Sei uomini grandi e grossi alle prese con il senso di smarrimento dovuto all’improvviso licenziamento di massa nella Torino industriale si inventano un modo divertente e “piccante” per sbarcare il lunario e risollevarsi (anche moralmente) al motto de “l’unione fa la forza”. Dalla celebre pellicola cinematografica inglese del 1997, The Full Monty il musical torna nella platee italiane dopo il debutto del 2013 con un cast completamente rinnovato. Scritto nel 2000 da Terrence McNally e musicato da David Yazbeck, il musical, in Italia diretto da Massimo Romeo Piparo e prodotto dalla Peep Arrow Entertainment, si avvale di un cast di tutto rispetto, partendo da Paolo Conticini e Luca Ward, reduci del successo di pubblico e critica di Mamma Mia!, Gianni Fantoni, già protagonista della precedente versione, l’eclettico Jonis Bascir e, al suo debutto ufficiale nel mondo del musical, Nicolas Vaporidis.
Rispetto alla versione “made in Broadway”, la regia di Piparo ancora la vicenda dei sei uomini nell’attuale Torino, italianizzando anche nomi e situazioni che prendono vita sotto la Mole Antonelliana, dove la disoccupazione è purtroppo una triste realtà, oggi forse più di ieri. Pur prevalendo un andamento decisamente comico, il musical si fa portatore di questo e altri importanti temi ad esso correlato attraverso momenti introspettivi in cui i personaggi si guardano dentro e cercano di combattere la negatività per superare una fase difficile con il sorriso sulle labbra.
Grande peso gioca la colonna sonora, semplice ma coinvolgente, eseguita dal vivo dall’orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello. I grandi nomi della televisione italiana intrattengono e stupiscono gli spettatori nei panni del gruppo sgangherato che mette su uno spettacolo “per sole donne”, ma non convincono purtroppo a livello canoro, come invece fa il resto del cast, prima fra tutti Paila Pavese, grande interprete e voce di celebri personaggi di cartoni animati e film d’animazione come Anastasia e Jessica Rabbit. Le scenografie mobili di Teresa Caruso ben accompagnano la vicenda, situata in diversi luoghi, dalla fabbrica in cui si improvvisano le prove dello spettacolo alle più intime case dei protagonisti dove sono ambientate le scene più “private” allo strip club dove la scena finale promette (e non delude) “The Full Monty”, ossia servizio completo, lasciando poco spazio all’immaginazione. Un musical ben fatto, trascinante e frizzante, dalle risate assicurate.