Intervista a cura di Il Granchio in Frack
Questo non è uno di quei libri con un piccolo cane per protagonista e tanta tenerezza tra le pagine. Questo romanzo è vita vera, è il racconto di fatica sudore e speranze; è l’incontro perfetto tra due anime che, dopo essersi incontrate, non possono più separarsi.
Pagina dopo pagina mi sono appassionata a questa pazzesca avventura: ho sudato mentre Dion correva, ho pianto quando lui e Gobi si sono separati, sono stata in ansia prima del loro espatrio e ho provato gioia immensa quando finalmente hanno raggiunto casa.
Gobi è così famosa da mettere in ombra persino Lessie e Rin Tin Tin, un batuffolo color sabbia con le zampe corte e il fiato lungo. Ha corso a fianco di Dion per centotrenta chilometri circa senza cedere alla stanchezza, alla fame o alla sete.
Dion è un ultramaratoneta di successo con muscoli d’acciaio, spirito combattivo e un cuore da vero gentiluomo, è in grado di correre per centinaia di chilometri senza fermarsi mai.
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Dion, chi è un ultramaratoneta?
“Gli ultramaratoneti tendono ad essere un po’ diversi dalla maggior parte delle persone.
A noi piace metterci alla prova non solo fisicamente, percorrendo una distanza maggiore di quella di una maratona, talvolta 100 o 200 miglia (160 o 320 km circa), ma vogliamo anche metterci alla prova mentalmente. Siamo tutti alla costante ricerca di qualcosa che non possiamo trovare nella vita di tutti i giorni, un’esperienza, un’avventura, qualcosa che sia per sempre e che possa cambiare la nostra vita. L’ultrarunning, come sport, rappresenta questo per me. Mi piace superare i miei limiti e ritrovare sempre più me stesso quando corro un’ ultramaratona.”
È vero che le donne muovono il mondo: prima Lucja ti ha fatto alzare dal divano, poi Gobi ti ha fatto andare e tornare dall’altra parte del pianeta. Tu sei un uomo che mantiene le promesse, avresti mai immaginato tutto questo la prima volta che vi siete incontrati?
“Ebbene sì, Lucja è colei che ha dato inizio a tutto questo. E credo che, sotto sotto, sia segretamente infastidita dal fatto di avermi introdotto al mondo dell’ultrarunning, perché era il suo modo privato di godersi la corsa. Senza Lucja non avrei mai iniziato a praticare l’ultrarunning e di conseguenza non avrei mai incontrato Gobi. E’ buffo dove ti porta a volte la vita, ed è tutto iniziato da una corsa nel deserto!”
Quanti chilometri avete corso insieme?
“Lucja ed io abbiamo corso insieme molte miglia, sia nelle gare che durante gli allenamenti. Poter condividere quei momenti insieme è veramente fantastico, e lo è anche il fatto di amare entrambi lo sport. L’ultrarunning può essere uno sport un po’ ‘egoista’, ti ruba parecchio tempo e impegno, e non sempre gli altri riescono a comprendere questa cosa. Quindi avere un partner che condivide con te questo sport, rende senz’altro tutto più semplice! Gobi ama correre, è come se fosse nata per questo e ci divertiamo molto ogni volta che corriamo insieme. I tempi in cui Gobi poteva seguirmi nell’ultrarunning sono ormai passati, però ama ancora molto uscire, esplorare e fare una corsetta.”
Dion, tu correndo copri la distanza di un viaggio in treno, hai anche tempo di goderti il paesaggio?
“La cosa più bella di essere un ultra runner è avere l’opportunità di correre in alcune delle zone più belle e remote del mondo. Nel 2017 ho corso una gara nel Deserto di Ica in Perù, ed era la prima volta in assoluto che dei runners correvano in quelle zone. É stata un’esperienza incredibile! Quando sei tu a correre con le tue gambe, vedi, annusi, e vivi molto di più e puoi veramente goderti l’esperienza e scoprire tanto, creando dei ricordi che durano per sempre.”
Tu e gli altri corridori sfidate voi stessi nelle zone più sperdute del pianeta; avete anche il tempo di visitare quei luoghi o il soggiorno è strettamente finalizzato alla gara?
“Assolutamente! Quando finisci una gara la cosa migliore è sapere che hai corso così tanto che ora puoi mangiare e bere tutto quello che vuoi, puoi rilassarti con le persone del posto e immergerti nella loro cultura. Grazie all’ultrarunning ho incontrato tante persone incredibili sulla mia strada e ho vissuto esperienze incredibili, tutte cose che fanno di questo sport qualcosa che va ben oltre la corsa!”
Com’è stato vivere in Cina per tanti mesi?
“Guarda Daniela, la Cina ti mette alla prova. Non è ciò a cui siamo abituati: la lingua è totalmente diversa, il cibo è differente; ma quando finalmente riesci a superare ed accettare tutto ciò e provi ad aprirti e a parlare la loro lingua, a mangiare il loro cibo e a conoscere la loro cultura… allora ti rendi subito conto che la Cina è un luogo spettacolare e che le persone sono tra le più gentili e generose che abbia mai incontrato! La Cina è il Paese che più amo visitare, c’è così tanto da vedere e tanto da fare!”
Grazie al tuo libro possiamo ancora sperare in un mondo migliore: tu e Gobi ne siete un esempio. Tantissime persone da tutto il mondo ti hanno aiutato. Come ti sei sentito a sapere che non eri da solo?
“È incredibile vedere come le persone possano unirsi e ciò dimostra veramente quanto possiamo ottenere se lavoriamo tutti insieme. Le persone hanno cercato un cane che non avevano mai visto prima e lo hanno fatto per un uomo che nemmeno conoscevano, soltanto perché avevano capito quanto Gobi fosse importante per me. Senza il loro aiuto non sarei mai stato in grado di ritrovarla! Non dimenticherò mai il momento in cui abbiamo ritrovato Gobi e quanto tutti fossero felici e sollevati.”
Qual è stato il momento più difficile di tutta questa straordinaria avventura?
“Non sapere se avremmo mai ritrovato Gobi era una cosa molto dura da affrontare. Avevo promesso a Gobi che le avrei dato una vita migliore, e sapere che non si trovava più mi spezzava il cuore! Nella sua ricerca c’era tanta attesa, mistero e così tante difficoltà da superare, proprio come una ultra maratona che ti spinge al limite: sapevo però che dovevo andare avanti e fare qualsiasi cosa per ritrovarla.”
Adesso tu e Gobi continuate a viaggiare insieme. Quale sarà la vostra prossima avventura?
“Al momento viviamo negli Stati Uniti e andiamo in giro per scuole, librerie e aziende a far conoscere la nostra storia: “Alla ricerca di Gobi”. Si può imparare così tanto da questa avventura e ci sono cose che possono essere d’ispirazione e speranza per tanta gente, perché non si può mai sapere dove ti porterà la vita!”
Per ultima, una domanda di rito: cosa rappresenta il viaggio per te?
“Viaggiare per me è correre. Sto continuando a correre, quest’anno spero di poter partecipare alla ‘California Untamed’, la prima gara in assoluto con 330 miglia da correre non-stop in California. Anche Gobi sarà lì con me, non per correre ma per sostenermi. Anche se forse potremmo correre le ultime miglia insieme fino al traguardo. Sarebbe davvero un ricordo memorabile!”
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