L’attrazione magnetica dei sessi, come i due poli del Tao, rende chiara tanto la propria fondamentalità quanto l’assurdità della sua pretesa. Qualunque approccio relazionale con il sesso opposto sembra essere destinato alla mutua incomprensione, a causa della mancanza di una lingua comune: è in tali conclusioni che l’opera di Matei Visniec, prodotta da Cubo Teatro, in scena a San Pietro in Vincoli Zona Teatro, può trovare una chiave di lettura. Non certo l’ultima, non certo l’unica: ma la più sentita, forse, suggerita dalle interpretazioni distanti, innaturali e incantevoli di Giulia Mazzarino e Jacopo Crovella.
L’assurdità della vicenda viene mascherata da acuto simbolismo; oppure avviene viceversa, sono i simboli non espliciti a essere sotterrati dall’assurdo? Una tale, continua rincorsa caratterizza tutto lo spettacolo, giocato dal congiungersi e dall’allontanarsi di opposti di base: così la staticità della scenografia (Silvia Brero) delimitata da piccoli e inamovibili arbusti contrasta con le proiezioni video (Riccardo Franco Loiri) che non didascalizzano l’ambientazione, quanto piuttosto i pensieri stessi.
Così, la diversità materiale uomo/donna (Crovella/Mazzarino) contrasta con la somiglianza della loro naturale incertezza a formulare opinioni e intenti; la Babele che scaturisce dall’inevitabile incontro degli opposti appare mossa da esigenze molto più profonde del semplice bisogno fisiologico.
Amore? La regressione della comunicazione (o la sua sublimazione?) pare spingere in questa direzione, sopperendo all’assurdità con un nuovo linguaggio diretto, telepatico. Crovella e Mazzarino arrivano infine a comprendersi appieno, lungo nove notti – nove atti brevi in cui i simboli della verosimiglianza (il telefono, la posta, il sassofono) perdono la loro consistenza. La vicenda assurda cede il passo alla struttura di una favola con annessa morale, che inizia con il peccato originale e conclude con l’unione definitiva degli opposti.
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La storia degli orsi panda raccontata da un sassofonista che ha un’amichetta a Francoforte
di Matei Visniec
regia Girolamo Lucania
con Jacopo Crovella e Giulia Mazzarino
scene e costumi Silvia Brero
light design Girolamo Lucania e Yuri Roà
video Riccardo Franco Loiri
produzione Cubo Teatro