesia.