Martedì 23 Marzo ore 19:30. Ricevo la telefonata (convenuta) di Paolo Stratta, direttore fra le altre cose della Scuola di Cirko Vertigo. Ci siamo accordati per questo incontro telefonico, una chiacchierata per fare il punto della situazione. Abbiamo scelto le 19:30 perché dovrebbe avere appena terminato una video-conferenza con Federvivo, associazione che raggruppa tutte le organizzazioni nazionali dello spettacolo dal vivo. Egli è anche direttore e co-fondatore di ACCI (Associazione del circo contemporaneo in Italia), e come tale rappresenta la categoria in AGIS Federvivo che raggruppa appunto tutte le categorie di spettacolo dal vivo.
Inizio già a sentirmi in difficoltà con tutte queste sigle e la prima cosa che gli chiedo è come sta. Mi risponde con franchezza: è preoccupato, per i parenti anziani, per se stesso e quindi la sua famiglia e per tutto ciò che ha costruito con duro lavoro. Sente molta responsabilità sulle sue spalle. Fortunatamente emerge subito l’aspetto positivo del momento storico che stiamo vivendo, è quando sei in difficoltà che conosci davvero le persone e lui sta scoprendo che tutto il suo gruppo sta rispondendo bene. Tutti si danno da fare, ognuno nel suo ambito, per programmare, rimodulare e quindi si lavora di più, si cercano nuove alleanze e si pensa già alla programmazione fino al 2024. Ovviamente la nuova forza sta nella discussione, nel confronto, nell’arrivare subito al sodo. Non c’è tempo per le sciocchezze, per ciò che ci appare poco utile, e questo è interessante.
E poi c’è tutto il discorso delle notizie che ci arrivano, le fake news, di come il significato della comunicazione sia cambiato. Retorica e luoghi comuni ci portano a concetti lontani, studiati e letti ma mai del tutto compresi. Oggi ci appaiono più nitidi, più chiari. Abbiamo l’occasione di toccare con mano teorie ed insegnamenti legati a nomi famosi, che hanno forse vissuto situazioni analoghe o più complesse ed a cui hanno dato risposte. E poi riscopriamo il silenzio: delle città, delle strade, in noi stessi. Siamo obbligati a fermarci, a valutare il tempo in modo diverso, a dare valore a ciò che davvero conta.
Fra le altre cose, mi vengono in mente alcune considerazioni fatte dopo avere terminato una video conferenza importante: che risparmio di tempo, di mezzi, di costi e di stress! Chiedo della sua scuola e mi conferma ciò che già sapevo, nulla si è fermato. Gli allievi sono seguiti giornalmente dai loro insegnanti pur essendo distanti e, di più, hanno iniziato a proporre esercizi e lezioni anche a chi non ha nessuna pratica circense ma si sente incuriosito da questo mondo o semplicemente vuole fare attività fisica. Ha iniziato Alessandra Simone con un appuntamento fisso su Facebook e molte altre iniziative si stanno creando.
Mi anticipa che Leo Bassi (o Bassì, a secondo del paese in cui si trova) farà per il Cirko Vertigo un pezzo del suo spettacolo ispirato al mondo del Paticano, (un Vaticano che officia il culto del Pato, il papero) una vera e propria messa. Sempre su Facebook. E poi ancora il tutorial di Virdis che insegna a tutti i rudimenti della giocoleria sul web. Parliamo ancora di ciò che si sta muovendo da parte della politica per aiutare il mondo artistico in generale. Franceschini, il Ministro incaricato ha promesso e ottenuto aiuti straordinari a tutti i settori colpiti da questa fermata generale e lui ha già iniziato, insieme alle varie associazioni ed Enti di cui fa parte, a fare proposte e discutere soluzioni perché, comunque vada, niente si muoverà prima di almeno due mesi. Si parte ovviamente dal fatto che nessuno debba essere escluso da questi aiuti, ed in base ai dati già certificati si avrà diritto a percentuali di rimborso. Aggiunge che, probabilmente, una volta finita la pandemia, niente sarà come prima, il pubblico dovrà riabituarsi ad andare a teatro, al cinema, nei musei e chissà quanto ci vorrà perché tutto ritorni come in precedenza. La cosa positiva è che noi siamo sul fronte e contemporaneamente in retrovia, ben consapevoli che ci giocheremo al meglio le nostre carte. Insieme agli altri.
Sono passati circa 40 minuti e propongo di fermarci, è la prima volta che intervisto qualcuno al telefono, ho sempre cercato di vedere in viso i miei interlocutori, ma sento che anche questa occasione offre nuove opportunità. Ci salutiamo e gli dico che per me è stata una bella telefonata. Gli chiedo anche di ossequiare uno dei miei miti: Leo Bassì.