Otto donne di differenti generazioni appartenenti a una ricca famiglia francese si preparano al Natale in una grande villa di campagna, lontana dalla città, quando una di loro, aprendo la porta di una camera al piano superiore, scopre il corpo esanime del capofamiglia Marcel con un pugnale conficcato nella schiena.
Panico totale. Impossibile chiamare la polizia, perché i fili del telefono sono tagliati, impossibile raggiungere la città perché l’automobile è stata manomessa. Nessuno può essere entrato perché la villa è isolata dalla neve. Solo una delle otto donne può essere l’assassina.
Cominciano le indagini, escono confessioni scomode, vengono a galla segreti, ambizioni, desideri e sentimenti sempre celati, piovono accuse, si scoprono personalità diverse e ci si rende conto di quanta ipocrisia, omertà e sfiducia ci siano in quelle persone, incapaci di relazionarsi col cuore.
La stessa morte del capofamiglia è frutto di una macchinazione segreta perpetrata da Catherine, la figlia minore, la quale in accordo con il padre ha simulato un assassinio per avere delle conferme.
E tutte ci sono cascate e tutte hanno rotto il freno del silenzio, tanto ormai Marcel non poteva più sentire.
E invece no, Marcel le sente e come. Dietro la porta di quella camera lui, vivo e vegeto, ascolta tutto, scopre il groviglio di vipere che soffoca la sua famiglia e prende una decisione. Infatti, quando la ragazza svela la sua macchinazione lasciando tutte congelate, la porta della camera si apre e, prima che Marcel esca, si sente un colpo di pistola. Si uccide, lo uccidono, o è ancora una finzione? Boh! Mistero. Pirandello docet.
Questa commedia thriller di Robert Thomas del 1968, tradotta da Anna Galiena, con l’adattamento di Micaela Mino, e prodotta da La Pirandelliana, Compagnia Molière, ABC Produzioni, necessita di interpreti di alto livello per tenere il pubblico costantemente sul filo del rasoio.
E qui c’è un cast di bravissime attrici: Anna Galiena Gaby, Debora Caprioglio Augustine, Caterina Murino Pierrette, Paola Gassman Mamy, Antonella Piccolo Sig.ra Chanel, Claudia Campagnola Suzanne, Giulia Fiume governante della casa e Louise, Mariachiara Di Mitri Catherine, che, dirette dal regista Guglielmo Ferro, entrano con sarcasmo nei singoli personaggi esasperandone le peculiarità e tengono alta la suspense con ritmo serrato e sostenuto.
La figura centrale è la vecchia signora della villa, suocera di Marcel, un’irriconoscibile Paola Gassman interpreta con padronanza scenica questa figura inquietante, assassina del marito, che bara sul suo stato di salute, seduta sulla sedia a rotelle, che alla fine abbandona e cammina e nasconde i suoi averi per non aiutare suo genero.
Impressionante è la trasformazione della zitella Augustine, sorella di Gaby, finta malata di cuore e odiatrice degli uomini, pur circuendo suo cognato: da introversa, acida, nevrastenica, invidiosa e malvestita “badante” della madre a una prorompente donna sexy come è in effetti la Caprioglio, un personaggio complesso che l’attrice delinea con dovizia di particolari e rendendo stupefacente il cambiamento. Anna Galiena è un’elegante e distaccata padrona di casa, moglie adultera di Marcel, nonostante lui mantenga in casa anche la sorella e la madre di lei, che scopre di dividere il suo amante con Pierrette, la sorella di suo marito. Caterina Murino rende bene l’ambiguità di Pierrette, sorella ritrovata della vittima, ex spogliarellista con debiti saldati dal fratello. Giulia Fiume incarna con maestria il personaggio subdolo della governante servizievole e cinica, amante di Marcel e segretamente innamorata della di lui moglie Gaby. Claudia Campagnola è una dinamica e variegata Suzanne, presunta primogenita di Marcel, che conduce il ritmo della pièce, improvvisandosi ispettrice di polizia e sconvolgendo drasticamente la famiglia con la confessione choc di essere incinta del presunto padre. Mariachiara Di Mitri interpreta agevolmente il ruolo di Catherine, la figlia minore di Gaby e di Marcel. Antonella Piccolo entra bene nel carattere contorto della Sig.ra Chanel, cuoca e governante, amante di Pierrette e gelosa dei rapporti di quest’ultima con Marcel.
Insomma un vero manicomio.
Tutte le attrici rispettano il meccanismo di questo dramma noir studiato per captare l’attenzione del pubblico, con un dialogo serrato e colpi di scena, tengono alta la suspense della struttura drammaturgica senza tralasciare la veste sarcastica e comica dell’ingranaggio.
La scenografa Fabiana Di Marco costruisce un interno imponente in legno su due piani, diviso in vari ambienti arredati, dall’atmosfera un po’ inquietante, tipo Arsenico e vecchi merletti; il disegno luci di Aliberto Sagretti rispetta il clima sombre della pièce, i costumi ideati da Françoise Raybaud sono di foggia retrò. Le musiche di Massimiliano Pace completano l’allestimento.
Bello, coinvolgente, di grande presa.
Il pubblico, che non ha mosso un dito per tutto lo spettacolo, ha fatto un salto sulla sedia al colpo di pistola finale.