Sono state più di 6600 le visualizzazioni della diretta on line del convegno Il mio teatro è una città, che si è svolto a porte chiuse sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo a causa dell’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus. Gli organizzatori delle due giornate di studio, Teatro Pubblico Ligure e Fondazione Teatro Sociale di Camogli, di fronte alla chiusura dei teatri stabilita dall’ordinanza, hanno deciso di non fermare i lavori e organizzato con grande rapidità la ripresa video e la trasmissione on line dei lavori sulla pagina Facebook di Teatro Pubblico Ligure. L’iniziativa è stata premiata dal numero di visualizzazioni, che è risultato ben più alto delle persone che il Teatro di Sori e il Teatro Sociale di Camogli avrebbero potuto contenere.
La comunità dei teatranti ha accettato la sfida, confermato la sua presenza e quindi la volontà di rimanere collegata con il pubblico anche in questa circostanza. Il fondatore dell’Odin Teatret Eugenio Barba con Julia Varley sono intervenuti da Hostelbro, in Danimarca; il direttore del Teatro Nazionale di Genova Davide Livermore da Sydney, Australia. Tutti gli altri sono venuti a Sori e a Camogli, felici dell’accoglienza trovata e della bellezza dei luoghi in cui sono stati ospitati. In un’atmosfera di partecipazione cordiale e motivata, si è così svolto l’incontro “Il mio teatro è una città – Esperienze di teatro e cittadinanza. Audience engagement in Italia e in Europa”, appuntamento inscritto nel macroprogetto Atlante del Gran Kan, ideato da Sergio Maifredi, direttore artistico di Teatro Pubblico Ligure e Fondazione Teatro Sociale di Camogli, di cui è anche sovrintendente. “Ci siamo ripromessi – ha dichiarato Maifredi al termine del convegno – di vederci l’anno prossimo a Sori e Camogli per proseguire il confronto sul teatro e la città e riflettere sul potere innovativo di un teatro rigenerante in cui noi, come sarti, dobbiamo ricucire il legame dei cittadini con i luoghi che li rappresentano. Noi proseguiremo in primavera a Sori e Camogli con Atlante del Gran Kan”.
Il giornalista e critico teatrale Andrea Porcheddu, che aveva il ruolo di coordinatore, ha invitato i teatranti a essere “turpi, vani e girovaghi”, termini con cui nell’antichità si stigmatizzava la loro indipendenza, per sottrarsi alla tirannia del botteghino e dei bandi e dedicarsi alla creatività viva. Stefan Kaegi, fondatore dei berlinesi Rimini Protokoll, per la prima volta in Liguria, ha descritto spettacoli dalla forte componente sociale come “100% Stadt” in cui i freddi numeri dei diagrammi a torta con gli abitanti divisi a fette percentuali tornano ad avere un volto e un corpo. Poi ha sottolineato l’importanza di “essere in un Teatro che si chiama Sociale e rappresenta la società partecipata, ma ha un palco alto e un’architettura che nell’ottocento non è stata pensata per realizzare questo modello. Ci vuole tempo per superare questa complessità”. Una missione che il Teatro di Camogli oggi sposa con entusiasmo.
Tutti i partecipanti hanno raccontato le loro esperienze in un teatro che prevede il coinvolgimento diretto degli spettatori. Sono Rita Maffei (regista, attrice, condirettore artistico del CSS di Udine – Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia), Simone Pacini (docente di comunicazione e fondatore di fattiditeatro.it), Lucia Franchi (condirettrice di Kilowatt Festival Sansepolcro, capofila progetto europeo BeSpectActive, coautrice del volume Lo spettatore è un visionario), Carla Peirolero (direttore artistico Festival e Compagnia Suq Genova), Angelo Pastore (presidente Agis Liguria), Tommaso Bianco (fondatore della compagnia Kronoteatro di Albenga e del Festival Terreni Creativi), David Beronio e Clemente Tafuri (registi, drammaturghi, fondatori di Teatro Akropolis di Genova), Chiara Mignemi (coordinatrice progetti di audience development della rivista / associazione culturale Stratagemmi – Prospettive Teatrali) e Micaela Casalboni (condirettrice artistica del Teatro dell’Argine – San Lazzaro di Savena – Bologna).
Gian Luca Favetto, drammaturgo del progetto, ha così commentato il risultato delle due giornate di convegno: “Il teatro si è disposto a città e i teatranti si sono presentati cittadini, il palcoscenico è diventato una piazza di incontro. Al di là delle formule – teatro di partecipazione, teatro di comunità, teatro sociale – si sono messe in fila originali esperienze di gruppo. Nel raccontarle e nell’ascoltarle, lontano da ogni possibile omologazione, ciascuno ha trovato le sue comunanze con gli altri. È così che l’incontro è diventato un’azione teatrale contemporanea. Contemporanea, perché non attuale. Contemporanea, perché non antica, non moderna, iscritta ma non appiattita nel tempo presente. Il teatro fatto e discusso insieme si dimostra un antidoto contro tutte le pesti.” Farida Simonetti, presidente della Fondazione Teatro Sociale di Camogli ha ringraziato i presenti rinnovando l’invito di Sergio Maifredi a un incontro futuro: “In questa occasione ci siamo disposti per necessità di ripresa a semicerchio sul palco. Vorrei che il cerchio si completasse e che la prossima volta ci fosse il pubblico anche in platea, per condividere la riflessione su un modo di fare teatro che vuol renderlo protagonista.”
Info: www.teatropubblicoligure.it | www.teatrosocialecamogli.it | www.sergiomaifredi.it