Il luogo di nascita è sicuramente inconsueto: il carcere romano di Rebibbia. “Io ero volontaria, insegnavo lì, e c’era un gruppo di detenuti, italiani e stranieri, che aveva imparato a impaginare”, racconta la direttrice editoriale Della Passarelli: “Un giorno mi chiesero di fondare una cooperativa. Un’impresa sociale che fosse un service editoriale, ma soprattutto che fosse una casa editrice per ragazzi”. La Sinnos è nata così, nel 1990. Una follia, un azzardo, una scommessa vinta: in trent’anni quest’innovativa publishing house è divenuta una splendida e solida realtà culturale, con un catalogo che, tra novità e pubblicazioni storiche, annovera oltre 320 titoli di albi illustrati, narrativa, graphic novel e molto altro ancora.
Interculturalità, diritti delle donne, parità di genere, educazione alla cittadinanza e alla legalità: tanti sono i temi presenti nelle opere della Sinnos, ma sempre affrontati senza alcun didascalismo, bensì tenuti in equilibrio tra poesia e leggerezza. “In questo momento storico è fondamentale dare a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, gli strumenti per affrontare la complessità, mostrare come continuare a dubitare e a interrogarsi, avere tempo per riflettere e non fermarsi alla superficie”, aggiunge Passarelli in una recente intervista. Sinnos vuol dire “segni” nella lingua sarda, a suggerire questo nome fu appunto un detenuto. “Ci sono libri che lasciano dei segni, ce li abbiamo tutti”, conclude la direttrice editoriale: “Sono quei libri che hanno fatto e fanno di noi quello che siamo, che ogni tanto andiamo a ricercare. Ecco, vorrei che i libri Sinnos facessero questo”.
“Alla ricerca del fiore dorato” è un delizioso picture book scritto e illustrato dal giovane marsigliese Benjamin Flouw, qui alle prese con la sua prima opera. Il volume è uscito nel 2017 in Canada riscuotendo subito un ampio successo, cui sono seguite traduzioni in varie lingue (tra cui, appunto, l’italiano). La storia ci racconta del Signor Volpe, appassionato di botanica, che improvvisamente in un vecchio libro scopre l’esistenza del Millepetali Dorato, pianta della famiglia delle Bennascoste. Il fiore, talmente raro da non essere neanche mai stato descritto, cresce solo in montagna: il Signor Volpe, attrezzato di tutto punto, si mette in marcia per andarne alla ricerca. Nel suo viaggio incontra il Signor Orso, suo cugino Lupo, la Signora Marmotta e il Vecchio Stambecco: da loro acquisisce nuove informazioni e s’inerpica sempre più in alto, fino a sorpassare anche le nuvole e a sbucare “in cima alla montagna, alla luce del sole”. Ma lì, sulla cima, sembrano esserci solo “sassi e neve”: non sveliamo il finale, possiamo solo dire che il Signor Volpe se ne tornerà a casa pienamente soddisfatto.
La storia è avvincente e scritta magistralmente, gli incontri con i diversi personaggi sono tutti ben caratterizzati e mai ripetitivi, l’attenzione è sempre posta sulla ricerca del Millepetali Dorato e sulle emozioni del Signor Volpe. “Alla ricerca del fiore dorato” è un inno alla natura, nonché un pretesto per una lezione didattica e divulgativa sulla sua difesa e conservazione. Il libro, infatti, presenta qui e là alcune tavole didattiche (una sorta di infografica) sugli alberi, le montagne, i fiori e le loro parti, e perfino su cosa mettere nello zaino; propone, inoltre, una sezione conclusiva dove poter creare il proprio “diario delle esplorazioni” (con attività come il disegno di una mappa, la realizzazione di un erbario, la costruzione di un paesaggio in miniatura dentro una scatola di scarpe). Da sottolineare, infine, le illustrazioni: la grafica è tutta angoli (sembra un origami) e colori molto morbidi, con giochi di luci e ombre che danno un effetto tridimensionale.
Dal carattere molto diverso è “La grande rapina al treno” del romano Federico Appel (romanziere, saggista, autore di fumetti, redattore di casa editrice, illustratore, nonché professore a contratto di Letteratura per l’infanzia). Il protagonista è un bambino molto compìto, provvisto di paglietta e papillon, che prende posto sulla carrozza numero 5, diretto verso il West assieme alla zia. Il ragazzino si annoia, perché sul treno “non succede mai niente”. Non fa in tempo a dirlo che il suo desiderio di avventura viene subito accontentato: il convoglio è assalito dalla “famigerata Banda dei Tredici”. Da qui un tourbillon di situazioni e di personaggi: dall’orso Bernardo al venditore di pentole Jim Sterusky, dallo sceriffo Nick Stecchetto al misterioso pellerossa William Blake. Inevitabile è il lieto fine, con i cattivi assicurati alla giustizia e la zia che per il prossimo viaggio, per “non annoiarmi troppo”, pensa di usare la mongolfiera e non più il treno.
La narrazione è particolarmente originale: il lettore vede gli scompartimenti da fuori (come se si guardasse un treno passare), le facce dei viaggiatori incorniciate nei finestrini, sbirciando le azioni che si svolgono dentro i vagoni. Un taglio squisitamente cinematografico, amplificato da un testo composto soltanto di dialoghi molto serrati (che è il lettore ad attribuire ai vari personaggi, anche guidato dalla presentazione degli stessi che si trova all’inizio dell’albo). La storia è piena di trovate e colpi di scena, ogni pagina va osservata con attenzione perché ricca di dettagli e di azioni (che avvengono sia dentro il treno sia all’esterno, sopra e sotto i vagoni), il ritmo è incalzante e accelerato: il lavoro di Federico Appel, insomma, si segnala per la straordinaria inventiva, il tratto grafico inconfondibile e rétro, il racconto divertente, insolito, davvero imperdibile.