Wolfgang Amadeus Mozart Sonata per pianoforte n. 13 in Si bemolle maggiore K. 333
Béla Bartók Improvvisazioni su canti contadini ungheresi op. 20
Robert Schumann Studi sinfonici op. 13
Pianoforte Luca Buratto
——-
Prosegue la stagione cameristica dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, in collaborazione con il Teatro Gerolamo. Il quinto appuntamento, domenica 22 marzo alle ore 11.00, vede come protagonista un pianoforte: quello del Giovane Artista Residente de laVerdi, il talentuoso Luca Buratto. Meno di due mesi fa il giovane virtuoso si esibiva in Auditorium di Milano nell’esecuzione del Concerto in Sol maggiore per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel, accompagnato da Jader Bignamini sul podio, ottenendo un unanime consenso di pubblico e critica. Memorabile fu il primo bis concesso da Buratto, come un’anticipazione del concerto di due mesi dopo: l’Allegretto grazioso dalla Sonata K. 333 in Si bemolle maggiore, dimostrando già soltanto con quell’amuse-bouche una limpidezza di suono e una chiarezza del fraseggio di rara bellezza. Tutte caratteristiche proprie del pianismo di Buratto, un musicista con un ineccepibile senso del tempo, dotato di una sensibilità spiccatissima, che si traduce in un’eccezionale predisposizione alla ricerca della sfumatura timbrica, essendo così in grado di creare una gamma di colori estremamente ampia. E ne ha un’ulteriore occasione, domenica 22 marzo, perché, dopo l’etereo e impalpabile pianismo che emerge dalla scrittura olimpica di Mozart, giunge anche il momento di Béla Bartók: le Improvvisazioni su canti contadini ungheresi op.20, una raccolta di pezzi raramente eseguiti, in cui trionfa l’anima tradizionale di Bartók. Una serie di composizioni che fanno parte di quel repertorio nato grazie alla sua indagine etnomusicologica sulla tradizione musicale del suo paese. Musiche che necessitano di un approccio sicuramente diverso da quello di Mozart, raggiungendo sonorità diametralmente opposte a quelle del genio viennese. E nel mezzo, tra il mondo classico e quello novecentesco, c’è il romantico. E il romantico per eccellenza è Robert Schumann. Forse il brano scelto da Luca Buratto per questo programma, in cui il pianoforte non va inteso tanto nella sua dimensione “reale”, quanto nella sua potenzialità di espressione di altre sonorità, è proprio il brano che ancor più degli altri due esprime il concetto del titolo del concerto, ovvero “Pianoforte Sinfonico”: si tratta, appunto, degli Studi Sinfonici op.13, una composizione eseguita per la prima volta nel 1837, un tema con variazioni costruito in modo tale da rendere l’idea che il pianoforte non solo possa fare ciò che fa l’orchestra, ma che possa addirittura andare oltre l’orchestra stessa. Insomma, tre modi d’intendere lo strumento, tre approcci completamente diversi alla tastiera, che mostrano e svelano tre universi sonori e timbrici a volte antitetici, ma sempre frutto di una ricerca sullo strumento Pianoforte che nei secoli non ha mai smesso di appassionare tutti i più grandi compositori. Luca Buratto ci accompagna in questo viaggio dal palco del prezioso Teatro Gerolamo, per incantare con un gioco di prestigio, nel tentativo di evocare col pianoforte un altro mondo sonoro estraneo al pianoforte stesso.
———
I Biglietti (euro 8,00/28,00) si possono acquistare nei giorni precedenti all’ Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler (mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401)
oppure, la mattina stessa del concerto, direttamente al Gerolamo, Piazza Beccaria 8
on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it
——-
Programma
Luca Buratto Pianoforte
Vincitore dell’edizione 2015 dell’Honens International Piano Competition di Calgary, si distingue per le sue interpretazioni “ricche di finezza e di una fortissima immaginazione” (Musical America). Di lui si è parlato come di “un nome da seguire” (The Guardian) e di “un virtuoso fuori del comune” (The Telegraph). Il periodico International Piano ha definito “magistrale” il suo modo di suonare; le apprezzatissime interpretazioni che offre del prolifico compositore britannico Thomas Adès rivelano inoltre la versatilità di “un artista tanto illuminante quanto impavido” (ConcertoNet).
Le recenti apparizioni includono recital solistici e concerti con orchestra in sedi prestigiose quali la Wigmore Hall, la Zankel Hall presso la Carnegie Hall, il Gilmore Festival Rising Stars di Kalamazoo, il Berlin Konzerthaus, il Teatro alla Scala di Milano, la Royal Festival Hall, la Roy Thompson Hall e la Victoria Concert Hall di Singapore.
Da solista ha collaborato con direttori quali di Hans Graf, Karina Canellakis, Claus Peter Flor, Jader Bignamini, Thomas Søndergård, e con orchestre tra cui la London Philharmonic, la Calgary Philharmonic, la milanese La Verdi, la Toronto Symphony, la Magedburg Philarmonie e la Edmonton Symphony.
A proprio agio sia da solista che in recital, ha partecipato a festival e a residencies quali “Progetto Martha Argerich” del Lugano Festival e Verbier Festival in Svizzera, al Busoni Festival in Italia, al Marlboro Music Festival e alla Music Academy of the West degli USA, all’Ottawa Chamber Music Festival e al Banff Centre in Canada.
Le sue interpretazioni di Robert Schumann hanno catturato speciali elogi. In una recensione del suo CD: Schumann/Davidsbündlertänze, Humoreske & Blumenstück
(Hyperion Records), Alex Baran, del periodico Wholenote Toronto, ha scritto: “Buratto suona con una tale convinzione da esser certo di aver restituito l’autentica voce di Schumann. È una connessione profonda che egli mantiene senza apparente fatica per l’intera durata della registrazione. Se potete, ascoltatelo dal vivo”.
Crede nell’importanza della musica quale potente strumento in favore della giustizia sociale. Ha spesso suonato e collaborato in sostegno di organizzazioni non-profit quali il “Progetto DDD Onlus” a Milano, “The Red Pencil” e “Superhero Me” a Singapore, il progetto “BRAHMSaMILANO” e la “Primavera di Baggio”.
Ha studiato con Davide Cabassi ed Edda Ponti. Ottenuto nel 2010 il diploma al Conservatorio di Milano, ha quindi ricevuto il titolo di Master dal Conservatorio di Bolzano. È stato Theo Lieven Scholar al Conservatorio della Svizzera Italiana a Lugano, sotto la guida di William Grant Naborè, ottenendo il Master of Advanced Studies.
Fra gli altri successi si segnalano, nel 2012, il Terzo Premio e il Premio del pubblico nella International Robert Schumann Competition.