Intervista a cura di Il Granchio in Frack
Ho iniziato l’intervista domandandole “chi è Michelle?” e lei mi ha risposto “un essere vivente” senza nemmeno un punto, perché non c’era bisogno di aggiungere altro.
Dovevo immaginarmelo che quest’ intervista non sarebbe stata una passeggiata. Michelle è una vera bomba, una donna esplosiva, ha un entusiasmo travolgente come una deflagrazione all’interno di un ripostiglio. Schietta, sincera e irriverente, nessuno può resistere alla sua personalità e men che mai alla sua appagante risata.
Una delle artiste più accattivanti del panorama italiano odierno, Michelle Perera afferma di cantare “da quando ho memoria di essere su questa Terra”.
Una voce sublime, importante, toccante.
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Michelle, qual è il tuo genere musicale?
Non mi piacciono le definizioni che circoscrivono, quelle dai confini marcati, io spazio su vari generi: dalla musica ‘black’ alla trip-hop, ascolto di tutto e ove posso miscelo.
Hai un canale Youtube piuttosto attivo, si possono trovare tuoi inediti e cover, c’è qualche artista in particolare a cui ti ispiri?
In realtà no. Mi piace particolarmente Etta James ma non per “Etta James” il personaggio ma per la sua essenza. Non so se ha molto senso.
Ha senso tutto ciò a cui diamo un senso. Credo. Non molto tempo fa ho avuto il piacere di vederti a teatro a Milano impegnata in un musical elettrizzante. Nonostante la notevole distanza dal palcoscenico, la tua voce mi ha fatto rimbombare il cuore in petto come mi succedeva da ragazzina quando in discoteca passavo troppo vicino alle enormi casse appoggiate ai piedi del dj. Hai una voce che entra sotto pelle e poterti ascoltare in un contesto teatrale è stato assolutamente unico. Ma a quanti spettacoli hai preso parte? Non ho tenuto il conto.
Aiuto, dov’è il curriculum? Non così tanti comunque. Ho lavorato in più settori, molto differenti tra loro: dirette radiofoniche, in televisione (sia italiana che estera), in progetti privati e, appunto, in teatro. Essere nel cast di un musical ha le sue difficoltà: è una macchina che funziona solo se tutti capiscono che devono collaborare, perché sul palco non siamo più dei singoli bensì parti di un insieme ed è questo ‘insieme’ che deve andare avanti.
Sei completamente a tuo agio sul grande palcoscenico, divori la scena, catalizzi l’attenzione, cosa si prova a stare lassù davanti ad pubblico tanto attento? È emozionante quanto trovarsi difronte all’ingombrante cinepresa di una sala televisiva?
Sono due realtà completamente diverse. In teatro l’emozione è palpabile, ne senti l’odore. Sei sul palco con gli attori, basta questo come spiegazione. In televisione invece è tutto più lento, fatto di mille attese. Tra i due preferisco il teatro ma, il mio mondo resta la musica e la scrittura. Il mio è un mondo piccolo e che rimane un po’ defilato, nell’anonimato diciamo.
Coreografia e canto insieme, ho provato a fischiettare salendo le scale e mi sono strozzata con la mia stessa saliva. Quanto è complicato fare queste due cose contemporaneamente?!
Cantare e ballare allo stesso tempo può risultare complicato se la coreografia te la monta Gillian Bruce (scherzo, non così tanto). Devi avere il corpo allenato ed allineare voce e fiato. Solo provando, riprovando e allenandoti ci si riesce.
Lasciamo il teatro, che mi ha già fatto sudare solo ascoltandoti e torniamo a te, sei apparsa diverse volte sul piccolo schermo insieme agli altri colleghi del cast per la promozione degli spettacoli, ma io mi domando, come sei finita nel programma tra i più seguiti della televisione tedesca ”The Voice of Germany”?
È stata un’idea di mia cugina, per metà tedesca, Ashaki. Mi ha chiamato dicendomi di provarci, io non mi sono tirata indietro e ho preso un volo all’ultimo momento. Sono stata scartata alla prima audizione perché non parlavo la lingua ma piacqui parecchio. Mi dissero che avrebbero fatto vedere il mio provino ai ‘piani alti’ e se fossi passata mi sarei dovuta presentare a quello successivo. Andò bene. Tornata in Italia ho iniziato subito a studiare il tedesco facendo lezioni private così da poter sostenere le dirette.
Michelle, come ti vedi nel futuro?
Tra le nuvole.
Ecco. A proposito di nuvole, sei una che viaggia parecchio grazie (o per colpa dipende dai punti di vista) al tuo lavoro di cantante, ti è mai accaduto qualcosa di insolito?
Io amo il mio lavoro anche per questo. Poter esibirmi ovunque è una delle fortune di questo mestiere. Non molto tempo fa, stavamo provando per ”Men in Italy”, il musical di Wizard. Ho dovuto lasciare le prove per una pausa decisamente ‘veloce’: dovevo scappare un secondo in Qatar. Sono partita venerdì pomeriggio da Milano, sabato pomeriggio ho cantato in un hotel extra lusso da mille e una notte e subito dopo sono ripartita. La domenica mattina a Milano e verso le undici, ero già pronta in teatro per continuare le prove. Puoi perciò immaginare quanto impegno fisico e mentale per gestire una situazione del genere. Ricordo che, giunti in hotel, nessuno sapeva del nostro arrivo e per le stanze e i pasti pretendevano che pagassimo. Non fosse stato che in quell’albergo costava tutto come dieci stipendi di una persona normale, avrei pure potuto provvedere. Non è stato un contrattempo piacevole, soprattutto dopo tutte quelle ore di volo. Inoltre, non mi sono presentata proprio con un’aria fresca e rilassata, è comprensibile dopo un lungo viaggio con scalo. Risolto il miss understanding, dopo una bella doccia e tonnellate di trucco in faccia, mi sono esibita con grande soddisfazione. Devo dire, tutti molto carini, come far sentire una donna a proprio agio.
Le rocambolesche avventure di Michelle, potremmo farci un video o un fumetto. Senti, toglimi una curiosità, riusciresti a stare un intero giorno senza intonare nemmeno una nota?
Sì. Amo ascoltare la musica degli altri.
C’è qualcosa che secondo te manca nel settore artistico?
Vedi Daniela, vorrei che fosse considerato di più in generale, chi fa questo mestiere dovrebbe essere rispettato e tutelato da leggi ad oc come tutti gli altri lavoratori. Sono grata a chi ci ha lasciato grandi conquiste in questo senso.
Stando spesso in giro hai trovato qualche realtà che ti piace particolarmente?
Ogni città ha le sue peculiarità ed è giusto così altrimenti sai che noia! Ma casa è sempre casa, per me è Roma. La città più bella der monno.
Michelle, ti lascio con un’ultima domanda che si allontana dal tuo mondo ma che si avvicina al mio, che cos’è il viaggio per te?
A Daniè, devi essere più specifica, di che viaggio parliamo? mentale, fisico..???
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